Toscana Medica | Aprile-Maggio 2020
T OSCANA M EDICA 4 / 2020 23 testatina qualità e prof sio e pellarci ancora oggi, di fronte alla frattura epocale che sta provocan- do il Coronavirus? Sulla prima (l’“oro”), non ci sono molte parole da spendere: la pan- nel 1544 la cattedra di Anatomia e Medicina teorica a Napoli. Rien- trato a Palermo nel 1563, fu nomi- nato da Filippo II “protomedico” di Sicilia e poi capo di una deputa- zione generale di salute pubblica che affrontò lo scoppio di quella pestilenza. Il senso di quella for- mula è evidente e possiamo tra- durlo in termini “moderni”: ri- sorse economiche, risanamento sanitario, stringenti normative che obblighino all’osservanza delle re- gole. Sono ricette a cui possiamo ap- mo Conflitto Mondiale, all’inter- no della Scuola di Sanità Militare di Firenze. Realizzato con il bronzo dei can- noni austriaci, lo stesso con cui erano state forgiate le medaglie al valore dei soldati, rendeva omag- gio a tutti quei medici e aiutanti di sanità che si erano messi al servi- zio del Paese, morti nell’adempi- mento del loro dovere. Il medico, scriveva l’autore, lo scultore ferrarese Arrigo Minerbi, “ il più umano degli eroi ”. Bibliografia: da IlSole24OreSanità – https://www.sanita24.ilsole24ore.com/ art/lavoro-e-professione/2020-03-30/ il-medico-il-piu-umano-eroi-102358. php?uuid=ADHxFuG donatella.lippi@unifi.it Questi modelli di risposta civica e medica alle epidemie sono stati superati, nel corso del tempo, da una nuova organizzazione, diversi metodi di reclutamento, moderni mezzi di prevenzione e di sorve- glianza sanitaria. Le pandemie sembravano un ri- cordo lontano. Ancora, nel 1988, Daniel M. Fox, professor of Humanities in Medi- cine allo State University di New York, ricordava come i cambia- menti nella storia naturale del- le epidemie fossero diventati un tema di interesse esclusivamente storico. La lotta che stiamo combattendo oggi smentisce le sue parole. E, a fronte del ricorrente richia- mo dei nostri giorni alla termino- logia della guerra, vale il senso del Monumento al Medico Caduto, inaugurato all’indomani del Pri- rimborso spese, concessione della cittadinanza. Questa negoziazione tra rischi e benefici è proseguita fino a tempi recenti. Quando, nel 1793, un’epidemia di febbre gialla imperversò a Fila- delfia, Benjamin Rusch continuò la sua opera di medico, visitan- do fino a 100 pazienti al giorno, finché venne arruolato un me- dico francese, profugo da Santo Domingo, che, nel momento di emergenza, trovò affermazione professionale. Cinquanta anni dopo, a New Or- leans, un’altra epidemia di feb- bre gialla determinò, da parte della Howard Association , che radunava un gruppo di giovani uomini d’affari, l’assunzione di medici che cercavano fama e la- voro, garantendo loro reputazio- ne e denaro. “Oro, fuoco e forca”. Quel che la storia delle pestilenze ha da insegnare di Marco Geddes, Antonio Floridia Marco Geddes Medico, è stato Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero Firenze-Centro dell’Azienda Sanitaria di Firenze e dell’Istituto Nazionale Tumori di Genova. Vice presidente del Consiglio Superiore di Sanità, assessore alla Sanità e Servizi Sociali del Comune di Firenze Antonio Floridia È dirigente della Regione Toscana, responsabile dei settori “Osservatorio elettorale” e “Politiche per la partecipazione”. Dal 2014 al 2017 è stato presidente della Società Italiana di Studi Elettorali “Oro, fuoco e forca!”, fu la rispo- sta che Giovanni Filippo Ingrassia diede, nel 1575, a chi gli chiedeva quale fosse stata la sua strategia contro l’epidemia di peste che si diffuse in quell’anno a Palermo e che egli riuscì a “contenere” con buoni risultati. Ingrassia: chi era costui? Nato a Regalbuto (Enna) nel 1510, riuscì a studiare e laurearsi in Medicina a Padova, o forse a Bologna; me- dico personale di molti regnanti, sull’onda della fama conseguita, il viceré Pedro de Toledo gli assegnò
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