Toscana Medica -Novembre-Dicembre2019
10 / 2019 T OSCANA M EDICA 8 testatina opinio i a confronto risultato inoltre ben tollerato con un profilo di sicurezza coerente con quanto osservato nelle altre linee di trattamento e legato a una riduzione del 37% del rischio di morte, sep- pure quest’ultimo dato necessiti an- cora di ulteriori conferme. La scelta di quale di queste molecole sceglie- re in ogni singolo paziente è legata principalmente alle caratteristiche cliniche del paziente stesso e alla tossicità attesa. Anche per i pazienti ALK riarrangiati la terapia biologica rappresenta la prima scelta di cura. In particolare alectinib, farmaco orale altamente selettivo e prescrivi- bile in Italia da circa un anno, si pre- senta in prima linea come una vera e propria rivoluzione nel trattamento del carcinoma polmonare non a pic- cole cellule ALK positivo, malattia a prognosi sfavorevole che spesso pre- senta metastasi a distanza, in parti- colare a livello cerebrale. Il farmaco ha dato risultati migliori rispetto ad altri inibitori di ALK in termini di efficacia anche per quanto riguarda le metastasi cerebrali che fino a oggi risultavano scarsamente controlla- te dal precedente standard of care rappresentato essenzialmente da crizotinib. Questi risultati positivi, che sono valsi alla molecola lo sta- tus di farmaco innovativo da parte di AIFA, sono emersi dallo studio di fase III ALEX nel quale alectinib usato come prima linea di tratta- mento ha dimostrato di ridurre del 57% il rischio di progressione della malattia o morte triplicando la me- diana della sopravvivenza libera da progressione rispetto a crizotinib (34,8 vs 10,9 mesi). Lo studio ha inoltre dimostrato come alectinib sia in grado di ritardare l’insorgen- za di metastasi cerebrali, riducendo dell’84% il rischio di progressione di malattia a livello encefalico. Im- portanti anche i traguardi raggiun- ti in termini di tollerabilità. Infatti i dati disponibili dimostrano che, a fronte di una maggiore durata del trattamento, nei pazienti trattati con alectinib si registra una percentuale minore di eventi avversi di grado 3-5 (45% vs 51% con crizotinib). Pazienti con iperespressione di PD- L1 (> 50%), in assenza di mutazioni di EGRF o riarrangiamento di ALK , sono candidati a un approccio im- munoterapico fin dalla prima linea di trattamento. Al momento nel nostro Paese l’unico farmaco ap- provato per questo impiego è pem- brolizumab i cui dati di efficacia e di sicurezza a 5 anni ricavati dallo studio KEYNOTE-001 di fase Ib sono stati presentati recentemente. In questo studio pembrolizumab ha dimostrato un tasso di sopravvi- venza globale a 5 anni del 23,2% in pazienti naïve al trattamento e del 15,5% in quelli precedentemente trattati. La mediana di sopravviven- za globale ha raggiunto i 35,4 mesi dal gennaio 2019, osimertinib – rap- presenta la terapia di scelta. Otto studi clinici condotti in Europa, Asia e Stati Uniti in cui erlotinib, gefiti- nib o afatinib sono stati confronta- ti con la terapia standard a base di platino hanno dimostrato una netta superiorità in termini di risposte obiettive e di sopravvivenza libera da progressione. Più recentemente lo studio FLAURA ha confronta- to osimertinib, farmaco in grado di attraversare la barriera emato-en- cefalica, con erlotinib o gefitinib: la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 18,9 mesi per osimertinib contro 10,2 mesi delle altre due molecole. Osimertinib è Figura 2 – Tumore del polmone, tassi di incidenza standardizzati per età (popola- zione standard: Europa 2013); Firenze e Prato 1985-2011, 2013-2015 (da Registro Tumori Toscano). Figura 3 – Tumore del polmone, sopravvivenza relativa dopo 5 anni dalla diagno- si; Firenze e Prato 2008-2010 (da Registro Tumori Toscano). 160 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 12 mesi 24 mesi 36 mesi 48 mesi 60 mesi 140 120 100 80 60 40 20 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015 0 Maschi e femmine Maschi Femmine Lineare (maschi) Lineare (maschi e femmine) Lineare (femmine) Uomini e donne Uomini Donne
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