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popolazione umana e ciò è usato per il riconosci- mento individuale. Perfino in popolazioni geneti- camente molto omogenee, come sono i Finnici, c’è una grande variabilità di caratteri (come è di- mostrato dalla foto di questi 6 soldati). Al contra- rio si pensa che i pinguini reali non si riconoscono per tratti somatici specifici ma per distintive voca- lizzazioni. (Sheehan, 2014)
L’esistenza di un sistema neurale specifico per le facce è stata suggerita da tre evidenze speri- mentali: (1) una doppia dissociazione tra il rico- noscimento dei volti e il riconoscimento degli og- getti; (2) l’esistenza di neuroni selettivi per le facce organizzati in aree specifiche; (3) la presenza di potenziali evento-correlati (ERP) specifici.
Un secolo fa, l’antropologo, esploratore, non- ché cugino di Charles Darwin, Sir Francis Galton (a cui si deve l’invenzione dell’eugenetica, prima delle sue tragiche derive razziste) mise a punto un sistema fotografico per creare volti grazie alla fu- sione di più facce reali. Quando Galton produsse i primi visi ibridi fu sorpreso dal fatto che questi fossero ritenuti più belli. Questa osservazione è stata ripetuta e perfezionata utilizzando le mo- derne tecniche di computer grafica.
Quanto maggiore era il numero dei visi uti- lizzati per costruire il viso composito, tanto più questo veniva percepito come attraente; contem- poraneamente nessuno dei visi reali utilizzati per creare il composito veniva giudicato più attraente del viso composito.
Molti ricercatori hanno suggerito che le carat- teristiche dei volti rientranti nella media riflettono stabilità nello sviluppo e sono ottimali in termini funzionali soprattutto per la resistenza alle malat- tie. La normalità è quindi espressione delle qualità positive del partner.
Un’altra fonte di attrazione in un volto è rap- presentata della simmetria facciale come segnale di qualità del partner.
L’ultimo elemento importante è il dimorfismo sessuale che aumenta con la pubertà, dove i trat- ti sessualmente dimorfici segnalano maturità del potenziale riproduttivo e differenti qualità del partner.
I criteri di bellezza di un volto nei due sessi
La femminilità nei volti delle donne è ovvia- mente attraente in quanto espressione di fertilità. I volti che risultano essere più femminili rispetto alla media sono anche quelli considerati più at- traenti con le seguenti caratteristiche principali: mento piccolo, zigomi alti, area del viso ridotta, labbra carnose.
Rispetto alla femminilità i tratti più mascolini hanno un effetto minore sull’attrazione dei volti maschili. La mascolinità torna ad essere impor- tante nelle donne durante la fase fertile del ciclo mestruale in cui preferiscono nettamente volti più mascolini, ad esempio con carnagione più scura.
Figura 2
Figura 3 - (Sheehan, 2014)
I difetti più comuni variano da etnia a etnia?
A questo riguardo è significativa la diffusa pre- ferenza per i volti di soggetti nati da genitori di razze diverse che dimostrano un aspetto più sano rispetto agli altri volti, questo è possibile perché i
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