Toscana Medica -Agosto-Settembre-2019
T OSCANA M EDICA 8 / 2019 21 testatina qualità e prof sio e Mi sembra utile e doveroso informa- re i colleghi almeno della Toscana su quanto sta succedendo all’estero sul tema dell’autismo, di cui mi sembra non ci sia per ora eco in Italia. Quello dell’autismo è un tema molto caldo in questo periodo, viene citato spesso dagli organi di informazione e anche da politici e personalità istitu- zionali, come il Presidente della Re- pubblica. Questa sindrome, nota da- gli anni Quaranta del secolo scorso, ha vivacchiato, diciamo così, in am- bienti specialistici ristretti fino agli anni Ottanta e poi ha avuto un exploit passando nelle statistiche epidemio- logiche dal valore di 0,5 per mille a quello attuale di 1 o addirittura 2 per cento e diventando oggetto di cam- pagne informative, se non propagan- distiche, a tappeto. Nel 2013 è uscito un ponderoso libro della dott.ssa Lynn Waterhouse, cli- nica e ricercatrice esperta dell’Uni- versità del New Jersey, a suo tempo collaboratrice della dott.ssa Lorna Wing, nota pioniera nel campo. In questo libro la Waterhouse ha pas- sato criticamente in rassegna tutta la conoscenza acquisita fino ai giorni nostri nella ricerca sull’autismo. Ana- lizzando i dati disponibili in un lavo- ro ampio e approfondito, ha concluso che nonostante tutti i mezzi messi in atto la ricerca non ha raggiunto alcun obiettivo: in realtà tutti gli studi non hanno portato alcun apprezzabile au- mento delle conoscenze nel campo. Il motivo principale del fallimento è stato a suo avviso il non aver tenuto conto della grande “eterogeneità” dei casi compresi sotto lo stesso “om- brello” diagnostico, continuando a trattare come un’unica entità i casi diagnosticati come “disturbo dello spettro autistico”. In altre parole, avendo messo in un unico calderone capra e cavoli, cioè i casi più diversi, la ricerca si è incartata. Come facil- mente prevedibile. Nella mia prospettiva, una causa importante di quanto sopra detto è stata la confusione diagnostica se- guita all’uso prevalente di strumenti diagnostici basati essenzialmente su test , come l’ADOS, diffusi in modo epidemico anche per le scelte istitu- zionali dei Servizi, che hanno di fatto soppiantato i metodi clinici facendo perdere una quantità di elementi uti- li per la comprensione dei casi. Su questa base la Waterhouse ha messo in discussione l’uso della dia- gnosi e il concetto stesso di autismo e tanto più di spettro autistico e ha concluso che tali concetti sono pri- vi di validità scientifica e logica. Ha criticato anche la nozione di “comor- bidità” con cui sintomi diversi che spesso complicano il quadro clinico L’attuale modello di comprensione dell’autismo sta ricevendo crescenti critiche a livello internazionale, mentre apparentemente tutto tace da noi, in assenza di risultati veramente significativi. Da varie parti si propone di “abbandonare l’autismo” come unica categoria diagnostica per ripartire su nuove basi scientificamente più valide. Parole chiave: autismo, spettro autistico, diagnosi, sviluppo infantile, assistenza Il tema dell’autismo continua a suscitare grande interesse tra i medici, i ricercatori e le famiglie che si trovano tra mille difficoltà a dovere ge- stire in prima persona questi delicatissimi pazienti. “Toscana Medica”, nello spirito di contribuire alla discussione e al dibattito tra tutti i medici iscritti all’Ordine di Firenze, che l’ha caratterizzata dalla sua fondazio- ne, ha ricevuto i contributi di due colleghi che esprimono le proprie convinzioni in tema di autismo. Li pubblichiamo insieme, con l’impegno che la discussione che dovesse scaturire troverà nella rivista la stessa ospitalità. Sta per scoppiare la bolla dell’autismo? di Gianmaria Benedetti Gianmaria Benedetti Neuropsichiatra infantile, psichiatra, psicoterapeuta, già in servizio nell’Ospedale di Careggi e nella ASL di Firenze. Già direttore medico del Centro AIABA (Associazione Italiana per l’Assistenza ai Bambini Autistici) di Firenze. Autore del Portale di Neuropsichiatria Infantile, Psichiatria e Psicoterapia
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