Toscana Medica -Agosto-Settembre-2019
8/2019 T OSCANA M EDICA 12 testatina quali à e professione Un nome dolce che nasconde molto amore, ma anche molta sofferenza. Mamma segreta si rivolge a tutte quel- le donne che si trovano in difficoltà. • Donne che si accorgono di aspetta- re un bambino nel momento sba- gliato della vita. • Donne che sono giovani e inesperte. • Donne in condizioni di disagio per- ché psichicamente labili. • Donne in condizioni di povertà. • Donne vittime da dipendenze. • Donne malate. • Donne assoggettate a una vita di illegalità e di abusi. • Donne che non comprendono la nostra lingua. Per tutte queste donne ci sono tante forme di aiuto e percorsi; basta co- noscerli. Innanzitutto la legge n. 194, che consente, secondo precisi termini, di interrompere volontariamente la gravidanza. È una legge che sancisce il volere della donna come libero e insinda- cabile. È stata concepita quale stru- mento di tutela e garanzia a cui non deve sovrapporsi nessun giudizio: dietro ogni interruzione, si celano molte storie, molti dolori e situazio- ni intercorrenti che non possiamo conoscere. L’unica regola è di attenersi a quanto dice la legge. Le clandestine o le immigrate, però, vuoi per paura di essere rimpatriate, vuoi per ignoranza o impossibilità di comprensione della lingua, possono non sapere dell’esistenza della 194 o non rivolgersi alle strutture pub- bliche a causa della condizione di clandestinità. E allora prendono vie traverse e pe- ricolose; non solo per il bambino, ma anche per se stesse. Esiste un mondo legato alla malavita e alla pratica di aborti eseguiti in am- bienti malsani e insicuri, da persone improvvisate e senza scrupoli. Il risultato spesso, oltre all’aborto, sono emorragie importanti e anche letali e insorgenza di infezioni gravi per la vita o irreparabili per possibili gravidanze future. La causa maggiore di morte mater- na è, infatti, l’emorragia e la seconda sono le infezioni. Il fenomeno dell’abbandono si ripro- pone sempre, anche se ne parla poco e molto spesso avviene in condizioni drammatiche. Fin dall’antichità l’abbandono dei neonati indesiderati è stato un even- to diffuso. Gli ebrei vietavano l’uccisione dei neonati, ma consideravano legale l’abbandono o la vendita degli illegit- timi. La Grecia considerava legali sia l’in- fanticidio che l’abbandono. Nella civiltà romana il padre che non riconosceva il figlio come pro- prio aveva la possibilità di portare il bambino alla columna lactaria , espo- nendolo alla pietà di chi passava e più spesso alla sorte di morire di fame o essere fatto schiavo. La condizione dei neonati abbando- nati (esposti) cambiò con l’avvento del Cristianesimo. Nel 315 Costantino sancì che una parte del fisco fosse utilizzata per il soccorso degli infanti abbandonati e per i figli delle famiglie povere. Nel 318 una legge impose la pena di morte per l’infanticidio ma non san- zionò chi vendeva i propri figli. Il primo ricovero per neonati (xeno- dochio) fu istituito a Milano nel 787. La prima “ruota” comparve a Mar- siglia, nel 1188. In Italia, secondo la tradizione, Papa Innocenzo III, turbato da ricorrenti sogni in cui gli apparivano cadaveri di neonati ri- pescati dalle reti nel Tevere, istituì una “ruota” nel 1198 nell’ospedale Mamma segreta, un progetto coraggioso che offre aiuto alle donne che si trovano in difficoltà per molti e diversi motivi. Poco, anzi quasi per niente conosciuti, sono i percorsi sanitari e istituzionali a disposizione sia di donne italiane che di donne migranti, in possesso del permesso di soggiorno o in condizione di clandestinità. La legge dello Stato italiano sancisce la possibilità di partorire in anonimato in ospedale e di decidere se riconoscere o meno il neonato. Sono offerti tanti aiuti, sia legali che economici e sociali. Parole chiave: mamma segreta, abbandono, parto in anonimato, disagio sociale, impegno delle istituzioni Mamma segreta di Elisabetta Peruzzi Elisabetta Peruzzi Medico Chirurgo, laureata nel 1988 e specialista dal 1992, dirigente 1° livello S.C. Anestesia e Rianimazione Azienda Toscana-Centro Presidio San Giovanni di Dio. Incarico aziendale di referente per l’Anestesia in Ostetricia dal 2011
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