Toscana Medica - Giugno 2020
5/2020 T OSCANA M EDICA 10 testatina le, né dagli addetti alla prevenzione, che devono essere attivi sul campo . Tale operatività nel territorio permet- terà un minore afflusso nei Pronto Soccorso e nelle Terapie Intensive, rendendo possibile mettere in atto le fondamentali tre T, Tracciare , Testare e Trattare . I Pronto Soccorso devono diagnosticare precocemente e preco- cemente trattare la polmonite da CO- VID-19, fare sistema con la Terapia Intensiva e con il reparto per definire insieme il percorso COVID. I Diretto- ri Sanitari hanno il compito di inven- tare nuovi Pronto Soccorso COVID, nuovi reparti COVID e nuove Terapie Intensive COVID, mantenendo ben chiaro in mente che le competenze degli intensivisti non si improvvisa- no, che non bastano letti e ventilatori per fare la medicina dell’emergenza o la medicina critica. Gli esperti vanno ascoltati perché vuol dire condividere con loro per un efficace miglioramen- to della qualità delle cure. L’importan- za di fare Sistema è estrema. Lo hanno ben capito microbiologi e virologi cli- nici nella creazione del percorso sepsi, il call to action è vivo e vitale: la sepsi da Coronavirus è la SARS-CoV-2. Lo hanno ben capito i radiologi. Lo han- no capito i farmacisti, che sono un tratto importante di unione tra l’Ente di Supporto Tecnico-Amministrativo Regionale (ESTAR) e il fronte clinico; non scordiamoci che anche loro sono parte vitale della clinica, dell’azione viva sul paziente, nel fornire per tem- po e con continuità farmaci per sedare e curarizzare, dispositivi per intubare e ventilare e ossigeno e farmaci antivi- rali in tutte le loro espressioni. Questa è stata la navigazione nel mare procelloso della fase uno e quella luce intravista attraverso gli insegnamenti della tempesta mi ha condotto al mare della fase due, che sembra un mare calmo, ma è come quando c’è una tempesta in agguato pronta a scatena- re i suoi elementi. In Toscana, dove per cultura e per pro- fessionalità e competenze in campo si potrebbe essere virtuosi, ci si è avviati alla fase due con l’apparente sensazio- ne che già siano stati dimenticati gli eroi in prima linea, quei medici e que- gli infermieri ormai stanchi e stressati. la più grave assenza è stata ancora una volta quella sul piano dell’ascolto. Il Coronavirus ha messo in luce anco- ra una volta le diseguaglianze di salute. Non sono stati solo gli anziani a paga- re il prezzo, pur grande, nei luoghi di confinamento della fragilità. Lo ha pa- gato tutta la fragilità espressa nei “non luoghi” che la Società è capace di cre- are e nascondere a un tempo. Nella “nuova” normalità, la domanda che ne consegue è: i politici e i cittadi- ni saranno in grado di pretendere una rete di sicurezza sociale ed economica ferma, generosa e durevole? Nella realtà clinica specifica del ter- ritorio toscano i reparti di medicina interna conoscevano il superaffolla- mento degli anziani, spesso colpiti da gravi e mortali infezioni ospedaliere, e le epidemie di batteri multi resistenti, conosciuta era anche la situazione del- le RSA in molti casi funestate da gravi infezioni e colonizzazioni. In Toscana nella fase uno, quella del contagio attivo, questo nuovo Coro- navirus ci ha insegnato il rispetto delle competenze . È stato ben chiaro che sono le competenze a fare la differen- za in tempo di pandemia. L’infezione da COVID-19, la polmonite da CO- VID-19, ha bisogno di una diagnosi come qualsiasi infezione. I Pronto Soccorso, i laboratori di Microbiologia e Virologia Clinica hanno espresso le giuste competenze. Poi l’infezione ha bisogno delle cure e dell’assistenza. Le Terapie Intensive e i reparti COVID a guida infettivologi- ca e pneumologica per i pazienti meno gravi hanno espresso le giuste compe- tenze. Le Terapie Intensive sono lo specchio di tante situazioni problema- tiche dell’ospedale, sono come l’oro- logio dell’ospedale: se si ferma questo orologio si ferma tutto l’ospedale. Gli anestesisti rianimatori lo ricordavano da anni ma con poco ascolto. Il Coro- navirus lo ha messo in chiaro ancora una volta. L’unico modo per far fun- zionare bene questo orologio è quel- lo di fare Sistema : quanto accade con il COVID-19 nel territorio non può essere dimenticato né dai medici di famiglia, chiamati a essere in prima linea, appropriatamente protetti e ben formati a questa protezione individua- Nella normalità “nuova” persisterà la lezione che la visita in ambulatorio, per molti tradizionali motivi, è un di- nosauro e che le vie all’aiuto di alta qualità al consiglio e anche alla cura e all’assistenza a qualità equivalente (ma a più basso costo e maggiore velocità) sono potenzialmente molte? La cura e l’assistenza virtuali su larga scala per- metterebbero che il tempo del faccia a faccia nella pratica clinica venisse usato per i pazienti che veramente trarrebbero un beneficio da questo contatto più diretto. Nella realtà clinica specifica del terri- torio toscano non sono state proposte piattaforme virtuali per un interven- to in rete dei medici di famiglia con i loro assistiti. Questa pandemia da Coronavirus ha messo in evidenza quanto sia impor- tante farsi trovare preparati di fronte alle minacce per la salute. Le minacce di una probabile pandemia nel ventu- nesimo secolo non erano sconosciute al mondo. Le fondamenta della pre- parazione nei confronti delle minac- ce alla salute devono essere robuste e solide nei sistemi sanitari pubblici, ma purtroppo è stato permesso che si erodessero non essendo mai state messe al primo posto negli interven- ti di restauro. Nei dieci anni passati importanti Rapporti sono stati redat- ti per richiamare l’attenzione sulla mancanza di preparazione, con solo minima risposta da parte dei governi nazionali e regionali. Il conto presen- tato da COVID-19 può essere il più grande a oggi pagato per questo fal- limento, ma se non si prendono sul serio la preparazione agli eventi e la valutazione dei rischi, pur con un importante impegno di spesa, questa non sarà né l’ultima né la più grande pandemia. Altri nuovi patogeni e an- che altri disastri di grandi proporzioni non sembrano così astratti e distanti. Nella realtà clinica specifica del ter- ritorio toscano, questo problema ha portato al contagio e alla malattia di molti operatori sanitari per carenza di dispositivi di protezione. La seconda criticità è stata l’improvvisazione sia sulla costruzione di nuovi reparti, nuo- ve Terapie Intensive e nuovi percorsi sia sui dispositivi di sanificazione. Ma
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