Toscana Medica - Settembre 2020
T OSCANA M EDICA 7 / 2020 21 testatina ricerca clin c visto nascere e crescere i sistemi di mappaggio elettroanatomico, primo tra tutti il CARTO (Biosense) entra- to nella pratica clinica nel 1996, poi l’EnSite NavX (Abbott) nel 2005, nonché l’ultimo nato, il Rhyth- mia (Boston) nel 2015. I sistemi di mappaggio elettroanatomico, con- sentendoci di ricostruire le camere cardiache nella loro tridimensio- nalità, mediante la visualizzazione degli elettrocateteri all’interno di campi magnetici o elettromagne- tici, ci hanno permesso di studiare e trattare substrati aritmici anche complessi, facendo ricorso sempre meno all’utilizzo della fluoroscopia. È ormai noto, infatti, che i raggi X, ampiamente utilizzati in campo cardiologico interventistico (elet- trofisiologia ed emodinamica), sono cancerogeni riconosciuti in classe I. Gli effetti, di tipo stocastico, si pos- sono manifestare come neoplasie a carico dei tessuti più sensibili, quali le cellule emopoietiche, il tessuto linfatico, gli spermatogoni, i follicoli ovarici, la ghiandola mammaria e al- tri, non solo nei pazienti sottoposti a procedure, ma anche negli operatori esposti. È recente l’acquisizione che anche basse esposizioni ma ripetute e protratte nel tempo, come avvie- ne soprattutto per i primi operatori, possono determinare l’insorgenza di neoplasie. Negli Stati Uniti è stata recentemente riconosciuta dalle autorità legali come malattia pro- fessionale una neoplasia cerebrale all’emisfero sinistro. È infatti noto che la parte sinistra del corpo è la più esposta alle radiazioni ionizzan- ti negli operatori, e in particolare la zona avambraccio-braccio-mano si- nistra quella in assoluto più esposta (Figura 1). L’effetto stocastico, a parità di dose somministrata, è più potenzialmente nocivo nella popolazione pediatrica rispetto a quella adulta, in quanto i raggi X ricevuti nell’arco della vita si accumulano e, tra gli adulti, nel ses- so femminile rispetto a quello ma- schile (Figura 2). Ciò dipende dalla maggiore aspettativa di vita e dalla maggiore vulnerabilità cromosomica delle popolazioni più sensibili. Per tali motivi nel 2005 sono state re- datte le linee guida americane sulle competenze cliniche mediche atte a ottimizzare la sicurezza dei pazienti somministrando la minima dose ef- ficace a garantire una buona qualità dell’immagine fluoroscopica durante le procedure cardiovascolari inva- sive. Da tali linee guida è emerso il principio che disciplina l’uso della fluoroscopia. Il principio ALARA ( As Low As Reasonably Achievable ) definisce che la dose di raggi da utilizzare nelle procedure cardiologiche in- vasive guidate dalla fluoroscopia è quel dosaggio minimo necessario per ottenere una buona qualità di immagine, tale da permetterci di Dalla consapevolezza degli effetti nocivi, soprattutto oncologici, delle radiazioni ionizzanti nasce l’impulso a effettuare procedure di ablazione di tutti i substrati aritmici mediante mappaggio elettroanatomico in assenza di supporto fluoroscopico. Grazie a tale approccio il nostro Centro di Aritmologia porta avanti una campagna di prevenzione primaria oncologica condivisa da altri Centri italiani. Parole chiave: ablazione di aritmie, rischio oncologico, fluoroscopia, prevenzione primaria, mappaggio elettroanatomico La cura delle aritmie cardiache tra mappaggio elettroanatomico e prevenzione primaria oncologica di Marzia Giaccardi, Massimo Milli Marzia Giaccardi Responsabile del Gruppo di Elettrofisiologia della Cardiologia Firenze 1 con sede principale presso il PO Santa Maria Nuova. Formazione presso il Laboratorio di Elettrofisiologia della Clinica Ospedaliero-Universitaria di Careggi (Prof. L. Padeletti), ma anche extramurale presso centri italiani ad alto volume. Pubblicazioni su riviste scientifiche impattate, coautore di 5 capitoli di libri Massimo Milli Direttore F.F. della Cardiologia Firenze 1, Ospedale Santa Maria Nuova e San Giovanni di Dio, ASL Toscana-Centro Firenze Gli ultimi 50 anni ci hanno permes- so di assistere a una vera e propria rivoluzione tecnologica in campo elettrofisiologico. Partiti nel 1969 con l’ablazione chirurgica delle vie accessorie, passando per l’introdu- zione della radiofrequenza nella pratica clinica nel 1987, abbiamo
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