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56 SANITÀ NEL MONDO
GAVINO MACIOCCO
Come si diventa medici di medicina generale
La nascita della Medicina di fami- glia come disciplina accademica (Family medicine) avviene negli USA alla fine degli anni 60 del secolo scorso sotto la spinta di un gruppo di medici visionari convinti della necessi- tà di contrapporre un modello bio-psico-sociale al paradigma dominante della medicina ultra- specialistica.
Nello stesso periodo vengono istitui- te nel Regno Unito – prima a Edimburgo, poi a Manchester – le prime cattedre di General Practice (l’equivalente british di Fa- mily Medicine). Nel 1986 erano già stati istituiti 24 dipartimenti di General Practice, frutto della collaborazione e dell’integrazione tra Università e organizzazione dei medici di famiglia (General Practitioners, GPs), raggruppati in associazioni di 4-6 medici (Practice), con il supporto “politi- co” del Royal College of General Practitioner e con il supporto finanziario del National Health Service. In quell’anno viene pubblicato uno sto- rico documento “The Mackenzie Report” che – come commenta il BMJ – “looks at the past, present, and future of academic general practi- ce in Britain1”.
Un’integrazione e una collaborazione, quella tra Accademia e GPs tutt’altro che semplice e scontata, perché, come osserva il Rapporto, “Academic general practice belongs to two institutions - universities and general medical practice - which are very different in style. The universities are hierarchical organisations, whereas general practice is strongly egalitarian; universities emphasise research and theory, whereas general practice has evolved from experience and instinct”. L’Università porta- no in dote la capacità di organizzare l’at- tività didattica e di stimolare e produrre la ricerca, i GPs contribuiscono con la loro esperienza e la loro organizzazione assi- stenziale. Vengono selezionate le Practice “mi- gliori” per lo svolgimento dei tirocini sia per gli studenti, che per gli specializzandi, così come vengono selezionati i GP che entreranno a far parte del Dipartimento di General practice, in qualità di docenti, inizialmente a tempo parziale potendo così continuare a mantenere un rap- porto diretto con la practice di origine.
Il Rapporto indica anche quale deve es- sere la specificità concettuale della General practice: “Problemi come la continuità delle cure, la individualità dei pazienti, le conseguen- ze delle malattie sulle famiglie, l’influenza dei fattori sociali sulla percezione della salute e della malattia, e il contributo di altre agenzie sanitarie e sociali all’assistenza del paziente fanno parte dell’insegnamento di altre materie accademi- che. Tuttavia la General practice sembra essere la disciplina che meglio consente agli studenti di apprezzare il significato di questi concetti”.
Oggi dipartimenti di General practice sono presenti in tutte le Facoltà di medicina, il più delle volte il termine General Practice è asso- ciato a Primary Care, come nel caso dell’Uni- versità di Glasgow, dove nella home page del Department of General practice and Primary care si legge: “Il nostro personale, sia clinico che non-clinico, è dedicato a portare avanti attività di ricerca e d’insegnamento che affrontano i problemi posti da bisogni assisten- ziali complessi e da diseguaglianze, particolar- mente in relazione a malattie croniche e mul- timorbosità, a popolazioni emarginate, come i migranti e come le persone che vivono in aree particolarmente deprivate. Noi abbiamo una forte attenzione ad approcci proattivi e all’im- plementazione di interventi innovativi e insieme crediamo nel ruolo delle politiche per la salu- te nel plasmare le esperienze dei pazienti e dei professionisti. Noi portiamo avanti la ricerca in- terdisciplinare con altri colleghi dell’Università, con il personale del NHS, con organizzazioni e agenzie di volontariato, a livello locale, nazio- nale e internazionale. Il nostro scopo è quello di promuovere un’assistenza di qualità, centrata sulla persona, con un particolare focus sul ruolo delle cure primarie come veicolo per una assi- stenza migliore, più continua e più coordinata”.
Nel Regno Unito si diventa medici di famiglia dopo aver frequentato la specia- lizzazione accademica in General practice, della durata di 5 anni, di cui i primi due (Founda- tion years) comuni a tutte le specializzazioni mediche e i tre successivi (Specialty registrar) suddivisi equamente in attività ospedaliere e in attività di medicina di famiglia e cure primarie.
Gavino Maciocco, medico di sanità pubblica. Ha fatto: il volontario civile
in Africa, il medico di famiglia, l’esperto di cooperazione sanitaria per il Ministero degli Esteri, il dirigente di Asl. Attualmente insegna all’Università di Firenze, dove si occupa di cure primarie e di sistemi sanitari internazionali. Dal 2003 cura per Toscana medica la rubrica “Sanità nel mondo”. Dipartimento di
medicina sperimentale e clinica, Università di Firenze. Direttore del sito web “www.salute internazionale.info”.
1 Howie GR, Hannay DR,Stevenson SK The Mackenzie report: General practice in the medical schools of the United Kingdom-1986,BMJ 1986; 292:1567-71
Toscana Medica 9|2015

