Toscana Medica -Agosto-Settembre-2019

8 / 2019 T OSCANA M EDICA 6 testatina l copertine di toscana medica mento che fu la prima vera farmaco- pea comparsa sul territorio italiano, che fosse redatta da un comitato di esperti, promossa ed emessa dall’isti- tuzione competente, pubblicata per volere dell’autorità costituita. Il merito di Cosimo I e dei suoi suc- cessori fu proprio in questa volontà di uniformazione delle prescrizioni e delle preparazioni dei medicamenti, per combattere impostori e abusivi, e tutelare la Sanità pubblica, “ per be- nefitio della vita humana ”. donatella.lippi@unifi.it Il Ricettario Fiorentino venne più vol- te rivisto e pubblicato in numerose edizioni, fino al XVIII secolo: grazie ai successivi aggiornamenti, venivano registrati periodicamente anche i nuo- vi farmaci, soprattutto dopo che si am- pliarono gli orizzonti geografici, intro- ducendo nella farmacopea sostanze esotiche e sconosciute fino ad allora. Chiarezza delle norme, attuazione dei regolamenti, pene per i contrav- ventori. In questa prospettiva, il Ricettario Fiorentino rappresenta un elemen- to fondamentale nella storia della Sanità toscana e nazionale, dal mo- scelse i torchi di Lorenzo Torrentino, lo stampatore ducale, per sottoline- are ancora di più il suo carattere di ufficialità. Venne realizzata un’elegante edizio- ne in folio , il cui contenuto era diviso in tre sezioni. Nella prima, si forni- vano le norme per la preparazione dei farmaci semplici e composti e “ le regole generali di comporle et di porgerle et ministrarle agli infermi quando saranno ordinate da e me- dici ”; la seconda parte raccoglieva “ tutte le ricette di varie sorti di medi- cine usuali, tratte da diversi autori ”; la terza parte comprendeva la lista di pesi e misure e un elenco di medica- menti “ succidanei ”, da utilizzare per integrare gli ingredienti mancanti. Ampio spazio veniva dato anche alla figura ideale dello speziale, di cui si elencavano caratteristiche, fisiche, morali e culturali, e alla “ spetieria ”, che doveva avere requisiti struttu- rali ben precisi, dal punto di vista dell’ubicazione e dell’esposizione a sole e venti. Per chi non avesse ottemperato alle richieste di legge, nel settembre 1561 venne emanata da Cosimo I una rigidissima provvisione, con cui si prevedevano pene molto severe. Per monitorare il comportamento degli speziali, veniva istituita anche una commissione di “ veditori del medicinale ”, composta da uno o due speziali e da un medico “ di buona qualità et pratica ”, che avrebbe visi- tato fra ottobre e novembre di ogni anno “ ciascuna bottega di spetiale ”. Messi, donzelli o cercatori avrebbero dovuto verificare che le procedure venissero rispettate e istruire le pra- tiche contro i trasgressori. In un primo momento furono esclu- se da questa normativa le spezierie di ospedali e conventi, ma solo fino al 1562, quando il duca di Firenze im- pose un’unica disciplina comune. Agli speziali che, senza il consulto di un medico fisico, avessero prescritto medicine “ da pigliar per bocca e ca- var sangue ”, sarebbe stata commina- ta una multa di dieci scudi “ per ogni ordinazione ”, ma, alla terza condan- na, sarebbero incorsi nella “ privazio- ne dell’esercizio ”. Arte de’ medici e speziali Firenze, Ricettario fiorentino di nuouo illustrato . In Firenze, nella stamperia di s.a. sereniss. per Vincenzio Vangelisti e Pietro Matini, 1670 (Biblioteca Biomedica dell’Università degli Studi di Firenze) (su concessio- ne dell’Università degli Studi di Firenze, con divieto di ulteriore riproduzione o duplicazione).

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