Toscana Medica -Ottobre-2019
T OSCANA M EDICA 9 / 2019 25 testatina qualità e prof sio e Una delle più importanti evoluzioni degli ultimi anni, per gli operatori delle dipendenze, ha riguardato la modalità di approccio alla patologia: da un approccio basato essenzial- mente sui sintomi dell’intossicazio- ne e dell’astinenza alla presa in con- siderazione dell’elemento saliente dei comportamenti di abuso: il cra- ving . Questo è avvenuto soprattutto per 2 fattori: 1. l’inserimento nel DSM 5 del 2103 del craving come criterio fondamentale per fare diagno- si di disturbo da uso di sostanze e disturbo da addiction grazie al quale è stata data ufficialmente pari dignità rispetto agli altri con- sueti criteri fino allora utilizzati per fare diagnosi, pur rappresen- tando un sintomo estremamente soggettivo; 2. la sempre maggiore incidenza delle dipendenze comportamen- tali (gioco, videogame , shopping , sesso, pornografia), la cui diagno- si e valutazione clinica necessita- no di parametri ulteriori rispetto a quelli che eravamo abituati a utilizzare. Cosa si intende per craving ? Si tratta del desiderio intenso, intru- sivo, non controllabile dalla volontà per la sostanza (stupefacente, alcol o tabacco), come anche per un cibo o per qualunque altro oggetto-com- portamento gratificante (gioco, shopping , sesso, pornografia). È il motore che spinge la persona di- pendente a ricercare l’oggetto del- la dipendenza. Un tempo il craving veniva messo in stretta correlazione con il quadro astinenziale; oggi in- vece sappiamo che è indipendente da questo: può permanere anche a distanza di tempo dalla risoluzione del quadro clinico della dipendenza e può essere presente anche in chi non ha mai sofferto di sintomi da astinenza. Adesso conosciamo molto meglio il fenomeno del craving rispetto a qualche anno fa, grazie agli stu- di neurobiologici e alle tecniche di neuroimaging . Sappiamo che è un processo estremamente complesso in cui sono coinvolti vari sistemi: il sistema dopaminergico mesolimbi- co-corticale, importante nel media- re la componente motivazionale e gratificante del craving , e la cortec- cia prefrontale, indebolita dall’uso cronico delle sostanze o del com- portamento disfunzionale, essen- ziale nel favorire l’aspetto impulsivo del craving . Il craving spesso si “an- Nell’ambito delle dipendenze patologiche hanno acquisito sempre più importanza la valutazione e la cura del craving che viene definito come desiderio intenso, intrusivo, non controllabile dalla volontà per la sostanza (stupefacente, alcol o tabacco), come anche per un cibo o per qualunque altro oggetto-comportamento gratificante (gioco, shopping , sesso, pornografia). Recenti studi hanno mostrato come l’esercizio della mindfulness possa essere di aiuto nella cura della dipendenza e nei meccanismi neurobiologici che a essa sottendono. Parole chiave: craving , mindfulness , addiction , Respiro SOBER Il respiro consapevole: strumento di recovery delle dipendenze patologiche di Laura Calviani, Alessandro Orsetti, Adriana Iozzi Laura Calviani Dirigente medico SAT - Centro Diurno Alcologico - Day Service “La Fortezza. Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1989, specialista in Epatologia e Tossicologia Medica, Medico Tossicologo, master in Counselling e Comunicazione Interrelazione presso l’Università di Siena. Lavora dal 1998 nell’ambito delle Dipendenze Patologiche e dal 2008 presso SerD Zona Firenze. Dal 2011 si occupa di mindfulness Alessandro Orsetti Educatore Professionale Servizio per le Dipendenze Patologiche, UFC SerD C Zona 1 Firenze Adriana Iozzi Medico Psichiatra, direttore f.f. UFC SerD C, Zona 1 Firenze
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