Toscana Medica | Aprile-Maggio 2020
4/2020 T OSCANA M EDICA 18 testatina quali à e professione Con un consumo così diffuso, qualsiasi effetto avverso a bassa incidenza può avere un impatto significativo sulla salute. Molte persone che ricevono IPP non ne hanno bisogno; questi farma- ci non sono efficaci nel trattamento della dispepsia. È essenziale rivedere le indicazioni per l’uso di questi farmaci e identifi- care i pazienti che non ne hanno bi- sogno. Uso simultaneo di vari farmaci L’uso simultaneo dei farmaci esaminati in questo rapporto moltiplica l’aumen- to del rischio di polmonite. Un aumen- to del rischio è stato riportato anche in utenti con uso concomitante di corti- costeroidi per inalazione, antipsicotici e inibitori della pompa protonica. In Spagna, la prescrizione di farmaci psicotropi e omeprazolo agli anziani è considerevolmente più frequente che in altri Paesi. Nel 2015, in Catalogna, 505.143 persone (il 51% di quelle con più di 70 anni) hanno ricevuto farmaci antidepressivi. Nelle persone che vivo- no in residenze sanitarie questa percen- tuale era del 68%. Più del 10% di quelli oltre i 70 anni ha ricevuto contempora- neamente due farmaci psicotropi. Farmaci oncologici e immunosoppressori Inibiscono l’immunità. I pazienti che li assumono sono più suscettibili alle in- fezioni, virali e non virali. • I pazienti trattati con questi far- maci generalmente non devono interrompere il trattamento. In ogni caso, va tenuto presente che un numero significativo di pazien- ti con carcinoma in fase terminale riceve ancora agenti chemiote- rapici antineoplastici, in una fase della malattia in cui non possono più avere un effetto benefico, ma molti effetti negativi (inclusa la polmonite). • D’altra parte, molte persone ricevo- no farmaci immunosoppressori per condizioni che non sono così gravi da giustificarne l’uso. Ad esempio, i pazienti con psoriasi, con malattia in- fiammatoria intestinale o con artrite reumatoide lieve o moderata ricevo- mento del 15%del rischio di polmonite e un aumento del 26% della mortalità per polmonite negli utilizzatori di anti- depressivi. Altri studi hanno riscontrato un aumento del rischio nei consuma- tori di antidepressivi insieme ad altri farmaci depressivi del sistema nervoso. Gabapentin e pregabalin Nel dicembre 2019, la FDA ha avver- tito che i gabapentinoidi aumentano il rischio di polmonite e insufficienza re- spiratoria grave e fatale, soprattutto se consumati insieme a antidolorifici op- pioidi, ipnotici e sedativi, antidepressi- vi e antistaminici. La scheda tecnica di gabapentin ri- porta che l’incidenza di infezioni vi- rali è “molto frequente” (più di 1 su 10 persone trattate) e che l’incidenza di polmonite e infezione respirato- ria è “frequente” (tra 1 su 10 e 1 su 100 persone trattate). La scheda tecnica pregabalin afferma che nei pazienti trattati con questo farmaco, la rinofaringite è “frequente” (tra 1/10 e 1/100). Gabapentin e pregabalin hanno un’ef- ficacia limitata nel trattamento del do- lore neuropatico e sono sostanzialmen- te inefficaci per il trattamento della lombalgia e di altre rachialgie. In Catalogna, nel 2015, in media 57.000 pazienti di età > 65 anni hanno assunto gabapentin o pregabalin. Inibitori della pompa protonica (PPI, omeprazolo e simili) La ridotta acidità gastrica e l’aumen- to della colonizzazione batterica nel- lo stomaco e nell’intestino causate da questi farmaci possono anche au- mentare il rischio di polmonite. Due meta-analisi di studi osservazionali hanno mostrato aumenti dal 34% al 50% nel rischio di polmonite comu- nitaria nelle persone che usano que- sti farmaci. Studi più recenti hanno confermato l’entità di questi rischi. In Catalogna ogni anno 1,5 milioni di persone (19% della popolazione) ricevono farmaci PPI, generalmente in trattamento continuo (mediana di 7,4 mesi di trattamento all’anno, circa 300 milioni di dosi giornaliere). Il 57,4% degli over 65 riceve un IPP continuo. I dati pubblicati sul consumo sono scar- si. In Catalogna, nel 2014, 42.000 per- sone di età superiore ai 70 anni (4,3% dell’intera popolazione di questa età) hanno ricevuto un farmaco anticoli- nergico. Evitare l’esposizione dei pa- zienti, in particolare gli anziani, a que- sti farmaci potrebbe anche prevenire qualche migliaio di casi aggiuntivi di polmonite. I farmaci anticolinergici aumentano il rischio di polmonite a causa dei loro ef- fetti sedativi e perché possono alterare lo stato mentale e contribuire al rischio di aspirazione, nonché a scarsa ven- tilazione polmonare e formazione di atelettasie nel contesto di un’infezione respiratoria virale. Antidolorifici da oppioidi Gli antidolorifici da oppioidi aumen- tano il rischio di polmonite e mortalità respiratoria del 40-75% al di sopra del basale. Gli oppioidi aumentano il rischio di polmonite deprimendo la respirazione e riducendo la ventilazione polmonare; alcuni hanno anche mostrato un effet- to immunosoppressivo, che contribui- rebbe al rischio di polmonite. In Catalogna, nel 2016, 481.905 per- sone (6,4% della popolazione) hanno ricevuto un antidolorifico oppiaceo; 54.000 persone ne hanno ricevuti due diversi. Tra gli over 70, la percentuale della popolazione che riceveva oppiacei variava dal 12,7% (uomini di età com- presa tra 70 e 79 anni) al 32,7% (don- ne > 90 anni). Ipnotici sedativi I risultati degli studi sull’uso delle ben- zodiazepine e il rischio di polmonite sono discordanti. Uno studio ha riscon- trato un aumento del rischio del 54%. In un altro del 20%. Numerosi studi hanno dimostrato un aumento signi- ficativo del rischio di polmonite nelle persone che assumono farmaci ipnoti- ci e sedativi insieme ad altri depressori del sistema nervoso centrale (oppiacei, gabapentinoidi). Antidepressivi Un recente studio su oltre 130.000 pa- zienti con BPCO ha riscontrato un au-
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