Toscana Medica - Dicembre 2020

T OSCANA M EDICA 10 / 2020 17 testatina le Commissioni dell’Ord e lo scorso 31 ottobre aveva lo scopo di affermare, all’interno della professione medica, vecchi e nuovi argomenti scien- tifici e culturali. Da una parte, ricorda- re che il Codice Rosa è un modello del Sistema Sanitario Ospedaliero Toscano come risposta alle conseguenze acute che episodi di violenza di tutti i gene- ri, ma soprattutto fisica e sessuale, de- terminano sulle figure fragili, bambini, anziani, donne, uomini. Dall’altra, svi- luppare una consapevolezza tra i me- dici, sempre più validata da evidenze scientifiche, di come gli atti di violenza, sessuale, emozionale e fisica procurino gravi danni alla salute della vittima. All’interno delle politiche di genere reputo quindi opportuno un impe- gno su temi più scientifico/professio- nali e credo sia importante che nel bagaglio formativo di ogni medico si inserisca la consapevolezza del fatto che molte malattie fisiche e psichi- che non sono solo espressione delle debolezze di quel particolare indivi- duo ma hanno una causa ben preci- sa, a cui quel particolare individuo sa rispondere proprio con uno stato di cattiva salute. Né medici né i pa- zienti hanno fino in fondo coscienza delle malattie conseguenti agli abusi. Se è possibile addurre a condizioni di abuso passato e/o presente l’alta in- cidenza di alcune patologie tra le ra- si possa fare formazione e intervenire per la prevenzione della causa di tante patologie, suicidi e omicidi! Il mio impegno nella Commissio- ne Pari Opportunità dell’Ordine ha come interesse promuovere all’inter- no della professione l’equità, in parti- colare quella di genere, cioè obiettivi di pari opportunità, pari diritti, pari risorse tra uomini e donne. Per questi obiettivi propongo in generale un im- pegno a sviluppare politiche di genere secondo una precisa metodologia: • analisi di specifiche e diverse condi- zioni di genere (differenti carriere, differenti patologie); • dati fondati su evidenze (basse per- centuali di carriera e salari, diffe- renti incidenze di patologia); • verifica delle cause (discriminazioni di varia natura); • proposta di soluzioni/obiettivi (cri- teri dichiarati e pubblici per la carriera, formazione professionale su argomenti trascurati, servizi per l’infanzia a sostegno della gestione della famiglia…). In particolare vorrei che la Commis- sione sviluppasse interventi sulle di- scriminazioni violente o sugli abusi nei confronti di donne. Il webinar che ho organizzato assieme alle altre Colleghe su Violenza e salute: codice rosa e ruolo del medico tenuto Diseguaglianze di genere, violenza re rivedere gli standard di risposta adeguandoli ai bisogni di questi pa- zienti, come si è fatto per i bambini. Anche i longevi hanno bisogno di presenze accanto in grado di media- re e di dare spiegazioni che il perso- nale in genere non fornisce. Comun- que occorre che gli addetti ricevano una formazione che permetta loro di capire come una risposta frettolosa e seccata, pur non determinando la bizza che vedremmo nel bambino, inneschi una reazione regressiva e una perdita acuta ma potenzialmen- te cronica del senso di realtà, un in- dementimento da semplice ricovero. Gemma Brandi Costoro rischiano di inoltrarsi in uno stato confusionale, essendo cambiate le loro geografie, trovandosi in sistemi tutt’altro che protettivi, nei quali le cure urgenti e intensive fornite a un vicino di letto, non sempre con esito fausto, assumono i connotati di un in- spiegabile trauma. Da qui a transitare verso stati illusionali che spieghino, pure alla maniera del delirio, il vissuto circostante il passo è breve, e fanta- sie consolatorie più o meno struttu- rate potrebbero diventare la regola, allontanando il soggetto da un buon adeguamento all’esame di realtà fino all’irreversibile e rapida perdita di lu- cidità e critica. Per dare a un anziano pari opportu- nità di cura nell’emergenza, occor- pervicacemente di mettere piede in un nosocomio. D’altra parte, come potrebbe aggirare il Pronto Soccorso in caso di infarto? E come evitare poi il passaggio in un’Unità Coronarica Intensiva? Già l’arrivo di una persona molto attempata in queste aree della cura fa storcere il naso a chi ci lavora, figuriamoci poi se ci si dà la pena di mettere in campo risposte specifiche per degenti i cui sensi potrebbero non essere al meglio (udito e vista media- mente ridotti), incapaci di muoversi per motivi anche contingenti e per- tanto bisognosi di informazioni detta- gliate su quanto accade intorno a loro. E voilà che le stesse risposte ritenute indispensabili per i minori di età di- venterebbero superflue per i longevi. Il mio interesse a partecipare e pro- muovere iniziative nella Commissio- ne Pari Opportunità dell’Ordine di Firenze viene da lontano e si sviluppa nel corso della vita professionale. In generale e senza entrare nei dettagli credo sia ancora forte l’idea, diffusa tra uomini e donne, che la componente femminile della nostra società abbia non solo le capacità per procreare ma anche quelle migliori per prendersi cura dei figli, con effetto di disimpegno degli uomini nelle cure domestiche da una parte e di disimpegno delle donne nelle opportunità lavorative dall’altra. Alla fine le cosiddette donne emanci- pate o in carriera rischiano l’estinzione! Negli anni di lavoro professionale mi sono resa conto che l’offerta di oppor- tunità lavorative era dipendente non da meriti specifici e dichiarati ma da altro, e che alcuni contenuti scientifici erano solo in parte valorizzati e talvolta neppure considerati. Ho avuto modo di verificare come nel corso della mia esperienza formativa come ginecologa le conseguenze di abusi sessuali, emo- zionali e fisici sulla salute delle vittime, la maggior parte donne, non fossero presi in considerazione o nella migliore delle ipotesi fossero ritenuti un cattivo adattamento a condizioni sociali e cul- turali inevitabili. È poco presente nel mondo sanitario la consapevolezza che

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