Toscana Medica - Dicembre 2020

10 / 2020 T OSCANA M EDICA 26 testatina opinio i a confronto ben poco a che fare con la nostra attività di clinici e molto più con il piano strettamente “istituzionale”. Comunque, i dati oggi a nostra dispo- sizione, ricavati essenzialmente dalle esperienze provenienti dalla Gran Bretagna, dimostrano che il rapporto costo-beneficio dei farmaci impiegati nella cura della maculopatia è com- plessivamente favorevole. Ovviamente la questione della sola spesa per i farmaci deve essere in- quadrata in un sistema assai più complesso di rete assistenziale, il quale “costa” anche, ad esempio, in termini di informatizzazione per lo scambio di conoscenze e risultati e di gestione dei Centri per la riabili- tazione dei pazienti, attivati presso le principali Aziende universitarie ma anche altrove. MURRO - Secondo me nella gestione della maculopatia sarebbe necessario programmare e attivare strategie a lungo termine perché queste, dopo gli inevitabili costi iniziali, portereb- bero risultati importanti nel campo dell’appropriatezza e della sosteni- bilità degli interventi. Garantire a quanti più soggetti possibile la con- servazione di una soddisfacente fun- zionalità visiva significa infatti avere nel tempo anziani complessivamente più autonomi e meno bisognosi di eventuali supporti socio-assistenziali. Come diceva il professor Virgili, ov- viamente non possono essere i medi- ci da soli a gestire queste tematiche! MARINAI - Credo importante cam- biare il paradigma di queste terapie come sottolineato da Virgili. Siamo di fronte al ben noto binomio: aumento delle necessità di cura - disponibilità di risorse limitate. La risposta deve di necessità passare attraverso una pro- fonda riorganizzazione di tutto il Si- stema. Quando la ricerca ci metterà a disposizione terapie più efficaci, an- che dal punto di vista organizzativo (minori somministrazioni), valutere- mo l’offerta con attenzione (ricordo che questo settore farmacologico rappresenta un campo minato con strascichi giudiziari ancora in corso). Nel frattempo, le soluzioni che stia- momento un sostegno complessivo che certamente aumenta e fortifica l’aderenza alla terapia. Purtroppo, però, spesso i colleghi della medicina generale non ven- gono compiutamente messi a cono- scenza dell’operato degli specialisti sui loro pazienti, essenzialmente, nel caso della maculopatia, per mancan- za di tempo e per una non ottimale organizzazione dell’impegnativo la- voro clinico, diagnostico e terapeuti- co oltre che amministrativo. TOSCANA MEDICA - Dottor Baglioni, dopo quanto detto dagli specialisti, come è il suo rapporto con loro? BAGLIONI - Diciamo “difettoso”, ov- viamente senza voler dare la colpa a nessuno! Il fatto è che tutti siamo oggi stressati da mille attività che sempre più spesso ci allontanano dalla clini- ca e dall’ascolto dei pazienti. In que- sto senso sarebbe bello disporre di un’organizzazione del lavoro capace di liberarci da mille incombenze oggi d’intralcio nelle nostre giornate, ad esempio poter contare su personale amministrativo o infermieristico a lavoro nei nostri studi. Alla fine, le spese sostenute potrebbero garanti- re una più elevata appropriatezza dei risultati clinici e un miglioramento sostanziale dell’intero sistema di assi- stenza che ruota intorno alla gestione di qualsiasi patologia cronica. TOSCANA MEDICA - Tutti i concet- ti fino a ora esposti finiscono inevi- tabilmente per condurre a ben noti concetti di farmacoeconomia, quali l’appropriatezza delle scelte ades- so ricordata dal dottor Baglioni e la sostenibilità degli interventi propo- sti da parte dei servizi sanitari. In quest’ottica, nel caso della maculopa- tia, quale è il rapporto costo-benefi- cio dei nuovi farmaci? VIRGILI - Credo che i margini di risposta a questa domanda riguar- dino i medici in maniera limitata, entrando in gioco molti altri fattori di carattere prettamente farmaco- economico, regolatorio e relativi ai rapporti con l’industria che hanno coce dei soggetti a rischio da parte dei medici di medicina generale così da indirizzare queste persone il pri- ma possibile dalla specialista, anche con un semplice test di Amsler. In seguito, possiamo seguire il pa- ziente nel suo percorso di cura, informandoci sull’andamento dei trattamenti e spiegandone raziona- le, tempi e modi, in maniera che il paziente si senta sostenuto e inserito all’interno di una rete in cui lavora- no professionalità diverse alla riso- luzione dei suoi problemi. Ormai è infatti dimostrato che un paziente correttamente informato e motiva- to tende ad aumentare in maniera significativa nel tempo la propria aderenza alla terapia. Ovviamente per raggiungere questi risultati è fondamentale che medici di fami- glia e specialisti siano messi nelle condizioni migliori per scambiarsi informazioni e suggerimenti, cosa che purtroppo a oggi in molti casi per molteplici motivi non sempre concretamente si realizza. TOSCANA MEDICA - A seguito dell’in- tervento del dottor Baglioni, una domanda per gli specialisti: quanto è importante la comunicazione con i colleghi della medicina generale nella gestione dei vostri pazienti? MURRO - Si tratta di un momento di fondamentale importanza, soprat- tutto quando parliamo di precocità della diagnosi. Il medico di famiglia, infatti, conosce a fondo e sa ascolta- re i propri pazienti più di ogni altro e per questa ragione è indispensa- bile quando si tratta di inquadrare correttamente una sintomatologia magari ancora sfumata. Inoltre, per il proprio rapporto con loro, egli può seguire i pazienti lungo un per- corso lungo e complesso, in grado di durare degli anni nel caso della maculopatia, al pari di qualsiasi altra condizione cronica. FIGUS - Il medico di medicina gene- rale rappresenta sempre e comunque il ponte che unisce pazienti, famiglie e specialisti nella gestione di una pa- tologia cronica, garantendo in ogni

RkJQdWJsaXNoZXIy NTA4Njg=