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36 QUALITÀ E PROFESSIONE
sottolineato quanto sia importante una corretta comunicazione con il paziente: in questa fase, “il capo équipe” è stato sicuramente lo studen- te di medicina che ha raccolto anamnesi ed ha eseguito l’esame obiettivo completo del paziente (sempre in presenza dei colleghi), con il successivo intervento dello studente di infermieristica che ha compilato la valutazione specifica preoperatoria. Le vere sorprese in questa fase, le abbiamo avute con gli studenti di psicologia che hanno deciso come meglio intervistare i pazienti: ci siamo resi conto in questo modo dell’aspetto “più emoti- vo” dei pazienti che fino ad ora non era emerso, potendo quindi “tranquillizzare” e sostenere i pa- zienti nelle loro preoccupazioni personali (spesso legate ad aspetti privati, a confidenze di amici e parenti, ...) che spesso non hanno il coraggio di esprimere di fronte al medico.
Agli studenti di psicologia è stato fornito un test guida con cui approcciarsi al paziente nelle varie fasi del suo percorso ospedaliero, lasciando comunque liberi i ragazzi di poterlo modificare come meglio ritenevano.
Il secondo incontro è stato organizzato il giorno dell’intervento. Lo studente di medicina ha brevemente richiamato l’anamnesi e l’esame obbiettivo per compilare la cartella medica, lo studente di infermieristica si è preoccupato di compilare il foglio di valutazione delle necessità assistenziali e insieme hanno verificato la corret- ta preparazione del paziente (digiuno, tricoto- mia, corretta compilazione della check-list preo- peratoria). Lo studente di psicologia, oltre ad as- sistere alla valutazione medica ed infermieristica, ha valutato lo stato d’animo del paziente ed il livello di ansia e preoccupazione. Tale valutazio- ne è risultata utilissima per rassicurare il paziente riguardo all’intervento chirurgico e sul corretto timing della premedicazione anestesiologica quando il livello di ansia registrato superava il limite tollerabile dal paziente stesso.
Gli studenti hanno poi accompagnato il pa- ziente in sala operatoria assistendo alle manovre anestesiologiche e all’intervento chirurgico (illu- strato tempo per tempo dagli operatori e dal tu- tor). Questo step si è rivelato molto utile per tutti gli studenti: lo studente di medicina (che spesso non era mai entrato prima in sala operatoria) ha potuto vedere interventi e procedure preceden- temente solo studiate; lo studente di infermie- ristica ha visto procedure mediche che di solito non fanno parte del normale percorso didattico, oltre al lavoro dello strumentista e del personale di sala operatoria; lo studente di psicologia ha “spiato” l’intervento chirurgico dell’assistito. A detta di molti studenti di psicologia il fatto di aver visto le procedure di sala operatoria ha poi permesso una miglior comprensione ed un mag- gior supporto del paziente nel postoperatorio.
L’esperienza si è conclusa con l’assistenza nel postoperatorio precoce (dal risveglio in sa-
la operatoria fino al passaggio in reparto e alla successiva dimissione) e tardivo (controllo della ferita ed eventuale rimozione dei punti di sutu- ra). In questa fase, gli studenti hanno affrontato l’eventuale insorgenza di complicanze postope- ratorie (infezione di ferita, ad esempio) e hanno potuto analizzare la corrispondenza tra le aspet- tative preoperatorie ed il risultato postoperato- rio. Anche in quest’ultima parte, la valutazione psicologica ha permesso di garantire un mag- gior supporto al paziente in caso di complicanze postoperatorie e ha dimostrato come un’ade- guata informazione prima dell’intervento pre- pari al meglio il paziente per il postoperatorio e permetta di ottenere una maggior aderenza tra risultato atteso e outcome postoperatorio.
Al termine dell’esperienza, gli studenti di psi- cologia hanno consegnato le loro valutazioni.
Particolarmente interessante (e innovativa) appare la valutazione psicologica che purtroppo è generalmente un po’ trascurata in ambito chi- rurgico, in particolare per interventi di chirurgia minore (ernioplastica, colcistectomia,...).
Abbiamo posto agli studenti di psicologia co- me unico obiettivo una valutazione dello stato di ansia, delle aspettative e dell’atteggiamento del paziente rispetto all’intervento chirurgico nel pre e nel postoperatorio.
La maggior parte dei futuri psicologi non ha scelto di basare la propria valutazione su test o questionari precompilati, decidendo che un buon colloquio sarebbe stato meglio di molti test. Questo atteggiamento rispecchia l’indivi- dualità e la soggettività del trattamento medico a cui si tende ormai da tempo (il giusto farmaco al giusto paziente), ma, contrasta con l’aderenza a linee guida internazionali che standardizzano la terapia, soprattutto in ambito chirurgico. Ci siamo resi conto in questa esperienza che, ben- ché l’utilizzo di test psicologici validati sia indi- spensabile per oggettivare i dati raccolti, non tiene sempre conto di tutti gli aspetti rilevanti per il paziente e non riesce quindi a garantire un completo supporto in talune situazioni.
Al termine dell’esperienza agli studenti è stato fornito un questionario di gradimento da compilare in maniera del tutto anonima. Da questo è emerso come l’ADE sia risultata partico- larmente innovativa e molto apprezzata, special- mente se paragonata alle offerte unidisciplinari che i vari corsi di laurea propongono. Oltretutto gli studenti hanno gradito poter collaborare e in- terfacciarsi con figure professionali diverse, espe- rienza del tutto nuova al momento del percorso di studi da loro raggiunto.
Quest’ADE rispecchia nella sua complessità di organizzazione e di svolgimento il lavoro quoti-
1Dipartimento di Chirurgia e Medicina Translazionale, AOU Careggi, Firenze
2Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche, Università degli Studi di Firenze
3Psicologia Dinamica, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Firenze
diano delle équipes multidisci. Info: dioscoridi.lorenzo@virgilio.it
TM
Toscana Medica 3|2016

