Toscana Medica -Agosto-Settembre-2019

8 / 2019 T OSCANA M EDICA 4 testatina edi or ale tia. Dopo questo incontro c’è stato l’im- pegno da parte di tutti (Ministeri, Or- dini professionali sanitari, Presidenza di Camera e Senato, stampa e mondo politico) al grido di “no alla violenza sui medici”. Efficacissimo ed assolutamen- te da condividere anche lo slogan “Il nemico è la malattia non il medico”. Ancora. Sempreagiugno laFNOMCeO ha avuto un incontro importante con il Ministro per gli Affari regionali al quale è stata riportata la preoccupazione dei medici riguardante sia la tenuta com- plessiva del nostro Sistema Sanitario che i percorsi formativi dei professio- nisti. Questi ultimi dovrebbero essere uniformi a livello nazionale, così come lo dovrebbero essere anche i contratti di lavoro. Ovviamente sono state accolte con grande favore le assicurazioni del Mi- nistro che ha garantito che il Servizio Sanitario rimarrà nazionale e solidale. Ben condivisibili appaiono a questo proposito le parole del Presidente del- la FNOMCeO, Filippo Anelli che, di fronte alla imprescindibile autonomia delle Regioni (peraltro prevista dalla Costituzione) ha dichiarato che come medici “siamo pronti a mettere a di- sposizione le nostre competenze per tutelare i servizi cardine in Sanità e ga- rantire assistenza ai cittadini in quella dimensione universalistica che rende il nostro Servizio Sanitario nazionale tra i migliori al mondo per efficienza ed ef- ficacia così come per salute e longevità dei suoi assistiti”. Come vedete si tratta solo un piccolissi- mo campionario di istanze e problema- tiche che in questi mesi si troveranno a navigare nel mare in tempesta della nostra politica. Si tratta comunque di situazioni che, almeno sulla carta, sem- brano proprio fare ben sperare. Voglio crederlo e voglio condividere con voi questa fiducia nel domani della nostra professione, affidata ai tanti gio- vani preparati e consapevoli che dob- biamo comunque ancora proteggere e guidare. Siamo convinti che nel tempo buio di oggi l’ottimismo e la speranza nei nostri giovani siano valori veramente da per- seguire e fortificare. completezza, ma per condividere con voi qualche elemento di un elenco for- zatamente non esaustivo. Inizio con un argomento che da tempo occupa spazio praticamente quotidiano su giornali e televisioni: il cosiddetto “imbuto formativo” che tanti problemi sta creando alla nostra Sanità e che, se non correttamente affrontato, ne cau- serà molti di più in un futuro purtroppo ormai vicinissimo. Si tratta, come ben si sa, di quella palude che ad oggi intrap- pola inesorabilmente circa undicimila giovani colleghi nel periodo che inter- corre tra la laurea e l’eventuale ingresso in una Scuola di specializzazione o al Corso triennale in medicina generale. FNOMCeO e Ministero della Salute si sono dedicati con impegno alla questio- ne ed hanno raggiunto alcuni accordi di massima che fanno ben sperare. In primo luogo si è deciso di allineare il numero delle lauree a quello dei posti disponibili nelle Scuole, obiettivo pres- soché ad oggi raggiunto con l’istituzio- ne di 8905 contratti di formazione spe- cialistica e 2000 borse per la medicina generale a fronte di una previsione di circa diecimila nuovi laureati all’anno. Si è inoltre iniziato a delineare un piano complessivo, da concordare fra i Mini- steri della Salute e quello dell’Istruzio- ne, che nei prossimi anni dovrebbe pre- vedere anche un canale aggiuntivo per l’ingresso alle Scuole di Specializzazio- ne riservato ai medici laureati da alcuni anni che ancora non sono riusciti ad en- trare. Salvo cambiamenti intercorrenti, non auspicabili ma forse possibili, la strada giusta sembra finalmente essere stata identificata. Ancora. Il 13 giugno il Comitato Cen- trale della FNOMCeO ha affrontato con il Ministro della Salute, la que- stione gravissima della violenza contro i medici e gli operatori sanitari legata, almeno in parte, alla ovviamente sba- gliata convinzione che la Medicina oggi possa curare e guarire qualsiasi malat- Curare le persone vuole dire avere, tra l’altro, approfondite conoscenze tec- niche, capacità di ascolto, empatia nei confronti dei pazienti, buona attitudine verso i colleghi, assoluto rispetto del- le norme che regolano la professione. Tutto questo ed altro ancora si compen- dia nell’alto ruolo sociale che i medici si sono da sempre visto riconoscere. Oggi le cose sfortunatamente non van- no più in questa direzione ed il suddet- to ruolo appare parecchio “acciaccato”, opaco e svuotato di tanti significati. Il medico si trova ad agire all’interno di un contesto sociale in via di profonda e velocissima trasformazione dove il rapporto con il paziente, fondamento imprescindibile del suo operare, diven- ta purtroppo in molti casi solo uno dei mille aspetti da affrontare e gestire nel migliore e meno dispendioso dei modi. Inoltre, al di là di qualsiasi personale ed insindacabile valutazione ideologica, l’incertezza della situazione politica del nostro Paese ed il ruolo che l’Italia si sta costruendo a livello internazionale, non sembrano essere al momento di grande aiuto alla nostra professione. L’opinione pubblica inevitabilmente avverte questo clima di “tempo sospe- so” e si preoccupa di fronte agli strilli della stampa che tutti i giorni parla di carenza di medici, abbassamento della qualità delle prestazioni, fuga di cer- velli senza ritorno, Pronto Soccorsi ed ospedali abbandonati a sé stessi o ge- stiti, a seconda dei giorni, da neolaure- ati senza esperienza, da professionisti a gettone o della più varia provenienza. Potremmo continuare all’infinito… Senza comunque voler nascondere la difficoltà della situazione attuale o disconoscere la crisi complessiva che ormai da tempo angustia la nostra pro- fessione, vorrei ricordare alcuni segna- li positivi che hanno visto la luce nel corso degli ultimi mesi e che speriamo possano evolvere nella giusta direzione. Tutto questo senza nessuna pretesa di L’ottimismo? Oggi più che mai un obbligo di Teresita Mazzei

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