Toscana Medica | Aprile-Maggio 2020
T OSCANA M EDICA 4 / 2020 15 testatina le copertine di toscana med c Fra i protagonisti della Misericordia in prima linea nell’opera di soccorso sanitario spicca il nome di Girolamo Buonagrazia (1470-1541), medico di ruolo della Confraternita della Mise- ricordia sin dal 1501. Come tale aveva l’obbligo di curare i fratelli e le sorelle della Compagnia e, più in generale, i “poveri” della città ( Statuti del 1501 , capitolo 3). In cambio gli spettava una “ provisione di lire ventiquattro piccoli et un’oca per Ognissancti, et una candela per la Candelaia et uno capretto per la Pasqua et non altro ”. In tempi di contagio, peste in primis , al personale sanitario della Misericor- dia la provvisione veniva raddoppiata, ma nonostante ciò molti preferivano rinunciare all’incarico ai primi segnali di “ammorbamento”. Non così il dot- tor Buonagrazia, sempre disponibile in ogni circostanza. Nel 1522 la situazione sanitaria a Firenze si era fatta grave; da Roma giungevano notizie preoccupanti del dilagare di una terribile epidemia di peste altamente contagiosa. I capita- ni della Misericordia reagirono im- mediatamente mettendo in campo uomini e risorse materiali per com- battere la difficile battaglia. Contem- poraneamente chiesero al Buonagra- zia di contattare “ sei fra i più dotti e anziani medici della città, valenti sia nell’arte medica sia in campo natura- listico e chirurgico ” per riunirli nella sede della Confraternita ed elabora- re con loro le più avanzate strategie atte, da un lato, a preservare dalla malattia gli operatori sanitari in ser- vizio e, dall’altro, a dare sollievo agli infettati. Risultato del consulto dove- va essere un “Manuale contro la pe- ste” da distribuire ai 72 responsabili della Compagnia della Misericordia, i cosiddetti “Capi di guardia”. Buonagrazia fece quanto richie- stogli e consegnò in tempi record la sua Opera nuova della proviso- ne et cura del morbo. Il trattato si presenta in due parti: una prima, di 28 pagine, scritta in latino di carat- tere “teorico-scientifico” e rivolta agli “esperti dall’arte medicinale”, e una seconda, molto più contenu- ta, di appena 10 pagine, scritta in volgare e destinata – lo spiega lo stesso Buonagrazia –, “ a quelli che delle lettere non hanno cognitione, a’ quali non si repliecherà le cose theoricali [della parte latina] per- ché hanno di bisognio di cose breve, expeditie et utile. ” La parte latina si apre con un pream- bolo nel quale Girolamo Buonagra- zia spiega che l’idea del trattato era nata dall’esigenza di disporre, da par- te della Misericordia, di un manuale tecnico-pratico da utilizzare affinché “ il contagio pestilenziale non si pro- paghi ulteriormente senza controllo tra un gran numero di persone ” e “ il morbo venisse eliminato totalmente, desiderando nel modo più efficace prendere precauzioni sagaci e cari- tatevoli nei confronti di tutti ”. Segue un capitolo dedicato alla “ Definizio- ne della pestilenza ” quale “ malattia improvvisa, dai molteplici sintomi, che colpisce contemporaneamente un gran numero di persone .” Seguono l’elencazione di una serie di tecniche di prevenzione della pesti- lenza partendo da specifiche “osser- vazioni” (evitare liquidi troppo densi, preferire zone areate e temperate, liberarsi ricorrendo a salassi ecc.) e la descrizione di medicinali quali erbe, pillole, elettuari, polveri ecc. Fra i ri- medi anche i “pomi”, preparati fatti di erbe a forma sferica da accostare al naso per purificare l’aria; la loro composizione cambiava a seconda della classe economica dei malcapi- tati. Il Buonagrazia infatti propone “ pomi per ricchi ” con acqua di fiori d’arancio, di rose e altro, “ pomi per il ceto medio ” composti da viole, can- fora, croco ecc. e, infine, “ pomi per i poveri ” ai quali consiglia di annu- sare più semplicemente maggiorana, ruta, santoregia o viola secondo la stagione! La parte seconda, quella scritta in volgare, si apre con un suggerimen- to: “ Consiglio guardarsi da ogni pec- cato; et quelli tanti che ne fussino, confessarsene diligentemente ”; e non si dimentichi di “ placare l’ira del Si- gnore ” con la preghiera e le buone opere. Seguono pagine di indicazioni di carattere pratico circa, ad esem- pio, la composizione della dieta, le situazioni da evitare (“ superflua umi- dità ”, aria cattiva ecc.), eventuali ri- medi da adottare e altro ancora. Particolare risalto viene dato all’“ olio di scorpioni ”, rimedio di riprovata effica- cia “ la cui descriptione è questa: recipe scorpioni di boschi di poggio, quando el sole è in leone, affoghinsi in quanta quantità di olio vecchio che basti e met- tinsi in un vaso di vetro ben turato ”. Girolamo Buonagrazia si prende Il “Manuale contro la peste” del dottor Buonagrazia, medico della Misericordia di Riccardo Beconcini Riccardo Beconcini Iscritto alla Misericordia di Firenze dal marzo 1970. Nel luglio del 1993 è chiamato dal Corpo Generale ad assumere la carica di Capo di Guardia. In quegli anni ha ricoperto svariati incarichi: Economo, Responsabile automezzi e Cerimoniere. Dal 2016 è responsabile dell’Archivio Storico della Misericordia di Firenze, coadiuvato dalla dott.ssa Barbara Affolter e dalla dott.ssa Laura Rossi
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