Page 31 - Toscana Medica
P. 31
31
A cura della Direzione Diritti di cittadinanza e Coesione Sociale
GIUSEPPE CARDAMONE1
La salute mentale nel nuovo sistema sanitario regionale
Parere 73/2015 Seduta del 3 novembre 2015
1 Coordinatore DSM Azienda USL Toscana Sud-Est
in rappresentanza della Commissione Governo Clinico Salute Mentale
Premessa
Le disposizioni regionali in materia di rior- dino dell’assetto del Servizio Sanitario Regio- nale di cui alla L.R. 28/2015 pongono le basi per un nuovo assetto istituzionale e organiz- zativo della sanità in Toscana. Si tratta di un importante processo di riordino complessivo del servizio sanitario regionale che richiede particolare attenzione nella definizione dei vari livelli di programmazione ed organizzativi per garantire maggiore efficienza organizzati- va e migliore qualità dei servizi.
Sul versante della Salute Mentale occorre tenere presente che i disturbi psichici costi- tuiscono un problema sanitario in progressivo incremento che, per i suoi risvolti comporta- mentali ed emotivi, esercita effetti a carico del sistema sociale complessivo: del soggetto, dei familiari e del contesto sociale nel suo insie- me. Tali effetti, infatti, riguardano certamente la sofferenza che determina nelle persone e nelle loro famiglie, ma arrivano a determinare un vero e proprio allarme sociale, come nel caso delle persone con disturbi mentali autori di reato.
Non vanno per altro dimenticati i risvolti economici dei disturbi psichici a causa della diminuzione di produttività che determina nelle persone interessate e nelle rispettive fa- miglie. È necessario pertanto prevedere un assetto organizzativo che sia in grado di ga- rantire alla Comunità non soltanto efficaci ed efficienti pratiche di cura e riabilitazione, ma anche interventi di prevenzione e promozione della Salute Mentale, accogliendo il prezioso contributo specifico di ognuna delle discipline coinvolte per la sua promozione e tutela.
L’integrazione ed il coordinamento di ser- vizi e professionisti nella rete geograficamente più estesa determinata dalle dimensioni del- le nuove Aziende USL, comporta la necessi- tà di una gestione unitaria delle strategie per perseguire le direttive aziendali e regionali,
consentendo una maggiore appropriatezza, elasticità ed omogeneità nell’allocazione del- le risorse umane ed economiche, in funzione della specificità dei singoli territori, in integra- zione con tutte le risorse della Comunità e con i Servizi, in un quadro che garantisca a tutti i cittadini la disponibilità dei servizi e delle pre- stazioni di cui necessitano.
Si sottolinea pertanto l’importanza del- la presenza di articolazioni organizzative di- partimentali che sovraintendono, come spe- cificato nelle Linee di indirizzo nazionali per la salute mentale (Conferenza Unificata il 20 marzo 2008) e nel Piano di azioni nazionali per la salute mentale (Conferenza Unificata 24/1/2013), le attività inerenti al campo spe- cifico della Salute Mentale. Il Dipartimento di Salute Mentale ha costituito una significativa innovazione che, attraverso la realizzazione di un’unica regia dei percorsi di cura, permette la costruzione di una rete integrata e differen- ziata di presidi e servizi per la Salute Mentale della popolazione del territorio di riferimento.
È inoltre importante non perdere di vista, in questa fase di riorganizzazione delle Azien- de USL, la necessità di proseguire nel passag- gio da un modello biomedico, basato sulla visione della malattia come una deviazione rispetto alla norma biologica, ad un modello che, attraverso interventi multiprofessionali, tenga conto dei fattori biologici, psicologici e sociali nel valutare lo stato di salute e sia in grado di recuperarlo operando su questi stessi livelli quando perso. In sintesi: dal “malato” alla “persona”, nella sua interezza di bisogni e di problemi, con un approccio che tenga pre- sente la sua soggettività. Un’ampia letteratura internazionale documenta infatti l’efficacia di un approccio che accompagni interventi me- dici di promozione della salute mentale e cura della malattia, a interventi psicologici, di riabi- litazione e tutela sociale e lavorativa.
Se è vero che considerare la malattia un’en- tità indipendente dal comportamento sociale
Toscana Medica 2|2016

