Toscana Medica - Febbraio 2020
T OSCANA M EDICA 2 / 2020 7 testatina qualità e prof sio e se con grande entusiasmo l’ardita proposta a una condizione: l’acqui- sto e l’allestimento del nuovo mez- zo non dovevano gravare sulle casse della pia istituzione. Detto, fatto: i promotori dell’iniziativa si rivolse- ro con un foundraising ante litte- ram alla popolazione fiorentina e riuscirono a raccogliere la somma necessaria in pochissimo tempo. Una specifica Commissione si rivol- se, quindi, alla Fiat per l’acquisto di uno chassis e alla ditta San Giorgio di Pistoia (poi Breda) per l’allesti- mento interno. In pochi mesi l’au- tocarro fu pronto e così anche la festa per presentarlo alla città che tanto generosamente aveva risposto all’appello. Infatti, l’11 maggio del 1911 macchina con chauffeur , cor- teo e autorità sfilarono per la città fino ad arrivare al Duomo dove ad attenderli c’era il vescovo per dare la sua benedizione. La tanto ago- gnata macchina si rivelò ben presto fragilissima e dovette essere affian- cata e poi sostituita da altre più po- tenti e forti. Tuttavia ebbe il pregio di aver dato vita a una nuova era, mai più interrotta, del servizio di trasporto motorizzato. Anche durante le due guerre mon- diali, come nella tragica alluvione del 1966, la Misericordia si prestò ai servizi di soccorso verso la popo- lazione in difficoltà. Oggi la Misericordia di Firenze è una struttura moderna ed efficiente in grado di offrire risposte concrete ai più svariati bisogni dei cittadini. L’Aiuto Alimentare, la Protezione Civile, il Centro di Ascolto Anti-U- sura, la Fondazione San Sebastiano per persone affette da disabilità intellettiva, gli Ambulatori specia- listici e di diagnostica strumentale, le Residenze per Anziani parlano di un impegno costante e attento alle moderne emergenze. Con i suoi sette secoli di vita, la Mi- sericordia di Firenze è senza dub- bio uno dei sodalizi volontaristici operanti nel campo della solida- rietà più longevi della nostra storia. info@misericordia.firenze.it provveditore dell’epoca, Antonino Ciardi Dupré, non volle introdurre l’uso di carri tirati da muli o cavalli, reputando tale servizio poco “digni- toso”, lo scontento dilagò e le pro- teste furono all’ordine del giorno. Quando agli inizi del Novecento alla guida del Sodalizio venne elet- to un nuovo provveditore, il nobile Niccolò Martelli, un uomo di vedu- te più moderne, si iniziò a pensa- re all’istituzione di un “auto-carro lettiga”, vale a dire una macchina a motore – come solo poche si erano viste – guidata da uno chauffeur e dotata di barelle adibite al traspor- to sanitario. Niccolò Martelli accol- cologicamente fra le proprie mura domestiche. Un’altra grande novità venne intro- dotta agli inizi del Novecento. Fino ad allora il trasporto di pazienti o defunti era avvenuto con la “zana” (un cesto dotato di cinghie dorsa- li a mo’ di zaino), poi con cataletti più o meno attrezzati trasportati “a mano” o “in spalla” oppure con carri, tirati in genere dai fratelli in servizio. Questi sistemi, già faticosi quando Firenze era ancora stret- ta nelle sue prime cerchie mura- rie, divennero insostenibili con il sostanziale allargamento urbano di Firenze capitale. Visto che il Figura 2 – Sede della Misericordia oggi. Foto di Andrea Ristori.
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