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QUALITÀ E PROFESSIONE 31
Stefano Grifoni,
Direttore della Medicina
e della Chirurgia
d’Urgenza e di
Accettazione dal 2003.
Specialista in Medicina
Interna, Malattie del
Cuore e dei Vasi,
Malattie dell’Apparato
Respiratorio, corso di
formazione in Medicina
di Urgenza, Harward
Boston. za in Italia, in Toscana e a Firenze senza ricorda-
re il Prof. Giancarlo Berni, che fino al 2005 ha ricoperto la carica di Direttore del Dipartimento di Emergenza e Accettazione di Careggi. A lui devo la mia formazione professionale. Tutte le professioni, se esercitate responsabilmente, im- pongono delle scelte, ma la medicina, avendo a che fare con la salute e la vita dei cittadini, ne impone di maggiori. E con il professore, nel tempo, di scelte e di cambiamenti ne abbiamo fatti in nome e in onore di una professione al- la quale abbiamo sempre creduto, lavorando instancabilmente con la forza e l’entusiasmo che lui riusciva a comunicare insieme alla sua umanità, passione, rigore scientifico, coraggio e generosità. Tutte qualità messe a disposizione dei suoi allievi e dei suoi pazienti con una gran- de capacità di diffondere il proprio sapere. Ho incontrato il Prof. Berni nell’ottobre del 1980 a Santa Maria Nuova dove il professore dirigeva il reparto di Medicina Interna. E qui svolgeva la sua attività anche nella cosiddetta “astanteria”. Forse molti ricorderanno quei tempi quando i medici erano normalmente impegnati all’inter- no dei reparti e poi, a turno, dovevano “coprire” il servizio di emergenza.
L’ambiente dedicato al Pronto Soccorso era costitutito di solito da uno spazio piccolo, spesso niente più che un corridoio ingombro di barelle, collocato immediatamente all’ingresso dell’Ospedale: accanto al Pronto Soccorso c’e- rano le Astanterie, dove sostavano i malati in attesa di essere indirizzati nei reparti. Il profes- sor Berni dette vita nel tempo ad un rilevante cambiamento culturale e strutturale di questi luoghi e oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Grandi pronto soccorsi chiamati medi- cina e chirurgia di accettazione e di urgenza, come quello di Careggi che è stato inaugurato nella sostanza e capacità di intervento nel lu- glio 2015, esempio strutturale e architettonico illuminato e che vanta ad oggi spazi per circa
4000 metri quadrati, a cui si rivolgono migliaia di cittadini non soltanto per un problema acuto insorto improvvisamente, ma anche per poter ottenere rapidamente una risposta. Negli ultimi dieci anni il numero degli accessi al PS di Careg- gi è passato da 34.000/anno a circa 100.000/ anno. Non basta: oggi il 70 % delle persone che si rivolgono al Pronto Soccorso lo fanno di loro iniziativa, spontaneamente, ovvero senza altre intermediazioni esterne, forse perché non han- no ricevuto una risposta adeguata ai loro biso- gni in altre sedi o forse semplicemente perché non l’hanno mai cercata. Infatti negli anni si è diffusa una nuova cultura e una nuova sensibi- lità nella popolazione. Il Pronto Soccorso è rite- nuto un luogo dove è possibile risolvere qual- siasi problema e l’85% dei cittadini riconosce il Pronto Soccorso come la risposta valida alle proprie esigenze.
Quale doveva essere la figura del medico all’interno di queste strutture?
Esattamente quella di un medico dedicato, con una idea dinamica della assistenza, che onora la sua professione risolvendo i problemi dei cittadini bisognosi di cure; un operatore orientato verso un approccio olistico alla medi- cina, in cui si privilegia la complessità dell’insie- me dell’organismo umano rispetto alle singole parti che lo compongono. Un medico che deve sapere, ma anche saper fare, e mentre pensa e riflette, deve agire. Volevamo una medicina tem- po dipendente, rapida, in grado di dare risposte immediate attraverso percorsi e protocolli. Nel poco tempo che spesso c’è a disposizione nel trattamento dei pazienti critici, questo medico deve effettuare una diagnosi e allo stesso tempo inserire devices e cateteri nel corpo dei pazienti. Rapido pensiero diagnostico e rapidità di azione, consapevole e addestrata. La rapidità di azione esige idee chiare sia dal punto di vista diagnosti- co che terapeutico. Questa è la medicina, che il prof Berni voleva realizzare sempre più dedicata alle problematiche della emergenza/urgenza.
Non potrei parlare della Medicina di Urgen-
STEFANO GRIFONI
Un vanto della cultura toscana: la medicina di emergenza-urgenza. Un ricordo
di Giancarlo Berni
S O M M A R I O ToscanaMedica8|2016


































































































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