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di 15 anni e oltre. In particolare, la maggior parte del crollo è dovuto alla diminuzione del consumo di vino (sceso del 75% nello stesso periodo), che pur restando tuttora la bevanda più bevuta in Italia, è passato dal rappresen- tare il 90% del consumo alcolico globale nel 1961, al 66% nel 2010. Nello stesso arco di tempo la birra (che, in parte per un fenome- no di competizione e sostituzione del vino, nel frattempo ha avuto un incremento di consumi del 250%) è passata a rappresentare dal 2% al 23%, e i superalcolici dall’8% all’11%, dei consumi alcolici complessivi italiani (Organiz- zazione Mondiale della Sanità, 2011).
buenti alla diminuzione del consumo di vino, all’aumento di quello della birra, e al comples- sivo decremento del consumi di bevande alco- liche. Invece le misure alcologiche preventive non hanno avuto alcun effetto sulla riduzione dei consumi fino al 1988, per la semplice ra- gione che non c’è ne è stata alcuna in quel pe- riodo. È nel 1988 che è stata introdotta la pri- ma legge italiana sul bere alla guida, a cui poi hanno fatto seguito altre politiche restrittive. L’analisi ha indicato che tali misure preventive, introdotte quando già le curve dei consumi e dei danni erano in fase decrescente, posso- no al massimo aver contribuito a mantenere il trend in atto (AMPHORA3, 2013; Allamani, Voller, Pepe, Baccini, Massini & Cipriani, 2014; figura9).
In dettaglio, si è dimostrato che sono signifi- cativamente correlati con la riduzione dei consumi alcolici, specie del vino, i seguenti determinanti: a) fattorisocio-economiciedemograficiagenti
all’interno del periodo osservato:
• l’aumento del reddito e l’invecchiamen-
to della popolazione – occorsi tra 1960 e
2008;
• la cresciuta urbanizzazione – avvenuta spe-
cialmente tra il 1960, e prima, e il 1985;
• l’emancipazione delle donne dai ruoli tra- dizionali, come espresso dall’accresciuto impiego femminile, e dalla più tarda età delle madri ai parti – verificatisi soprattutto
tra il 1980 e il 2008;
• il cambiamento nel tipo di alimentazione,
con l’aumento del consumo di carne (a
partire dagli anni ’70) a danno del pane.
b) misure alcologiche restrittive introdotte in
diversi momenti del periodo osservato:
• l’introduzione delle leggi per il controllo del tasso alcolemico alla guida (1988 e
2001);
•il divieto di vendita di bevande alcoli-
che durante gli eventi pubblici di massa
(1991).
Nello spiegare i cambiamenti dei consumi i fat- tori socio-economici e demografici dimostrano comunque di avere una parte assai maggiore (il 90%) rispetto alle misure di politica alcologica (10%).
L’analisi ha inoltre dimostrato che la ridu- zione della mortalità per malattie croniche epatiche e per incidenti da trasporti è correlata (a) al miglioramento delle condizioni econo- miche e sociali - aumento di reddito e miglio- ri abitudini alimentari; (b) in misura minore, all’introduzione di alcune misure preventive - controllo del bere alla guida e le limitazioni alla vendita di bevande durante gli spettacoli di massa; (c) alla riduzione del consumo di vi- no e di superalcolici.
A cura della Direzione Diritti di cittadinanza e Coesione Sociale
Figura 7 - Consumi alcolici registrati (vino, birra, superal- colici) espressi in litri di alcol puro pro capite ≥ 15 anni in Italia, 1961-2010. Fonte: OMS, 2011.
Negli ultimi 40 anni si è verificata anche una grande riduzione (-74%) nella mortalità da epa- topatie croniche e cirrosi del fegato, passata dal 30,7 nel 1970 a 8,1 per 100.000 abitanti nel 2010 (Figura 2). Un considerevole decremento (circa il 64%) è occorso anche negli incidenti mortali legati ai mezzi di trasporto (in gran par- te costituiti da motoveicoli), che si sono ridotti da 19,6 nel 1979 a 6,9 per 1000.000 abitanti nel 2010 (Organizzazione Mondiale della Sani- tà, 2015), tendendo ad allinearsi ai valori della maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale (Figura 8).
Figura 8 - Tassi di mortalità per malattie epatiche croniche e cirrosi per 100.000 ab (1970-2009) e per incidenti di traspor- to per 100.000 ab. (1979-2009). Italia. Fonte: OMS 2014.
Lo studio AMPHORA3 ha dimostrato che le modificazioni dei fattori socio-economici e de- mografici avvenute in Italia a partire dal 1960 possono essere stati importanti fattori contri-
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