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QUALITÀ E PROFESSIONE 27
Figura 4 - Faccia composita simmetrica e versione asimme- trica (Little, 2011).
di bontà complessiva, con tutti i risvolti pratici (e inconsci) che questo comporta (persino sulle de- cisioni giudiziarie).
Quindi la bellezza oggettiva esiste, fornisce informazioni giudicate affidabili su età, fertilità, salute e il nostro cervello è ben allenato a ricono- scerla. Su un recente editoriale su Nature (Otto- bre, 2015) Karl Grammer, antropologo di Vienna, fra i pionieri degli studi sull’attrazione, dice: «gli esseri umani sono ossessionati dalla bellezza. E quando si trova un’ossessione come questa, ci de- ve essere qualcosa di più profondo che non una semplice norma culturale».
Il giudizio estetico è allora una miscela com- plessa di fattori genetici, culturali e oggettivi, che
Figura 5 - A) Immagini compositi di volti maschili e femmi- nili resi più mascolini e B) resi più femminili (Little, 2011).
geni si adattano ai diversi ambienti con una mag- giore resistenza alle malattie rispetto a coloro che hanno genitori provenienti dalla medesima razza.
Quando guardiamo un volto che trovia- mo bello si attiva il circuito dopaminergico del Reward (i cui principali centri si trovano nell’area tegmentale ventrale mesencefalica, nello striato ventrale e nella corteccia orbitofrontale). È un circuito che si attiva per tutti gli stimoli edonica- mente rilevanti generando sensazioni piacevoli. Vedere un volto attraente ci fa sentire come se avessimo appena vinto dei soldi, vederne uno po- co attraente come se li avessimo appena persi. Il cervello dunque risponde rapidamente e automa- ticamente alla bellezza.
L’attrazione estetica è anche alla base anche di un bias cognitivo come quello di giudicare in- telligente a prima vista, un individuo di bell’aspet- to. Quindi alla bellezza si associa un’idea morale
Figura 6
hanno avuto bisogno di milioni di anni per evol- versi.
La lunga durata e affidabilità di questi criteri estetici è dimostrata dalla rappresentazione del- la regina Nefertiti: in questo busto custodito al Neues Museum di Berlino e prodotto 3.300 anni fa, lei appare bellissima e seducente in virtù di ca- ratteristiche ancora oggi attualissime: labbra car- nose, zigomi alti, occhi allungati.
In questa dimensione estetica, l’arte, una delle più elevate espressioni della complessità umana e delle più raffinate modalità di rappresentare sen- sazioni ed emozioni, fornisce uno dei più preziosi documenti sul funzionamento del nostro cervello perché, come scrisse Paul Klee, “l’arte non ripro- duce il visibile, rende le cose visibili”.
TM
Info: grenri@tiscali.it
S O M M A R I O ToscanaMedica6|2016


































































































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