Toscana Medica - Febbraio 2020

T OSCANA M EDICA 2 / 2020 9 testatina qualità e prof sio e Il wise mirror (specchio saggio), pro- getto di ricerca condotto da centri di eccellenza (Istituto di Fisiologia Cli- nica, sedi di Pisa e di Milano, Centre de Recherche en Nutrition Humaine di Lione), consiste in un sistema di automonitoraggio, con l’aspetto di uno “specchio”, in grado di aiutare le persone a migliorare il proprio sti- le di vita al fine di ridurre il rischio cardio-metabolico. Mediante sensori viene ricostruito il volto in 3D mentre l’acquisizione di sequenze video consente la valu- tazione della frequenza cardiaca e la rilevazione di segni collegati a stati psicologici negativi, come stress, an- sia e fatica, mentre immagini multi- spettrali valutano la perfusione cu- tanea e l’accumulo di colesterolo e di prodotti di glicazione nella pelle. Un dispositivo, chiamato Wize Snif- fer, analizza inoltre la composizione dell’esalato per monitorare l’effet- to di abitudini nocive, quali fumo e abuso di alcol. I descrittori ottenuti sono integrati in un “indice di benes- sere” la cui evoluzione temporale de- scrive lo stato dell’individuo. Un sistema di coaching guiderà l’u- tente, mediante messaggi e sugge- rimenti, nel mantenimento di un corretto stile di vita riducendo le abitudini nocive. I pazienti saranno anche in grado di condividere, se lo desiderano, i propri dati, memoriz- zati in un diario, con il curante o al- tri professionisti sanitari. Nella fase finale del progetto, sarà effettuata una validazione del sistema rispet- to alla riproducibilità delle misure, all’efficacia nel rilevare cambiamenti dei fattori di rischio cardio-metabo- lici analizzati, nonché all’accettabili- tà da parte degli utenti. Conclusioni I medici devono prepararsi a gestire la relazione con pazienti sempre più “emancipati”, che sempre più spesso sottoporranno dati da loro stessi ot- tenuti, autonomamente, con il rischio La conclusione distopica di questa hybris epistemologica, per la quale le scienze chimico-fisiche (hard) e quelle umane/sociali (soft) sarebbero state ri- unificate e ricondotte a leggi formula- te matematicamente in termini quan- titativi e computabili, riconducibili a un unico metodo scientifico, potrebbe essere quella di considerare una bolla finanziaria e un virus influenzale (e la quinta sinfonia di Beethoven) soltanto pattern di flusso di dati analizzabili usando gli stessi concetti di base e gli stessi strumenti. In tale paradigma culturale, il me- dico potrebbe in futuro relazionarsi con un cittadino considerato un in- sieme di dati, un “datoma”, un essere privo di diritti, digitalizzato e gesti- to da algoritmi, un prodotto della massa di informazioni strutturate, in un contesto relazionale disincar- nato, centrato sui dati anziché sulle molteplici narrazioni della vita, che finirebbero dissolte in regolarità in- flessibili e “appropriate”. La medicina, nata per rispondere alla sofferenza, finirebbe trasformata in un gestore di dati ma non di presa in carico dei bisogni, delle disabilità, dell’equità, della solidarietà. H.G. Gadamer ha affermato che “la salute stessa è l’abilità di di- menticare di essere sani”. Ciò sembra sempre meno realizzabile nell’era della medicalizzazione e del controllo continuo, nella qua- le gli individui sentono continua- mente la necessità di verificare/ confermare il proprio stato di sa- lute/malattia. Da questo punto di vista, lo spec- chio computazionale, prototipo di semeiotica digitale, si colloca esattamente nel main stream delle richieste delle persone, che sem- brano sempre più necessitare di conferme esterne del proprio sta- to di salute, espropriate delle loro percezioni, come profetizzato da Illich nel 1976: Nell’Hundred Person Wellness Project, 100 volontari sani sono sta- ti seguiti intensivamente per 9 mesi mediante monitoraggio continuo del sonno, dell’attività fisica, della frequenza cardiaca, associato a una batteria di circa 100 test biochimici su sangue, saliva (genoma), urine, feci (microbioma) ogni 3 mesi. Lo studio, senza gruppo di controllo, ha evidenziato qualcosa di anomalo in quasi tutti i partecipanti, dalla ridu- zione dei livelli di vitamina D al pre- diabete. È seguita la proposta di una piattaforma a pagamento per effet- tuare gli stessi esami con la supervi- sione di un coach e la promozione di uno studio su larga scala, su 100.000 persone in buona salute. L’utilizzo dei dispositivi di monito- raggio infatti è un problema non sol- tanto di efficacia/efficienza ma anche di cambiamento di paradigma cultu- rale. Il rischio è che si stia realizzando una sorta di nuovo apparato sensoria- le, una strumentazione pervasiva, in grado di registrare con occhi nuovi e ridefinire lo stesso concetto di identi- tà corporea e di persona: Secondo alcune visioni si sarebbe prossimi alla super-convergenza dei domini digitale e biologico. In prati- ca non esisterebbe più una distinzio- ne netta tra il mondo dei bit e quello molecolare. Tutto consisterebbe di flussi di dati e il valore di ciascun fenomeno o ciascuna entità sarebbe dato dal suo contributo all’elabora- zione degli stessi. Le leggi matema- tiche degli algoritmi biochimici e di quelli digitali di machine learning, in grado di interpretare i big data di ciascun individuo (genoma, sensori wireless, smartphone, cloud com- puting, cartelle elettroniche, flus- si informativi), coinciderebbero in una sola teoria onnicomprensiva, in grado di unificare tutte le discipline scientifiche, dall’economia alla biolo- gia… alla musicologia.

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