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A cura della Direzione Generale Diritti di cittadinanza e Coesione Sociale
in die). Può essere più pratico avere l’intervento programmato 18-24 dopo l’ultima assunzione e poi riprendere 6-8 ore dopo.
Per gli interventi a BASSO o ALTO rischio emorragico, è raccomandata la sospensione dei NAO 24 o 48 ore, rispettivamente, prima del- la procedura, se in presenza di funzione renale nella norma. Quest’intervallo dovrà essere pro- lungato (fino ad un massimo di 96 ore) in pa- zienti con ridotta funzione renale, specialmente se in corso di assunzione di Dabigatran. Anche se PT e aPTT possono fornire una valutazione semi-quantitativa dell’azione anticoagulante, non è stata validata una strategia che comporti il loro utilizzo.
RIPRESA TERAPIA
Per procedura con completa ed immediata emostasi, i NAO possono essere reintrodotti 6-8 ore dopo la procedura. Tuttavia, per molti interventi chirurgici, ripristinare una piena an- ticoagulazione entro le prime 48-72 ore può comportare un aumento del rischio di sangui- namento che supera il rischio tromboembolico. Per procedure associate ad immobilizzazione, è ipotizzabile l’impiego di una dose di eparina a basso peso molecolare di profilassi o inter- media 6-8 ore dopo la chirurgia, ritardando la reintroduzione dei NAO 48-72 ore dopo la pro- cedura. Non ci sono dati di sicurezza ed effica- cia sul possibile impiego di una dose ridotta di NAO post-operatoria.
4. La misurazione dell’effetto anticoagulante dei NAO
I NAO non richiedono un monitoraggio di routine della coagulazione (PT e aPTT).
È fondamentale tuttavia che ciascun labora- torio valuti la sensibilità dei propri test tramite la costruzione di specifiche curve di calibrazio- ne al fine di fornire al clinico una più corretta interpretazione del test coagulativo qualora se ne presenti la necessità.
Sono disponibili test qualitativi (PT e aPTT) che suggeriscono l’entità delle variazioni dell’assetto coagulativo e test quantitativi della concentrazione del farmaco, quali dTT e ECT e dosaggio di attività anti Xa.
DABIGATRAN: l’aPTT è influenzato sensibil- mente da Dabigatran anche alle basse concen- trazioni plasmatiche, ma non fornisce indica- zioni sulla concentrazione del farmaco. È ne- cessario che ogni laboratorio definisca la sensi- bilità del reagente impiegato a Dabigatran.
I risultati dell’aPTT devono essere espressi come ratio allo scopo di ridurre la variabilità associata all’utilizzo di differenti reagenti (aPTT paziente/aPTT soggetto normale).
Il PT è poco sensibile a Dabigatran e i risulta- ti ottenuti risultano fortemente influenzati dal tipo di reagente utilizzato. DTT ed ECT sono in grado di misurare la concentrazione plasmatica di Dabigatran.
Tabella 4 - Classificazione degli interventi chirurgici in base al rischio di sanguinamento
Per ciascun paziente è necessario prendere in considerazione sia il suo rischio di sanguinamento sia il suo rischio trombo-embolico e discuterne con il medico-chirurgo.
Toscana Medica 1|2015

