Toscana Medica - Giugno 2020

T OSCANA M EDICA 5 / 2020 11 testatina Pronto Soccorso. Tutti gli altri letti HDU devono essere entro le Te- rapie Intensive Flessibili e diretti da anestesisti rianimatori, gli uni- ci con le competenze per poterlo fare. Gli anestesisti rianimatori, per loro stessa natura, sono sempre stati multidisciplinari. Per un riani- matore vero l’anestesia è medicina perioperatoria e il rapporto con il chirurgo è stretto ma soprattutto è stretto il rapporto con il paziente e con il suo percorso pre-, intra- e postoperatorio. Per lui la medicina critica è il centro dell’operatività clinica, non lo sono certo le pro- cedure di supporto soltanto. Un rianimatore intensivista non è un intubatore, non è un ventilatore, è un clinico che fa diagnosi di quan- do intubare e che sa effettuare le ventilazioni più complesse e dif- ficili senza fare danni al paziente, sa sostenere gli organi nel modo giusto fino al loro recupero perché conosce gli aspetti fisiopatologici delle malattie critiche. Ma l’inten- sivista vero sa anche aprire le porte all’infettivologo, al microbiologo, al virologo, allo pneumologo, al me- dico dell’emergenza-urgenza. L’in- tensivista vero ha sempre lavorato e continua a lavorare in squadra con l’infermiere e con le altre specialità sapendo bene che solo la squadra è vincente. 3. Riorganizzare la rete delle Micro- biologie e Virologie Cliniche della Toscana. Una riorganizzazione la cui straordinaria importanza è ap- parsa evidente già prima della pan- demia, almeno da quattro anni. La delibera regionale ci dice di creare una Rete di Microbiologie e Virolo- gie Cliniche totalmente autonome in risorse umane e tecnologiche e perfettamente integrate nel conte- sto più ampio dei Laboratori. Oc- corre sottolineare che non ci sono solo i Coronavirus, ma anche batte- ri multiresistenti, funghi multiresi- stenti e domani, nuovi virus, nuovi batteri. I microbiologi clinici sono un asse portante del sistema della medicina moderna e hanno oggi a disposizione tecniche molecolari di grande importanza. tidisciplinare, specialistico com- preso. La rete delle Case della Salute deve comprendere quelle già esistenti e quelle che possono essere create anche utilizzando i piccoli ospedali. Le RSA dovreb- bero avere un unico riferimento sanitario e gli anziani dovrebbero essere periodicamente controllati da medici e infermieri in grado di fungere anche da insegnanti di prevenzione e da controllo delle infezioni insieme agli Aid Team e della criticità del paziente con ap- positi sistemi di monitorizzazione dei parametri vitali. 2. Riorganizzare le Terapie Intensive in Terapie Intensive Flessibili. Non significa solo fornire una risposta alla pandemia. Nell’ultimo decen- nio il numero dei letti di Respira- tory Tract Infections (RTI) è sceso molto sotto i 10/100.000 abitanti, le Terapie Intensive hanno così avuto tassi di occupazione del 90- 100% e si è dovuto assistere alla triste peregrinazione di pazienti critici da un ospedale all’altro, con evitabili morti in itinere o gravi complicazioni. L’esiguità dei posti letto ha reso questi spesso inappro- priatamente occupati. Le Terapie Intensive devono essere costituite non più esclusivamente da posti letto intensivi ma da letti intensivi e HDU ( High Dependency Units ). L’occupazione dei posti letto può arrivare al massimo al 70-80% in una Terapia Intensiva Flessibile di un ospedale per acuti. Occorre misurare l’appropriatezza dell’oc- cupazione dei posti letto in Terapia Intensiva. Il tasso dei posti letto in- tensivi/HDU deve essere portato il più vicino possibile a 20/30 letti per 100.000 abitanti e questo non solo per essere pronti alle epidemie di tutti i generi ma anche per ser- vire meglio un ospedale per acuti (o riacutizzati gravi) e le attività chirurgiche, specie quelle più com- plesse e quelle ultra specialistiche. È importante che questo rapporto il più vicino possibile a 20/30 letti intensivi/HDU comprenda anche i letti HDU dedicati da un lato alle Recovery Rooms e dall’altro ai È bene che la produzione riparta, l’economia riparta, ma è assoluta- mente necessario che il governo di questa Regione e il governo delle ASL e delle AOU provvedano a: 1. Riorganizzare la Primary Care costituendo team multidisciplina- ri di medici di famiglia con base nelle Case della Salute e una Rete Regionale delle Case della Salute. Questa Rete non è soltanto una risposta alla pandemia ( Tracciare , Testare e Trattare ), è il cambia- mento della medicina primaria: molte malattie possono essere trattate a casa, soprattutto quel- le croniche. Oggi la pandemia ci insegna che per combatterla è necessario un Piano medico che riguarda la medicina generalista. Oggi i medici di famiglia sono il primo baluardo contro il virus. Insieme agli infermieri del terri- torio dotati di protezioni indivi- duali potranno curare i pazienti COVID-19 a casa ed effettuare l’importantissimo lavoro di trac- ciamento utile per delimitare per tempo i microfocolai e impedire l’espansione della pandemia. Do- mani, a pandemia finita, potranno curare gli insufficienti respiratori cronici, cardiaci, renali a casa, i pazienti con tumori a casa, le ria- cutizzazioni a casa prendendo per mano i loro pazienti e indirizzan- doli per tempo e appropriatamen- te in ospedale solo se necessario. Così non vedremo più gli affolla- menti nei Pronti Soccorso e non vedremo più o molto meno le co- lonizzazioni acquisite in ospedale oppure le gravi infezioni correlate all’assistenza acquisite in ospe- dale. Le Case della Salute sono importanti perché questa rete, non più il Pronto Soccorso, potrà essere il punto di riferimento dei cittadini e le Case della Salute de- vono avere al centro il cittadino e poter far vivere questa importan- te risorsa sanitaria in team 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Nelle Case della Salute il team avrà a disposi- zione la tecnologia diagnostica e informatica anche trasportabile a domicilio e tutto il supporto mul-

RkJQdWJsaXNoZXIy NTA4Njg=