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26 QUALITÀ E PROFESSIONE
Non esiste quindi alcun dubbio che la die- ta mediterranea possiede molteplici identità e ha vissuto sicuramente cambiamenti profondi anche per la modernizzazione dell’industria ali- mentare e la scoperta di alimenti diversi. Ma la solidità e la validità dell’alimentazione mediter- ranea storicamente antica e storicamente con- fermata come dieta adeguata e salutare si ba- sano sulle numerose dimostrazioni che nel loro insieme hanno evidenziato con estrema coeren- za e razionalità che questo tipo di alimentazio- ne, unitamente all’attività fisica, comporta un minor rischio per malattie croniche, neoplasie e disordini metabolici, una qualità di vita mi- gliore e una maggiore longevità. La dieta me- diterranea definisce allora uno stile di vita, un’alimentazione ragionata alla luce delle tra- dizioni più antiche e ripensata con l’aiuto della potenziale capacità della industria alimentare più intelligente e lungimirante di rendere più sicuri e più naturali gli alimenti e il cibo in gene- re. Definisce inoltre un’alimentazione completa, equilibrata, variata, naturale ma non austera, genuina ma non povera. L’alimentazione me- diterranea infine è definita dagli effetti positivi che è in grado di determinare, dai risultati sulla salute delle persone, dalla straordinaria ricchez- za delle sue caratteristiche (basti pensare all’in- finita varietà di piatti a base di verdure, a piatti unici completi, alle semplici ricette culinarie e alle combinazioni alimentari mai artificiose e sempre o quasi facilmente eseguibili).
Conclusioni
Frequentemente la vera storica e ragionevole definizione di dieta mediterranea viene dimen- ticata oppure alcuni suoi aspetti più autentici sono ignorati o non correttamente considerati. Essa è talora confusa con una dieta povera ed austera e non è raro osservare che alcune abitu- dini alimentari regionali sono etichettate come tipiche mediterranee solo per alcuni caratteri che richiamano parzialmente l’autenticità della dieta mediterranea. Non è poi così inconsueto vedere linee guida dietetiche che, senza motivazioni di- mostrate e verificate come valide, considerano come sconsigliabili o inutili la pasta e il pane, i legumi e la frutta o addirittura indicano come pericoloso l’utilizzo dell’olio di oliva per cucinare.
L’alimentazione mediterranea è un nuovo modello nutrizionale e contemporanea valoriz- zazione di un diverso stile di vita. Essa costitui- sce una tradizione antica capace di contribui- re al raggiungimento o al mantenimento di una salute accettabile e probabilmente ottimale, senza richiami a false utopie, ad estetici e stra- vaganti indirizzi dietetici e miracolosi rimaneg- giamenti culinari. La dieta mediterranea (ma, sembra giusto sottolinearlo, esclusivamente la dieta propria di specifiche aree geogra- fiche che si affacciano sul Mediterraneo, quali
il Sud dell’Italia e la Grecia), esaminata ed indi- cata come un modello dietetico sano, in grado cioè di incidere concretamente sul benessere a lungo termine delle popolazioni, offre inoltre sensazioni alimentari piacevoli che appaiono oggi sempre di più importanti per una buona qualità di vita in tutte le età. Per le popolazio- ni del Mediterraneo il modello alimentare me- diterraneo descrive una dieta tradizionale che può e che deve essere mantenuta, rivisitata e rivalorizzata, pur nell’ambito del moderno stile di vita; per gli americani, per i nordeuropei e per tutti coloro che vogliono migliorare la loro dieta, la dieta mediterranea descrive ed indica, nella sua ragionevole semplicità, un modello alimentare attrattivo per la sua famosa palata- bilità così come per gli effetti positivi sulla sa- lute e che deve essere adottato nella sua inte- rezza o in associazione ad altri stili nutrizionali documentati come tradizionalmente benefici.
Non c’è dubbio che, nel momento stesso in cui molti autori anglosassoni valorizzano quello che noi erroneamente crediamo di conoscere molto bene, nella maggior parte delle regioni mediterranee, anche del Sud dell’Italia, le abitu- dini alimentari sono cambiate e da un tipo d’a- limentazione basato su cereali, legumi, frutta, verdura, olio di oliva, pesce, siamo passati ad un’iperalimentazione, caratterizzata da un con- sumo sempre più ricco di grassi saturi animali e vegetali, di proteine animali, di zuccheri sem- plici. Molti cibi italiani sono americanizzati a tal punto che sono diventati così ricchi di grassi, colesterolo, sodio, energia, da essere diventati completamente diversi dai cibi tradizionali da cui dovrebbero derivare.
Ma quello che più sembra preoccupare è che la dilagante disinformazione culturale al ri- guardo indica alcuni prodotti alimentari (molti a buon mercato, ma di dubbia qualità nutrizio- nale) come i “nuovi alimenti” capaci addirittura di prevenire malattie e disordini. Nonostante che la dieta mediterranea abbia subito pro- fonde modificazioni e progressive involuzioni negli ultimi anni, alcuni cibi fondamentali sono tuttora la base del modello alimentare di molti paesi e sono consumati tradizionalmente come negli anni ‘50 e ‘60.
La speranza è che tutti i dati esistenti e le certezze scientifiche nella loro globalità, quelle più elementari e quelle più complesse, non sia- no relegate in torri di avorio né siano solo og- getto di conversazioni congressuali, ma siano materia di approfondimento, di verifica critica e di riflessione per gli operatori del settore di- dattico (medico-biologico e non) e per quanti hanno la diretta ed importante responsabilità dell’informazione ecologica e alimentare.
TM
Toscana Medica 1|2016
Info: gian.vannozzi@alice.it

