Toscana Medica - Novembre 2020

T OSCANA M EDICA 9 / 2020 5 testatina le copertine di toscana med c Uno dei servizi più antichi e noti della Confraternita della Misericor- dia di Firenze riguarda il servizio di trasporto sanitario. I primi “mezzi” utilizzati allo scopo furono le cosid- dette “zane”, vale a dire ceste dotate di apposite cinghie e portate a mo’ di zaino sulle spalle. Dette zane, chiamate anche “gerle”, erano fatte da vari materiali e potevano assume- re forme e misure molto diverse fra loro. La parte più bassa consisteva in genere in una base di legno ova- le per conferire alla cesta una certa robustezza alla quale, nella maggior parte dei casi, venivano applicati quattro “piedini” per renderla sta- bile nel momento del suo appoggio in terra. Alcune zane al loro interno contenevano “un sedile dove sedeva il malato” per una sua maggiore co- modità; altre erano provviste di una copertura, una sorta di coperchio o “arcuccio”, specialmente quando erano usate per trasportare corpi ormai senza vita, in particolare de- gli annegati, per celarli agli sguardi dei passanti. Anche l’allestimento interno poteva cambiare notevol- mente da zana a zana; molte erano foderate di tessuto, spesso “incera- to” e quindi impermeabile, altre an- cora risultavano “foderate di fuori di pelle nera”. Le zane in generale, ma soprattutto quelle più ampie e allestite di tutto punto (copertura, materasso, guanciali), erano molto pesanti anche senza “carico” tanto che spesso il servizio doveva essere affidato a “uomini di fatica” di pro- fessione, i cosiddetti “porta”. Tutta- via, quando il peso risultava ecces- sivo anche per i più robusti, veniva usata una zana speciale dotata, nel suo fondo, di “una traversa di legno sorretta da due fratelli, uno a destra e l’altro a sinistra”. L’uso della zana è documentato at- traverso le carte d’archivio storico della Misericordia dal Medioevo fino alla prima metà XIX secolo, quando altri mezzi presero definitivamen- te il sopravvento, anche perché nel frattempo la città era cresciuta note- volmente e con lei erano aumentate le distanze da dover affrontare con il bisognoso sul dorso. I primi divieti dell’uso della zana in ambito citta- dino risalgono al 1810 quando, in una lettera indirizzata al Provvedi- tore della Misericordia , la Direzio- ne dell’Ospedale di S. Maria Nuova comunicava alla Confraternita che “l’uso della zana per recare i malati” all’Ospedale non era più consentito. Tuttavia, questo avvenne non per preservare la salute del “lavoratore”, ma per motivi di sicurezza e con- trollo sociale da parte della struttu- ra sanitaria, cioè “per essere troppo facile l’accesso dei molti individui senza essere realmente malati” (!), essendo il trasportato nella zana non visibile – e quindi non controllabi- le – dagli addetti di turno. L’uso della zana venne abolito defi- nitamente soltanto intorno alla metà del XIX secolo. Contemporaneamente alla zana, in epoche remote, i trasporti veniva- no effettuati anche con l’ausilio di rettangolari “tavole” di legno dotate di maniglie e apposite cinghie per fermare la persona trasportata. Con l’andare del tempo le semplici tavole vennero perfezionate; alle stanghe laterali, più o meno imbottite, per il trasporto “a mano” o “a spalla”, si aggiunsero materassi e guanciali per il malato, arcucci coperti da tessuti di vario genere e colore (nero, tur- chino, violaceo), staffe per l’appog- gio a terra e altro ancora. Alcune avevano anche dei cassetti conte- nenti preparati erboristici vari, quali le “pasticche di San Tobia” o l’acqua antisterica, bicchieri con beccuccio, ausili di legno per steccare arti rotti e/o tutto il necessario per praticare salassi. Per quanto riguarda le mo- dalità di trasporto era previsto che i fratelli si recassero a casa del biso- gnoso con il cataletto “a coppia con passo uniforme”. Dalla zana alla lettiga. I primi mezzi di trasporto della Misericordia di Barbara Maria Affolter Barbara Maria Affolter Laureata in Archivistica all’Università degli Studi di Firenze, lavora da anni su incarico della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana; attualmente cura l’Archivio storico della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze Zana.

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