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QUALITÀ E PROFESSIONE 33
una veloce diagnosi. Una medicina che opera efficacemente con interventi terapeutici salva vita utilizzando farmaci potentissimi che hanno efficacia solo se somministrati tempestivamente. Una medicina che cerca di assottigliare la barrie- ra tra l’uomo e le sue paure, ed in cui l’ansia del responso non è dilazionabile nel tempo. Sono convinto che questa medicina insegni ad ascol- tare ed il medico, per poterla esercitare frutto- samente, deve necessariamente imparare ad ascoltare. È questo un altro insegnamento del mio maestro: ascoltare le persone, le loro storie. E considerare il disagio del paziente che viene a trovarsi in una situazione non attesa, non con- sueta, disteso su un letto in mezzo ad altre per- sone che non conosce. Il Prof. Berni riusciva a compiere il miracolo dell’esistenza che si mate- rializza attraverso la sofferenza. Una sofferenza condivisa tra medico e paziente durante tutti gli attimi che vanno dalla diagnosi alla terapia. Mi piace ricordare come quest’uomo sapeva gestire il dolore e la paura dei pazienti con pochi stru- menti: l’attenzione, la gentilezza, talvolta una carezza, la simpatia... strumenti poco costosi ma preziosissimi.
Avviandomi alla conclusione penso che la medicina di urgenza indichi un tracciato, un metodo, un mezzo per far avanzare la medici- na tutta in un contesto moderno universalistico sostenibile, che vada oltre il modello euristico o quello bayesiano o quello algoritmico. Un me- todo che deve basarsi sulle nuove conoscenze scientifiche, sulle nuove disponibilità tecnologi- che e sulle nuove terapie. Un metodo che deve contribuire a modificare l’approccio al paziente in emergenza urgenza, riducendo i personalismi del singolo e incrementando il peso dell’orga- nizzazione e dell’intervento in Team a favore della sicurezza del paziente e dell’intero sistema. Oggi la medicina di urgenza riveste un ruolo de- terminante nella riduzione della mortalità e nel miglioramento dell’autonomia e della qualità della vita. Grazie al suo potenziale diagnostico dovuto alla contemporanea presenza di elevate professionalità e tecnologie, assume un ruolo centrale e difficilmente sostituibile in risposta ad un bisogno soggettivamente percepito come ur- gente dal cittadino. Infatti oggi costituisce una priorità per i cittadini il poter disporre di buoni servizi di pronto soccorso e la consapevolezza che tali servizi siano effettivamente disponibili fa crescere la fiducia nei confronti dell’intero si- stema sanitario. La medicina di urgenza rispon- de alla nuova cultura delle responsabilità, che accanto ai tradizionali indicatori di efficacia, ef- ficienza ed economicità, si pone come ulteriori obiettivi la correttezza e la trasparenza in tutti gli aspetti della gestione della salute pubblica.
Oggi la medicina di urgenza risponde piena- mente al criterio di uguaglianza dei cittadini di fronte alle situazioni a maggior rischio sanitario
e garantisce la fruibilità di interventi di alta spe- cializzazione e delle innovazioni tecnologiche senza distinzioni sociali o di genere religioso o etnico e per questo tutti noi Italiani dobbiamo essere orgogliosi.
La medicina di urgenza è superamento del- le criticità burocratiche, per il semplice motivo che non è ammessa burocrazia nel trattamento delle urgenze, dove è necesssario e indispensa- bile puntare dritto allo scopo senza il frapporsi di ostacoli inessenziali. La medicina di urgenza valorizza il rapporto medico-paziente, che de- ve essere considerato come una componente indispensabile nella strategia dell’ atto di cura. Prendendo in effettiva considerazione quanto è percepito dal paziente pone questo rapporto inscindibile per ottimizzare l’efficacia del tratta- mento in urgenza e ne consente una forte uma- nizzazione. In conclusione il professore ha ge- nerato il cambiamento della professione medica che vive parallelamente al cambiamento sociale. Il cambiamento della società che stiamo vivendo in questi anni dovrà far riflettere sulla necessità di mettere in atto progetti tendenti sempre a proteggere i cittadini più indifesi, più bisogno- si di assistenza, progetti che rispondano pie- namente ai nuovi bisogni della popolazione in relazione alle nuove sfide sociali legate ai flussi immigratori, all’aumento delle patologie croni- che, all’aumento delle disabilità, all’aumento di atti violenti contro le donne, all’aumento degli anziani. Già sono nati i percorsi socio sanitari per le malattie acute dei disabili psichici e fisi- ci, il codice rosa a difesa delle donne vittime di violenza, ed ora è in corso lo studio per la realiz- zazione di percorsi in uscita dall’ospedale degli anziani soli, malati e abbandonati a se stessi.
Qualcuno ha detto che la medicina è un arte che viene esercitata in attesa di essere scoper- ta. Ho sempre pensato che questo straordinario aforisma cogliesse la reale natura delle cose. La medicina è una complessa miscela di arte, nel senso che la tradizione assegna a questo ter- mine, tecnica e metodo scientifico. In questo contesto la medicina d’urgenza può essere vista come una frontiera che coniuga il sapere della scienza medica con una forma particolare di in- tuizione, che non è ovviamente divinatoria, ma che viene dalla conoscenza e dall’esperienza. È una medicina tempo-correlata, umanistica, che recepisce pienamente il concetto di uguaglian- za dei cittadini. Nata in una città come Firenze culla dell’umanesimo. È la medicina che il Prof. Berni ha sempre esercitato e in cui ha sempre creduto, che spero di poter proseguire in suo nome, per valorizzare ancora di più le radici della scuola medica fiorentina per tutti i giovani medici e per tutti i cittadini.
TM
Info: grifonis@aou-careggi.toscana.it
S O M M A R I O ToscanaMedica8|2016


































































































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