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26 RICERCA E CLINICA
ILARIA GEMO, LAURA CONGIU1, FLORA SCUSA2, ALBERTO BENINCASA3, PAOLA MORESCALCHI4, ANNA MARIA ROMANELLI5, GIORGIO PINI6
Encefalopatia epilettogena
CDKL5 o variante di Hanefeld
della sindrome di Rett?
Ilaria Gemo, laureata
in Medicina e Chirurgia nel 2006 presso
l’Univ. di Pisa, spec. in Neuropsichiatria Infantile nel 2012 con una tesi sull’empatia nei gravi disturbi della condotta. Attualmente collabora con il Centro Rett dell’Osp. Unico Versilia (Lido di Camaiore - LU) nell’équipe guidata dal Dr. Giorgio Pini, con l’IRCCS Stella Maris di Calambrone e con il Centro Diurno per minori “Il Delfino” di Livorno.
Una questione controversa
Un po’ di storia...
Nel 1984 Hanefeld presentò ai colleghi il caso di una paziente affetta da sindrome di RTT esordita precocemente con un quadro di ipsaritmia ma venne criticato da Aicardi e altri autori perché a loro giudizio la sindrome di West era motivo di esclusione (vedi Tabella 1).
Alcuni anni dopo Hanefeld confermò la sua ipotesi attraverso la clinica e successivamente l’indagine genetica sulla paziente, che rivelava una mutazione del gene MECP2 ed a lui questa variante è stata intitolata.
Nel 2003 la variante di Hanefeld è stata associata da Kalscheuer anche alla mutazione del gene CDKL5.
Introduzione
La sindrome di Rett (RTT) è un grave distur- bo dello sviluppo neurologico a base genetica che insorge tra il primo ed il secondo anno di vita, dopo una fase apparentemente normale che evolve attraverso 4 stadi specifici (arresto, re- gressione, stasi e regressione tardiva). Dopo una fase di arresto dello sviluppo e di disinteresse per l’ambiente circostante (facilmente scambiata per autismo) subentra lo stadio della regressione con perdita di abilità acquisite, principalmente del linguaggio e delle capacità motorie con atassia, disprassia e stereotipe manuali particolarmente evidenti e subcontinue (ad es. hand washing).
Il quadro clinico conclamato è caratteristico, ma esiste un’ampia variabilità clinica che ha per- messo l’identificazione di numerose varianti.
Le forme classiche e la Variante di Zappel- la (a linguaggio conservato) riconoscono alla base della malattia mutazioni del gene MECP2; la variante congenita è legata a mutazioni del gene FOXG1 ed infine la variante di Hanefeld (o a esordio precoce dell’epilessia) il gene CDKL5 o “Cyclin dependent Kinase-like 5”.
In realtà la questione è controversa perché altri autori sostengono che l’enceafalopatia epi- lettogena CDKL5 sia in realtà un quadro clinico a parte, contemplando sia alcuni fenotipi Rett,
ma anche altri fenotipi con prevalenza della di- sabilità intellettiva o autismo.
Il nostro studio
Il campione è costituito da un gruppo di 11 bambine (gruppo 1) con caratteristiche cli- niche della variante di Hanefeld (tutte con mu- tazione del gene CDKL5) giunte in osservazione dall’ottobre 2006 al dicembre 2013 al Centro di Riferimento Regionale per la RTT (CRR Rett), presso l’Ospedale Versilia (Tabella 2). Per ogni bambina sono stati raccolti dati anamnestici, auxologici, clinici ed è stata compilata la scala clinica “International Scoring System”. Il sistema nervoso autonomo è stato analizzato mediante lo strumento Neuroscopio.
Il campione di controllo è composto da 93 RTT forma classica (gruppo 2), tutte con mutazione del gene MECP2, facenti parte del database costituito da un totale di 171 pazien- ti con sindrome di Rett tipica e varianti afferite al nostro centro. Da questo campione è stato estrapolato un sotto-campione costituito da 16 bambine RTT con esordio dell’epilessia pri- ma dei 36 mesi (gruppo 3). Abbiamo realizzato questo secondo campione per valutare se l’esor- dio precoce di epilessia non fosse un fattore di confondimento tra le due forme.
1 Psicologo, Centro Rett Ospedale Versilia (LU)
2 Neuropsichiatra Infantile, Borsista Centro Rett Ospedale Versilia (LU)
3 Pediatra, Centro Rett Ospedale Versilia (LU)
4 Infermiera, Centro Rett Ospedale Versilia (LU)
5 Ricercatore, CNR Pisa (PI)
6 Direttore del Centro Rett (LU), Responsabile del U.F. Salute Mentale Infanzia e Adolescenza
Tabella 1 - Criteri diagnostici necessari e di supporto per la variante di Hanefeld
Criteri diagnostici necessari e di supporto
Normalità prenatale
Irritabilità, difficoltà di suzione, sonnolenza Insorgenza epilessia tra il 1° e il 6° mese Stereotipie
Grave ritardo psicomotorio
Grave ipotonia
Regressione sempre presente
Spasmi infantili all’esordio o in seguito
Scarso contatto oculare e difficoltà nell’interazione sociale Assenza di abilità manuali e di scoliosi
Normalità crescita
Disfunzioni neurovegetative rare
Toscana Medica 1|2015


































































































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