Toscana Medica | Aprile-Maggio 2020

4 / 2020 T OSCANA M EDICA 16 testatina l copertine di toscana medica cura anche dell’“animo” dei suoi interlocutori: ricorda, infatti, che le malattie non vanno combattute solo operativamente ma anche sul piano psicologico: “ Infra gli acci- denti dell’animo, è la paura cat- tivissima: el sospecto è buono ma non la paura ”. E termina, “ deb- bensi in questo tempi vivere più lieto che nelli altri, cioè con più spassi” purché siano “leciti, cioè non di coito perché nocivo ”. Per l’edizione integrale del testo con saggi introduttivi, cfr. “De provisione et cura mor- borum pestilentialium. Hieronimi De Bona- gratiis physici florentini”, a cura di Barbara Maria Affolter e Laura Rossi, introduzione MaurizioNaldini, contributi Donatella Lippi, Esther Diana, Domizia Weber, Firenze 2015. info@misericordia.firenze.it I fratelli della Misericordia durante la peste, in Pietro Pillori, Istoria dell’ora- torio e della Ven. Arciconfraternita di S. Maria della Misericordia di Firenz e, Firenze 1843. Ricordo di Sergio Mori Il 26 gennaio di quest’anno ci ha lasciato Sergio Mori. Era nato a Livorno, il 27 aprile 1925. Intrapresi gli studi in Medicina e Chirurgia, si laureò a Firenze nel 1950, specializzandosi subito dopo in Pediatria con il prof. Cesare Cocchi di cui divenne per lunghi anni assistente presso l’Ospedale Pediatrico Meyer. Sotto la sua eminente guida affinò la propria cultura pediatrica e il proprio senso clinico, quella dote che si guadagna soltanto con l’osservazione attenta e con l’esperienza. Acquisì in quel periodo la libera docenza in Clinica Pe- diatrica e in Puericultura e successivamente l’idoneità a Primario. Fu negli ultimi anni della propria presenza al Meyer che orientò gli interessi professionali verso i bambini prematuri di cui diresse un reparto con grande competenza. Nel 1973 si recò a Losanna per acquisire presso quella sede le moderne tecniche di assistenza a questi bambini ed ebbe in seguito possibilità di contatti e di collaborazione con l’analoga struttura sorta a Roma. Nel 1974 divenne primario della Divisione pediatrica dell’Ospedale San Giuseppe di Empoli, presso la quale con un personale giovane ed entusiasta realizzò, fra i primi in Italia, una sezione di Neonatologia che utilizzava la Pressione Positiva Continua di una miscela di aria e ossigeno per il sostegno respiratorio ai neonati che necessitavano di questo supporto. Seppe trasmettere ai collaboratori interesse e passione mai rinunciando a stare loro affianco. Nel 1984 divenne Primario presso l’UO di Pediatria dell’Ospedale San Giovanni di Dio e vi rimase fino al 1990, anno in cui andò a riposo. Fu vero Maestro e amico di coloro che hanno avuto la fortuna di percorrere insieme la sua strada e ne rimpiangono la generosità, la semplicità, la bonomia, la passione professionale che ha restituito a molte famiglie il bene più grande che è la vita di un bambino. Nicola Monterisi

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