Toscana Medica -Novembre-Dicembre2019
T OSCANA M EDICA 10 / 2019 23 testatina clima s lute sono responsabili di 41 milioni di morti sui 57 globali, con valori ele- vati anche per i soggetti di età com- presa tra 30 e 69 anni, a dimostra- zione del fatto che non sono solo appannaggio degli strati più vecchi della popolazione. L’importanza dell’alimentazione nel- la prevenzione e nella gestione del- le malattie e delle morti premature causate da malattie croniche non tra- smissibili è scientificamente suppor- tata da dati epidemiologici. Una corretta alimentazione, infatti, può avere un impatto positivo sulla crescita e sullo sviluppo sano duran- te l’infanzia e l’adolescenza e sulla mitigazione dei problemi di salute in età adulta. Alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, i modelli alimentari che determinano maggiori benefici per la salute sono quelli che prevedono un elevato consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, frutta secca, pesce e latticini a ridotto contenuto di grassi, e un limitato consumo di carne e derivati, prodotti raffinati e alimenti zuccherati. Tra i vari modelli dietetici che pre- sentano queste caratteristiche, la Dieta Mediterranea è sicuramen- te uno dei più studiati e apprezzati. Valutata scientificamente negli anni ’60 dal professore statunitense Ancel Keys, fisiologo e nutrizionista di fama mondiale, essa è caratterizzata da un elevato consumo di alimenti di origi- ne vegetale, olio di oliva come prin- cipale fonte di grassi, un moderato consumo di pesce, latticini, uova e vino (solo durante i pasti) e un basso consumo di carne. Inserita dall’UNESCO nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’u- Secondo l’Organizzazione Mondia- le della Sanità, il peso delle malat- tie croniche non trasmissibili sta aumentando rapidamente in tutto il mondo con conseguenze gravo- se sulla popolazione e sul sistema sanitario. Queste patologie sono la causa più importante di mortalità e malattia e la loro gestione comporta un costo notevole che si estende a tutta la società. Secondo le ultime statistiche, esse manità nel 2010, la Dieta Mediterra- nea non ha solo valenza nutrizionale, ma anche culturale e sociale e si pre- senta come modello di dieta sosteni- bile per la salute e l’ambiente. Un punto cruciale nello studio della Dieta Mediterranea negli ultimi anni è stato l’introduzione di indici o pun- teggi di aderenza che hanno permes- so di misurare e quantificare il com- plesso concetto di aderenza a questo modello alimentare, mettendolo in relazione con indicatori di salute. Questo approccio, che valuta il pat- tern alimentare nel suo complesso piuttosto che concentrarsi sull’analisi delle singole componenti della dieta, riconosce che i cibi vengono consu- mati in combinazione e che gli effetti sulla salute sono la conseguenza di una sinergia tra nutrienti piuttosto che di una semplice somma dei com- ponenti individuali. Il primo indice di aderenza alla Die- ta Mediterranea è stato creato dalla professoressa Trichopoulou e colle- ghi e si basa sul consumo quotidiano e/o settimanale di alcuni alimenti definiti a priori tipici della Dieta Mediterranea. Successivamente sono stati creati altri indici di aderenza, specifici per diverse regioni geografiche, basa- ti su linee guida o che considerano tra i vari componenti non solo grup- pi alimentari, ma anche nutrienti. La loro validità e la loro utilità sono Stili di vita e abitudini alimentari cambiano nel tempo, modificando in negativo la qualità di vita della popolazione. La valutazione dell’aderenza alla Dieta Mediterranea attraverso un breve questionario basato sulla letteratura scientifica potrebbe rappresentare un’opzione nella strategia per il miglioramento e la prevenzione delle patologie correlate all’alimentazione. Parole chiave: Dieta Mediterranea, prevenzione, aderenza, questionario È possibile misurare l’aderenza alla Dieta Mediterranea? di Francesco Sofi, Monica Dinu Francesco Sofi Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze; SOD Nutrizione Clinica, AOU Careggi Monica Dinu Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze; SOD Nutrizione Clinica, AOU Careggi
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