Toscana Medica | Aprile-Maggio 2020
4/2020 T OSCANA M EDICA 22 testatina quali à e professione Intorno alla fine degli anni Ot- tanta del 1300, Geoffrey Chau- cer iniziò a scrivere I racconti di Canterbury : nel Prologo Gene- rale , venivano introdotti i trenta pellegrini, che avrebbero raccon- tato le loro storie sulla via per Canterbury. Uno dei personaggi è un medi- co molto dotto, che indossa abiti sontuosi, di stoffe pregiate… ed ecco il gioco di parole: “ Il medico teneva ciò che aveva guadagnato durante la pestilenza, perché l’o- ro in medicina è un cordiale. Per questo amava così tanto l’oro ”. Il nesso oro-pestilenza va molto al di là dell’ironia e dell’interesse di Chaucer per la raffigurazione della società del XIV secolo, of- frendo l’opportunità di riflettere sulla figura del medico in tempo di epidemia: consenso espresso, consenso implicito, addestramen- to speciale, reciprocità, codici e giuramenti… Quali sono i presupposti su cui si fondano la teoria morale e il prin- cipio che il medico, in tempo di epidemia, abbia il dovere di cura- re i malati, a costo della propria vita? Il problema venne sollevato alcuni anni fa, nel 2008, in un articolo uscito sull’ American Journal of Bioethics (8.8:4-19), a firma di un gruppo di lavoro su etica e pandemie, sostenuto in parte dal Florida Department of Health . Un lavoro lungimirante, premoni- tore. Quasi oracolare. Se – scrivevano gli Autori – la questione era stata sollevata dai pazienti HIV+, il ridimensio- namento della situazione aveva parole di drammatica consapevo- lezza. Quando, nel 163 d.C., scoppiò a Roma la Peste Antonina (vaiolo?), il grande Galeno lasciò la città e tornò a Pergamo e, nel 1665, il ce- leberrimo Thomas Sydenham, so- stenitore del neo-ippocraticismo, abbandonò una Londra devastata dalle peste… Il medicus physicus , vertice della gerarchia professionale, quando rimaneva in città, inviava il chirur- go, praticante di rango inferiore, a visitare i malati: il chirurgo gli avrebbe descritto i sintomi attra- verso la finestra e attraverso la fi- nestra il medicus avrebbe pronun- ciato il suo verdetto e indicato la terapia… Ma le epidemie erano frequenti e la medicina restava un monopolio pressoché esclusivo, elitario, dif- ficile da conquistare: per questo, le epidemie diventavano occasio- ne di affermazione professionale e il medico, reclutato in queste occasioni, si configurò, progressi- vamente, come figura istituziona- lizzata. I governi, che fornivano a questi medici presidi difensivi, come la spongia olfacienda e l’abito tratta- to con sostanze aromatiche, erano soliti attivare contratti particolar- mente allettanti, come quando, nel 1479, la città di Pavia fece ri- corso a un giovane professionista per curare i malati di peste, gra- tificandolo con un salario molto generoso, aumenti progressivi, Il medico. “Il più umano degli eroi” di Donatella Lippi Donatella Lippi Storia della Medicina e Medical Humanities, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica Università degli Studi di Firenze naturalmente reso il problema puramente “accademico”, ma il dilemma si sarebbe potuto pre- sentare con malattie infettive a rapida diffusione, come la Sars, la malattia da virus Ebola, l’in- fluenza aviaria, la tubercolosi an- tibiotico-resistente: la velocità di diffusione di un’influenza avrebbe potuto mostrare che un virus può avere il potenziale di sopraffare e bloccare un intero sistema sanita- rio, creando situazioni inedite, in un modo in cui l’Aids non aveva mai fatto. Era il 2008. Il panorama apoca- littico, disegnato come possibile nell’articolo (medici morti, medici ammalati, medici in quarantena, cancellazione di visite specialisti- che, di interventi, di screening …) è quello che stiamo vivendo oggi. “ Fortunately, Sars never develo- ped into the global pandemic that was feared… ”. Quali misure sono state prese per esorcizzare le conseguenze di una pandemia, di cui, nel 2003, ab- biamo avuto solo un saggio circo- scritto? Apparecchi per la ventilazione, ri- cerca di vaccini… ma… i medici? I posti nelle Scuole di specializza- zione? Oggi è il senso di responsabilità, sintetizzato in un passo del Giura- mento Professionale FNOMCeO, a sostenere i tanti medici che hanno promesso, a suo tempo, di “ prestare soccorso nei casi d’ur- genza e di mettermi a disposizione dell’Autorità competente, in caso di pubblica calamità ”. In prospettiva storica, l’epidemia di Covid-19 ha sostanziato queste
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