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QUALITÀ E PROFESSIONE 25
in proteine in combinazione ad un basso e ta- lora bassissimo introito di carboidrati inducono una rapida perdita di peso.
5. Altre diete tendono a modificare marcatamen- te l’equilibrio nutrizionale qualitativo e quindi il rapporto tra i macronutrienti, quasi demo- nizzando ora il contenuto dei glucidi ora le sostanze grasse alimentari ora le proteine. Si tratta quasi sempre di impostazioni che hanno un razionale teorico biochimico e/o fisiologico apparentemente impeccabile e quasi convin- cente, ma che in realtà mancano di sostanziale conferma in termini di risultati clinici, di obiet- tivi raggiunti, di assenza di effetti collaterali o di reazioni avverse.
6. Le diete vegetariane rappresentano una valida strategia alternativa nutrizionale sia quale trat- tamento diverso della “problematica eccesso ponderale” sia quale nuovo stile di vita, nuovo programma in grado di modificare se non il peso corporeo certamente molte variabili di- mostrate essere pericolose in tema di salute. Le diete vegane in particolare oggetto di tanta riflessione culturale critica, ma probabilmente anche nuova occasione per invertire il nostro stile di vita verso orizzonti di benessere, è una nuova possibile alternativa ai vecchi sche- mi dietetici risultati o dannosi o privi di opzioni salutistiche.
In questa sede non si può non fare un riferi-
mento alla dieta mediterranea. La dieta medi- terranea, se rivisitata e soprattutto se valorizzata nei suoi autentici caratteri originari, potrebbe di per sé portare diversi vantaggi nutrizionali anche nelle persone in eccesso ponderale, tali da consen- tire uno stile di vita igienicamente migliore. Sicu- ramente il modello dietetico della dieta mediterra- nea, ormai antico e validato da ricerche epidemio- logiche, da studi di popolazione, ma soprattutto dalla storia epocale delle esperienze umane, del vissuto storico di tutte le popolazioni del mediter- raneo, ha le carte giuste per superare molte delle più enfatizzate diete oggi in larga diffusione sia in Europa che negli Stati Uniti d’America.
La dietoterapia dell’obesità: riflessioni e perplessità
Tutte le volte che una persona in eccesso pon- derale richiede un intervento medico o dietetico, l’assioma operativo, poco elaborato e talora non scritto, si traduce in generici suggerimenti, op- pure le raccomandazioni si concretizzano in una sola frase: “si metta a dieta”. Il messaggio diventa una ricetta non redatta rivolta ad una persona con un’importante problematica sentita frequente- mente con ansia e/o depressione. Lo smarrimento avvertito può indurre ulteriori ansie. Sulla base del- le proprie storiche e radicate convinzioni il pazien- te forse non comprenderà appieno il significato di tale messaggio, anche se genericamente giusto, oppure inizierà un percorso fatto di restrizioni qualitative senza effetti positivi sul peso. Oppure tenterà di improvvisare costruendosi una dieta ipo- calorica “fai da te”.
Il trattamento dietetico ed operativo dell’obe-
sità richiede una diversa consapevolezza della dif- ficoltà del problema, un ripensamento critico da parte di medici e dietisti ed un’attenzione parti- colare e costante nel tempo ai bisogni riferiti dal paziente. Se infatti la prima e più diffusa impres- sione sembra suggerire che il controllo e la terapia dell’obesità siano semplici ed agevoli per tutti, la realtà ci dimostra invece che il trattamento dell’ec- cesso ponderale moderato o grave è problemati- co e talora fallimentare. Per molti pazienti obesi perdere peso è difficile così come il mantenimento dell’eventuale peso desiderabile raggiunto.
Sarà allora opportuno ripensare la strategia curativa della persona obesa in altri termini cultu- rali e operativi. Se la dieta nella sua accezione più larga ed i relativi accorgimenti nutrizionali sembra- no tutto sommato ancora oggi il pilastro di ogni comportamento operativo nei confronti dell’obe- sità, occorre riconsiderare il trattamento dietetico nella sua globalità di intervento nutrizionale, ca- pace di modificare abitudini alimentari, stili di vita, informazioni più o meno giuste, certezze ritenute come sicuramente vere.
Dato che non tutti gli obesi sono uguali e che probabilmente esistono variegate forme di obesità con altrettanto diverse motivazioni patogenetiche e psicopatologiche, la personalizzazione della die- ta può essere un primo obiettivo pratico di grande importanza, soprattutto quando l’anamnesi ha permesso di analizzare le innumerevoli sfumatu- re del comportamento alimentare del paziente in eccesso ponderale. Questo modo di intervenire sul problema obesità deve diventare quanto più possibile un grande e coinvolgente impegno. La famiglia è chiamata a collaborare con il medico e il dietista, senza allarmismi e senza pessimismo.
L’approccio dietoterapico deve essere semplice, concretamente ragionato e redatto insieme al pa- ziente, pensato in termini di scelta degli alimenti e del loro gradimento. Partendo dalla considerazio- ne che nella maggioranza dei casi l’obesità è un disordine dell’alimentazione, comunque espresso, e che i complessi meccanismi che hanno determi- nato l’obesità non si risolvono limitando semplice- mente l’assunzione di cibo o imponendo le tradi- zionali misure dietetiche ipocaloriche, bisognereb- be assolutamente evitare di consegnare ricette già compilate. Quello che si deve auspicare è la co- struzione di un rapporto di fiducia con la persona obesa, tappa iniziale essenziale per traguardi più ambiziosi. Sulla base di molte esperienze e rifles- sioni accurate, l’orientamento terapeutico attuale sottolinea l’importanza di strategie e di programmi educativi tendenti a modificare stabilmente le abi- tudini alimentari del paziente obeso. Nell’ambito del trattamento o come talora si afferma “gestio- ne” della persona obesa, occorre avere a mente alcune considerazioni riportate in Tabella 2.
Trattamento della persona obesa o trattamento della popolazione obesa?
L’obesità è malattia globale ed epidemica, una nuova ed inquietante emergenza che è diventata ormai da anni malattia mondiale. Sebbene le vie metaboliche e molecolari che regolano il bilan-
Toscana Medica 9|2015

