-
Francesco Carnevale prosegue nel suo approfondimento culturale sulla storia della medicina del lavoro con questa ulteriore, importante fatica dedicata all’opera di Bernardino Ramazzini. Ormai il lascito del grande medico carpigiano è entrato nel lessico di tutti i medici in ogni parte del mondo e la domanda: che lavoro fai, è parte integrante di qualsiasi anamnesi. Le edizioni delle sue opere, in particolare la maggiore, “De morbis artificum”, sono molte e le massime questioni interpretative quasi risolte. Mancava tuttavia un commento ragionato sulle principali affermazioni scientifiche e sociali che sostanziano quest’opera, certamente la maggiore del medico e scienziato nonché finissimo letterato emiliano, una mente che occupa un posto tra i maggiori nella storia della medicina moderna. Il voluminoso e documentatissimo testo di Carnevale supplisce magnificamente a questa mancanza mediante queste “Annotazioni al trattato delle malattie dei lavoratori” pubblicate da Edizioni Polistampa nella collana della Biblioteca di Medicina e Storia del Centro fiorentino di Documentazione della Sanità. Dopo una vasta introduzione seguono i capitoli del testo latino opportunamente tradotti e commentati; conclude un notevole apparato critico e un avvincente saggio di Roberta Turchi “sull’umano sguardo di un medico letterato” che affronta l’opera ramazziniana dal punto di vista della partecipazione umana e della bellezza narrativa. In conclusione, a prima vista si può essere colpiti dalla estensione critica del tomo, ma la lettura, che può seguire il filo logico o gli interessi del lettore, rivela tutto il suo fascino e la sua importanza scientifica e sociale. Un testo quindi che consente di avvicinarsi al meglio a una delle più grandi opere della letteratura medica, un’opera che ha segnato una tappa fondamentale nel progresso della scienza e della pratica.
Antonio Panti
INVIA ARTICOLO


