Page 26 - Toscana Medica
P. 26
26 QUALITÀ E PROFESSIONE
Tabella 2 - Trattamento della persona obesa: considerazioni generali
• La persona obesa chiede un nostro parere e ha bisogno di raggiungere un obiettivo, ossia quello di sentirsi meglio con il calo ponderale.
• Chiede aiuto perché sta male fisicamente e perché vuole avere un’altra qualità di vita.
• Quasi sempre è venuta spontaneamente, per scelta personale, quindi molto motivata, responsabile ed orientata a program-
mare un calo ponderale.
• La mancanza di una forte motivazione a intraprendere un programma dietetico è un ostacolo all’inizio del trattamento.
• Tutto quello che verrà stabilito deve essere conseguenza di un rapporto professionale eccellente.
• La persona obesa deve conoscere il programma e prenderne coscienza.
cio energetico siano quasi del tutto conosciute, le cause dell’obesità sono tuttora poco chiare, il che riflette probabilmente il fatto che l’obesità come malattia rappresenti un gruppo eterogeneo di alterazioni biologiche e metaboliche. Una com- plessa interazione di fattori genetici con specifiche variabili ambientali è sicuramente responsabile di molti quadri di obesità. La problematica più rile- vante e discussa è rappresentata dal trattamento.
Questo oggi significa porsi alcuni semplici in- terrogativi: qual è il trattamento più idoneo, il più efficace e ovviamente il più corretto? Quali linee- guida operative dobbiamo seguire per far dimagri- re una persona obesa? Le domande sono banali solo apparentemente.
La dietoterapia è la pietra miliare del tratta- mento dell’obesità. Sappiamo (e numerose sono le esperienze che si sono accumulate negli ultimi 10-15 anni) che la dieta ipocalorica da sola non è sufficiente e che è necessaria un’attività fisica co- stante e quando possibile intensa. Ma la centralità del trattamento dell’obesità rimane comunque la dieta, intesa sostanzialmente come riduzione calo- rica. Una dieta comunque efficace e l’esercizio fisi- co costante producono però in molti pazienti solo una modesta perdita di peso. La realtà dei risultati raggiunti rileva quindi che l’approccio curativo fi- nora seguito deve essere criticamente rivisitato.
Nonostante alcune perplessità, che induco- no a ritenere ancora discutibili specifici approcci nutrizionali quali soprattutto le diete tendenzial- mente iperproteiche, non c’è dubbio che queste diete variamente articolate e quando correttamen- te personalizzate possono offrire un valido aiuto nella pratica clinica soprattutto là dove si devono ottenere rapidi risultati in particolarissime situazio- ni cliniche.
Se la sola dieta non cura la persona obesa al- lora vuol dire che non “cura” l’obesità nel senso almeno del raggiungimento del peso ideale o de- siderabile. Contrariamente a quanto avviene per altre problematiche e malattie, la letteratura me- dica sempre più attenta al problema, lo scambio di informazioni e numerose nuove conoscenze non hanno offerto finora le basi per modellare un programma nutrizionale in grado seriamente di curare al meglio le persone obese né di arginare l’epidemia dell’obesità. Quello che infatti sorpren- de è che nonostante lo sviluppo delle conoscenze, l’attenzione culturale e talora anche politica al pro- blema obesità e nonostante l’impiego di enormi risorse spese nella terapia e prevenzione dell’obesi- tà, la maggior parte delle persone obese non riesce a raggiungere ed a mantenere stabilmente il calo ponderale. In sintesi possiamo affermare che non solo le persone obese continuano a rimanere obe-
se ma che l’obesità è in aumento. Sembra dunque ragionevole essere realistici informando queste persone che sia gli interventi sullo stile di vita sia la dieta in senso stretto che i farmaci utilizzati per dimagrire hanno in generale un’efficacia limitata.
Allora ci si chiede se sia da accettare pienamen- te la tendenza avanzata da alcuni autori secondo cui è necessario invertire l’attenzione dalla perso- na obesa alla popolazione obesa, focalizzando gli sforzi quindi sulla salute pubblica per arginare dav- vero l’epidemia dell’obesità.
Prevenzione dell’obesità. Conclusioni
L’obesità è un’alterazione dello stato di nutri- zione con altissimo rischio di indurre e sviluppare nel tempo malattie croniche e degenerative. L’ec- cesso ponderale ha acquisito caratteristiche epide- miche e necessita di semplici e urgenti norme di prevenzione. Nessun clinico o ricercatore minimiz- za la strategia della prevenzione dell’obesità, ma in realtà la prevenzione dell’eccedenza ponderale rimane un traguardo difficile da raggiungere, for- se ambizioso ma non impossibile. Le ragioni risie- dono probabilmente nel fatto che l’obesità è un disordine eterogeneo e plurifattoriale a etiologia complessa e non completamente conosciuta. La prevenzione dell’obesità deve diventare invece la strategia fondamentale per limitarne l’epidemia. Ogni sforzo deve concentrarsi su questa proble- matica avendo come obiettivo una trasformazione profonda, sociale, culturale ed ecologica della no- stra società, del vivere insieme, elaborando fin da subito molteplici interventi pubblici ed azioni poli- tiche che siano in grado di essere operativi e com- battere su tutti i fronti l’obesità come se questa fosse una malattia infettiva altamente contagiosa.
L’epidemia di obesità è davvero reversibile. Bi- sogna essere tutti convinti che è possibile invertire l’andamento e controllare l’epidemia. Bisogna al- lora creare una società in cui gli stili di vita salutari per dieta e per attività fisica siano la norma e dove gli obiettivi culturali, sociali, di salute ed economici siano allineati e le scelte salutari siano facilitate e rese accessibili per tutti. Migliorare la dieta e l’at- tività fisica avrà un sostanziale impatto sulla salu- te pubblica a seguito dei benefici derivanti dalla riduzione del soprappeso e dell’obesità. Bisogna trovare un punto di equilibrio tra le responsabilità degli individui e quelle dei governi e della società. Non è accettabile lasciare che gli individui siano i soli responsabili per la loro obesità. In questa sfi- da tutti i settori di governo dovrebbero giocare un ruolo così come le autorità locali, la società civile, i media, il settore privato. TM
Info: gian.vannozzi @alice.it
Toscana Medica 9|2015

