Toscana Medica - Settembre 2020
7 / 2020 T OSCANA M EDICA 4 testatina edi or ale questi mesi una sola dichiarazione su un singolo aspetto sul quale tut- ti gli esperti (o almeno la maggior parte) fossero d’accordo. Quindi è a questo che ci siamo ridotti? Dobbia- mo scegliere, da profani, se seguire gli scienziati catastrofisti oppure quelli meno?”. Come medici ovviamente anche noi abbiamo risentito della situa- zione complessiva, abbiamo avuto paura a fronteggiare un’insidia così poco conosciuta, abbiamo cercato di aiutare al meglio i nostri pazien- ti, seppure con tutte le limitazioni imposte dal COVID, siamo stati chiamati a dare risposte e consigli in una situazione di enorme incer- tezza facendo spesso ricorso so- prattutto all’esperienza personale e al buon senso: in buona sostanza abbiamo cercato di continuare a te- nere vivo il rapporto che da sem- pre ci lega ai nostri assistiti, magari rimodulandolo attraverso il ricorso al telefono e alla “nuova” modalità della videochiamata. Adesso che la situazione si dimostra giorno per giorno purtroppo lontana da una seppure parziale parvenza di normalità, appare perciò ancora più importante sforzarsi di penetrare l’ostacolo materiale della mascheri- na, il diaframma che confonde frasi e ascolti, per continuare a spende- re parole, a creare comunicazione e contatto, a esorcizzare l’ansia da so- litudine di noi persone spesso sole. con sorpresa, realizzato quante cose si possono dire e quante sensazioni si possono trasmettere anche solo con gli occhi. Oggi dopo tanti mesi di coabitazione forzata con SARS COVID-19, nella fluidità giornaliera di avvenimenti che disegnano un quadro ancora a dir poco incerto a livello mondiale, nella quotidianità cambiata dalla pandemia, si potrebbe anche rico- noscere che la questione “comuni- cazione” nel nostro recente passato non è stata forse affrontata nel mi- gliore dei modi. Indubbiamente quando le nostre conoscenze sul virus erano scarse o nulle, gli scienziati ben poco poteva- no fare per cercare di eliminare o al- meno ridurre i dubbi e le paure della gente che inevitabilmente cercava risposte a una situazione ancora poco chiara ma già percepita in grado di condurre tristemente a qualcosa ve- ramente di poco di buono. Le schermaglie televisive tra esper- ti, i loro pareri contrastanti, gli in- terventi altalenanti dei politici, il caos alimentato dell’attivismo spes- so scomposto del web hanno con- tribuito a rendere la comunicazione difficoltosa a molti livelli, quanto di peggio ci si potesse aspettare in un periodo di dubbio e di scarsissime certezze. Mi sembra a questo proposito illu- minante quello che un lettore ha scritto a un importante settimanale: “alzi la mano chi ha sentito in tutti Nei mesi scorsi, quando ancora COVID-19 più di adesso ci accom- pagnava con terrorizzante ubiquita- rietà e molte preoccupazioni erano legate alla scarsa disponibilità di mascherine e altri dispositivi di pro- tezione individuale, navigando sul web si potevano incontrare strani soggetti che, a modo loro, avevano forse cercato di rimediare alla situa- zione usando una generosa dose di umorismo e ironia, per inventare ri- dicole mascherine. Chissà, però, forse in quei giorni si rideva, come si dice, per non pian- gere e ben pochi si ricordavano di quando benevolmente prendevamo in giro le comitive di turisti orien- tali che invadevano le nostre città, disciplinatamente in fila dietro la guida e con il viso rigorosamente coperto. Adesso che la situazione generale sembra ritornare preoccupante e che le scuole, loro malgrado, sem- brano per lo più trasformate in ge- neratori di incertezze e angoscia, la mascherina è diventata uno dei sim- boli del deficit di comunicazione ca- ratterizzante i mesi della pandemia, novello arbre magique vezzosamen- te appeso agli specchietti retrovisori delle automobili. Abituati nostro malgrado a indossar- le con sempre maggiore frequenza, ci siamo inevitabilmente abituati a parlare (e di conseguenza ad ascol- tare) attraverso questi filtri dei più svariati materiali e abbiamo, forse Al di sopra della mascherina, gli occhi di Teresita Mazzei Riteniamo opportuno ricordare a tutti i colleghi che il ruolo di Toscana Medica è quello di diffondere informazione e stimolare il dibattito tra professionisti. Non si tratta di una Rivista con referaggio, ma vuole essere luogo di riflessioni utili alla cultura medica
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