Toscana Medica | Aprile-Maggio 2020

T OSCANA M EDICA 4 / 2020 19 testatina qualità e prof sio e le che il paracetamolo in caso di febbre comporti complicazioni. Conclusioni • Molte persone, in particolare gli anziani, ricevono farmaci non ne- cessari, inefficaci o in indicazioni non autorizzate, che favoriscono la comparsa di polmonite (virale o batterica). • In una situazione come quella odierna, è urgente rivedere e inter- rompere trattamenti non necessari e dannosi. • È particolarmente urgente rivede- re la prescrizione di farmaci psico- tropi (in particolare antipsicotici), farmaci anticolinergici e analgesici oppiacei. • Per quanto possibile, durante la si- tuazione di pandemia è consigliabile rivedere rigorosamente tutti i farma- ci di ciascun paziente, al fine di evi- tare non solo il rischio di polmonite, ma anche altri effetti indesiderati dei farmaci maggiormente prescritti. da VobiSMagazinE, marzo 2020, edizione speciale Covid. Collage di notizie sul farmaco e nei dintorni della Medicina Generale, a cura di Paola Mandelli, Saffi Giustini, Luigi Santoiemma, Lora Accettura, Umberto Alecci jrl@icf.uab.cat si è stata formulata sulla base dei dati ottenuti in una serie di pazienti, senza un gruppo di confronto. Le associa- zioni statunitensi di cardiologia hanno pubblicato una dichiarazione in cui si afferma che non vi sono prove cliniche di questo effetto, ma si raccomanda di considerare attentamente le esigenze di ciascun paziente prima di modifica- re un trattamento ACEI o Arbs. Uno studio pubblicato nel 2012, su 1.039 casi di polmonite comunitaria e 2.022 controlli, non ha riscontrato un aumento del rischio nei pazienti tratta- ti con ACE-inibitori. Nei pazienti con ipertensione, insuf- ficienza cardiaca o cardiopatia ische- mica, non sembra essere una priorità rivedere il trattamento con nessuno di questi farmaci. Ibuprofene o acetaminofene per la febbre? Le complicanze respiratorie, settiche e cardiovascolari di un’infezione respi- ratoria possono essere più frequenti quando si assume un farmaco antin- fiammatorio non steroideo (FANS). In diversi studi, inclusi almeno due trials clinici, e in alcuni studi osservazionali, sono stati segnalati una maggiore inci- denza e un rischio maggiore di compli- canze da malattie infettive (inclusa la polmonite e anche infezioni delle vie respiratorie superiori attribuite a coro- navirus e altri virus). Poiché non dispo- niamo di dati contrari, è poco probabi- no questi farmaci senza trattamenti di prima linea. • I corticosteroidi hanno un effetto immunosoppressivo e aumentano il rischio di polmonite, nei pazienti con asma e nei pazienti con BPCO. - La maggior parte dei pazienti con asma non deve abbandonare il trattamento. Purtroppo, ci sono pazienti che ricevono corticoste- roidi per via inalatoria senza es- sere davvero asmatici. Ad esem- pio, in Catalogna ogni anno circa 35.000 bambini sotto i 15 anni ricevono corticosteroidi per via inalatoria, occasionalmente e apparentemente ingiustificati; è conveniente rivedere ed even- tualmente sospendere queste prescrizioni. - Una buona parte dei pazienti con BPCO può fare a meno dei corticosteroidi per via inalatoria; in uno studio la loro sospensione è stata seguita da una riduzione del 37% dell’incidenza della polmonite. ACEI e antagonisti dell’angiotensina (Arbs) È emerso un dibattito sul fatto che i pazienti che ricevono un trattamento con inibitori dell’enzima di conversio- ne dell’angiotensina e antagonisti del recettore dell’angiotensina 2 siano ad aumentato rischio di polmonite grave se contraggono COVID-19. L’ipote- C ome era bello O gni mattina R isvegliarsi O cchieggiando N uove A ttenzioni V erso I nostri R emoti U rbani S pazi! T utto ciò I n vero , V errà I nesorabilmente N uovamente C onosciuto E ssendo R iconoscenti a voi, E roi M edici ed infermieri O berati di lavoro e di amore! Carlo Ressel Già Medico di Medicina Generale, Firenze

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