Toscana Medica - Settembre 2020

T OSCANA M EDICA 7 / 2020 5 testatina le copertine di toscana med c La Misericordia di Firenze è una confraternita laica nata in epoca medievale con scopi solidaristici. Mettendo in pratica i più elemen- tari principi di carità cristiana si propone di aiutare chi versa in stato di necessità. Uno dei servizi più an- tichi dell’Istituzione riguarda l’or- ganizzazione del soccorso sanitario mediante il trasporto di persone incidentate in ospedale o, se richie- sto, al loro domicilio. Diversa è la prassi nel caso di trasporto di un incidentato deceduto: anticamente, a differenza di oggi, il corpo veniva portato generalmente all’oratorio della sede e lì deposto in attesa di eventuali parenti. Se poi questi non si presentavano, era la Misericordia stessa occuparsi della sepoltura con tutti i riti religiosi del caso che, so- prattutto in tempi di epidemia, ri- chiedevano al Sodalizio degli sforzi umani, economici e organizzativi di non poco conto. A tenere memoria di tale attività esistono nell’archivio storico del- la Confraternita numerosi registri intitolati Libri di caso intendendo per “caso” persone soccorse perché “casualmente” incidentate o defun- te in contrapposizione alle persone colpite da malattia le cui necessità risultavano, quindi, prevedibili e non “casuali”. Contenuto e forma dei registri in questione variano notevolmente da periodo a periodo e possono presentare una quantità maggiore o minore di dettagli circa l’accadu- to. Nel loro insieme costituiscono comunque una fonte insostituibile e preziosissima a chi fosse inte- ressato alla storia socio-sanitaria, e non solo, della città di Firenze. Al lettore dei registri si presenta un avvicendarsi delle più svariate situazioni di vita quotidiana avve- nuta sulle strade, nelle botteghe, nelle case di Firenze e nei suoi sobborghi con protagonisti uomi- ni, donne e bambini appartenenti a tutti i ceti sociali. Prima dell’avvento dell’automobi- le la maggior parte degli incidenti avviene intorno ai cavalli: “il 19 ot- tobre del 1812”, ad esempio, “alle ore 4 pomeridiane, Mari Giovanni di anni 40, guardia di Gabinetto di Sua Maestà la Regina reggente [Elisa Bonaparte Baciocchi], rima- sto morto per una coppia di calci nel petto da un cavallo, e sopravis- se 10 minuti”; altri subiscono mor- si o strattoni, rimangono schiac- ciati dalle ruote delle carrozze o “cadono da cassetta”. Un gran numero di malcapitati, poi, affoga nel fiume Arno, luogo di forte richiamo della popolazio- ne (“Dalla Rolla Antonio di anni 6, annegato nell’inondazione che venne dalla Porta a S. Miniato nel tempo che giocava con altri tre ra- gazzi a nocino in un andito di ter- reno di sua casa”). Altri ancora subiscono incidenti sul lavoro: “Masini Luigi di Legnaia, casualmente caduto in una caldaia bollente per fare il salnitrio […], fattosi diverse piaghe, condotto allo spedale di S. Maria Nuova”; “Giorgi Antonio di anni 16, mano- vale, cadutogli uno stipite addosso nel giardino di Boboli e fattosi una lussazione nel ginocchio sinistro”; “Sguanci Gaspero di professio- ne macellaro di anni 40, essendo- si portato diaccio da S. Elisabetta per depositare sotto il diaccio una quantità di carne e, sendo assai su- dato, nel deposito cadde, median- te un arresto istantaneo di umori, quasi semivivo senza dare alcun se- gno di vita, fu trasportato allo spe- dale, alle ore 4 spirò”; “Sermanni Antonio pittore, caduto da un pon- te nell’essere a dipingere una volta reale del Palazzo della principessa di S. Clemente”. Ci sono donne che “ruzzolano per le scale” o partoriscono con “gran- de emoragia”; mendicanti morti di stento; stranieri in servizio in vari reggimenti, fucilati, ubriachi e, purtroppo, non pochi suicidi. Non mancano gli sfortunati, come “Nensi Francesco di anni 14, pro- fessione calzolaio, caduto dalle mura di città tra Pinti e la Croce per essere andato a trovare nidi di uccelli e rottasi la gamba dirit- ta”; “Danti Leopoldo d’anni 40 di Petriolo, caduto da un carro carico di fagioli, fattosi una ferita mor- tale nell’occipide”; “Bussotti An- gelo d’anni 60, lavoratore di terre di Monteripaldi, essendosi addor- mentato sopra una cateratta che conduce al fiume Arno, ed essendo caduto precipitosamente ed aven- do riportato una ferita nella tempia destra e rottosi un braccio, rimase immediatamente estinto”. Svariate sono le vittime di crimini (“Perticci Angiolo di anni 46, pro- fessione oste in via dei Palchetti, avendo ricevuto per complimento nello basso ventre diverse coltella- te, spirò e fu condotto a S. Maria Nuova per sezionarlo”). I “Registri dei casi” della Misericordia di Firenze di Barbara Maria Affolter Barbara Maria Affolter Laureata in Archivistica all’Università degli Studi di Firenze, lavora da anni su incarico della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana; attualmente cura l’Archivio storico della Ven. Arciconfraternita della Misericordia di Firenze

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