Toscana Medica -Novembre-Dicembre2019
10 / 2019 T OSCANA M EDICA 12 testatina opinio i a confronto che permettano analisi economiche serie e attendibili, in grado di offrire ai decisori e ai clinici criteri oggettivi di valutazione e decisionali. Dovreb- bero, ad esempio, essere portati a sistema il dato di ritorno dell’impie- go del farmaco nella “ real life ”, delle risorse allocate per linee patologiche (flusso dalla periferia al centro), in modo che l’informazione sia utile a verificare il “valore” del farmaco, in termini di esiti rispetto all’atteso, non solo clinico ma anche sociale. Valu- tazioni che necessariamente devono avere un ambito di aggregazione ele- vato, cioè nazionale. MESSORI - Concordo con la dotto- ressa Desideri quando afferma che le informazioni devono circolare il più possibile tra gli operatori della Sani- tà. Purtroppo bisogna però sottoline- are che in Italia ancora scontiamo un ritardo drammatico nella tracciabilità dei dati riguardanti i nostri pazienti. Paradossalmente, avere da tanti anni un SSN non ha aiutato. Infatti, in confronto con gli Stati Uniti (dove peraltro impera il “disastro” della mancata universalità dell’assisten- za), la tracciabilità delle informazioni sanitarie funziona meglio perché il sistema è basato sulle assicurazioni private, registra le attività svolte da- gli ospedali e dai reparti sui singoli pazienti e di conseguenza da molti anni ha reso disponibili enormi moli di dati relativi ai pazienti e all’inte- ra loro storia clinica. Al contrario, da noi spesso non si riesce ad andare ol- tre la semplice tracciabilità/contabili- tà dei reparti ospedalieri. In Italia, entrando più nello spe- cifico, i “famosi” registri AIFA per patologia sono stati lasciati un po’ a metà del guado e questo credo sia la soluzione peggiore: o li consideriamo davvero utili e li implementiamo con una performance adeguata oppure li abbandoniamo e cerchiamo soluzioni alternative. In questo senso credo sia da sotto- lineare con favore l’iniziativa recen- temente messa in atto da Toscana, Piemonte e Veneto di condividere i dati dei registri AIFA locali relati- vi ad alcune patologie oncologiche configurato come esempio (negativo) di un’organizzazione sanitaria poco elastica (spesso definita “a silos”) se- condo la quale ogni malattia o grup- po di malattie viene gestito con tanti silos “verticali” dedicati ciascuno alla rispettiva patologia (con relativi tratta- menti) e rigidamente separati tra loro. Ogni silos in pratica opera per conto proprio e non interagisce con quanto succede in quelli accanto. Tanto per fare degli esempi, sono silos quelli della patologia neoplastica polmona- re (che stiamo qui discutendo) come quelli delle malattie genetiche oppu- re, ancora, quelli dell’ematologia ecc. Ovviamente, in questo modello an- che i costi vengono rigorosamen- te separati tra i silos cosicché ogni disciplina finisce per vedere come “nemiche” tutte le altre che cercano di garantirsi maggiori entrate. Ma, soprattutto, si opera in un contesto in cui mancano dei criteri di finan- ziamento pre-definiti, condivisi e sufficientemente dinamici (in parti- colare per indirizzare i finanziamenti riguardanti l’innovazione). Bisognerebbe invece che la situa- zione e le richieste di tutti (con dati, descrizione del contesto, descrizione dei bisogni assistenziali in rappor- to alle “novità”) fossero discusse e condivise in base a criteri (sia pure minimamente) prestabiliti, allo sco- po di identificare oggettivamente le aree in cui l’innovazione è davvero in grado di garantire miglioramenti di salute rilevanti. DESIDERI - Le risorse devono certa- mente essere allocate con flessibilità e dinamicità per evitare quello che anche recentemente è accaduto in al- tri Paesi europei e non solo in Italia. In pratica sono state destinate delle risorse per farmaci ritenuti innovativi e poi alla verifica dei fatti non risultati tali, stornando soldi ad altri processi, anche di carattere organizzativo, che verosimilmente avrebbero potuto ga- rantire risultati migliori. In questo senso i “numeri” contano eccome, per cui risorse adeguate de- vono necessariamente essere impie- gate per dotarsi anche di tutti quegli strumenti organizzativi e gestionali AMUNNI - La rete oncologica toscana è organizzata in “nodi” che corrispon- dono più o meno alle singole realtà provinciali. A questo livello oggi può essere utilmente trattato circa l’80% della casistica oncologica complessi- va, inviando il restante 20% ai Centri regionali di livello superiore, come avviene ad esempio per il tumore del pancreas la cui chirurgia deve essere necessariamente demandata a strut- ture dotate di casistica ed esperienza adeguate. D’altro canto, sempre nell’ottica del- la rete, non meraviglia che a oggi in Toscana esistano circa 10 breast unit rispondenti ai criteri ministeriali di al- meno 150 casi incidenti all’anno e che certamente offrono alle pazienti un servizio molto migliore di quello che avrebbero potuto garantire solamente 2 o 3 centri in tutta la Regione. TOSCANA MEDICA - Due questioni ineludibili in qualsiasi campo della Sanità moderna: sostenibilità degli interventi e corretta allocazione delle risorse. MESSORI - Nel nostro Paese, come del resto in molte altre realtà estere, siamo da sempre abituati a una for- te staticità dei modelli organizzativi applicati alla gestione delle strutture sanitarie e dei relativi finanziamen- ti. Nel campo dei farmaci cito l’e- sempio dell’epatite C per spiegare questo concetto. Fino a poco tempo fa questi pazienti, a un certo punto della loro storia clinica, venivano sostanzialmente lasciati a loro stes- si non essendo disponibili terapie realmente in grado di modificare il corso della malattia. Poi però sono comparse sul mercato opzioni di cura nuove e di elevata efficacia che hanno immediatamente generato un bisogno terapeutico tra queste popo- lazioni di malati. Gli epatologi (così come gli amministratori del SSN ai vari livelli) si sono improvvisamente trovati a gestire con evidente diffi- coltà questo bisogno nuovo e rile- vante sotto tutti gli aspetti, clinici, economici, organizzativi, di ricerca, di comunicazione ecc. Questo esempio si è inizialmente
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