Toscana Medica - Giugno 2020

5/2020 T OSCANA M EDICA 12 testatina lati fragili, cronici, immunodepressi, anziani con molteplici comorbidità in equilibrio clinico assai labile nel- la fase due torneranno ad affollare ospedali e ambulatori? Allora ecco sorgere le domande alle quali si dovrà responsabilmente ri- spondere in caso di una probabile, a dire di molti esperti, seconda ondata. La fase due, fase della ripresa, ma anche fase due della Sanità Toscana che riparte dal Territorio, dalla me- dicina primaria, che passa anche per l’integrazione con ospedali per acuti rinnovati come rete di servizio spe- cialistico e per un coinvolgimento pieno dei medici e degli infermieri di nuovo con la loro voce, per le loro competenze, fondamentali alla vita stessa del Sistema Sanitario Pubbli- co. È stato un errore aver tolto la voce ai medici e agli infermieri, in particolare a quelli che hanno ge- nerosamente lavorato e continuano a lavorare negli ospedali. Non deve accadere mai più, questo silenzio deve cessare per lasciare il passo a una vera alleanza vivace e costruttiva tra chi governa la Sanità e i sanitari che in essa operano quotidianamen- te, mirata a ottenere un sempre mag- giore valore negli esiti del percorso clinico in termini di diagnosi, cura, prevenzione e assistenza, integrate tra loro e tra territorio e ospedale. Il racconto è giunto al termine, ma il diario di bordo non si chiude, mari da esplorare ce ne sono ancora tanti e for- se in questa navigazione che continua merita ricordare una metafora utile a tenere saldo il timone, la metafora nautica di Otto von Neurath: “ Siamo come i marinai che in mare aperto devono ricostruire la loro nave ma non sono in grado di ri- cominciare da capo. Laddove viene rimossa una trave del fasciame, ne deve essere immediatamente collo- cata una nuova e per questo viene utilizzato come supporto il resto del- la nave. In questo modo utilizzando le vecchie travi e legni alla deriva, la nave può essere modellata comple- tamente di nuovo, ma solo mediante una graduale ricostruzione ”. giotulli@gmail.com nutrimento dell’Intelligenza Ar- tificiale che ancora di più aiuterà il nostro sapere e le nostre espe- rienze nel raggiungimento del valore in termini di risultato e di costi dei percorsi clinici. Il virus COVID-19 ci ha sollecitati con tutte queste richieste. Domande le cui appropriate risposte mettono in sicurezza i preziosi operatori del Sistema Sanitario Regionale. Sono inoltre punti che costituiscono l’inve- stimento futuro in Sanità, finalizzato a garantire un sistemo equo e univer- sale, di qualità e di sicurezza, di valu- tazione del merito e delle competen- ze dei professionisti in campo in ogni disciplina e nell’assistenza. Nelle ultime settimane il virus è sembrato meno aggressivo, una percentuale inferiore di pazienti ha sviluppato quadri gravi, ma lo co- nosciamo ancora troppo poco e non sappiamo se questa tendenza pro- seguirà nei prossimi giorni. Le me- todiche che abbiamo a disposizione per testare la popolazione e monito- rizzare l’andamento epidemiologico (RT-PCR e sierologia anticorpale) presentano ancora forti limitazioni, così come importanti limitazioni esi- stono nell’organizzazione di questo screening , in particolare degli asin- tomatici e dei paucisintomatici. Non sappiamo neppure come sarà il virus nella sua virulenza, nei suoi compor- tamenti con l’ospite e nella sua capa- cità di mutare. Sappiamo invece che tutti vogliono ripartire, tutti vogliono rivedere persone care e ignoriamo se i nostri comportamenti saranno corretti in termini di distanziamen- to e regole igieniche e di sicurezza. La pandemia ha avuto anche nella nostra Regione effetti importanti, in specie sui fragili e sugli anziani che sono stati contagiati, molti sono gua- riti dal punto di vista infettivologico, ma ancora non abbiamo certezza che non siano più contagiosi. Esiste inol- tre grande incertezza nel sapere se la disregolazione infiammatoria, la tem- pesta citochinica causata dal virus, si arresti o possa dare complicazioni a distanza di tempo. Le conoscenze sulla sepsi e sullo shock settico ci de- vono aiutare a riflettere. Tutti i ma- 4. Riorganizzare gli Aid Team. Esi- ste in Toscana una delibera su questo aspetto fondamentale, ma è complesso rendere operativo l’ Aid Team in ogni ospedale e nel territorio. Prevenire, controllare, sorvegliare le infezioni correla- te all’assistenza è indispensabile sia in ospedale che, per esempio, nelle RSA, nelle Riabilitazioni. Alcuni setting degli ospedali de- vono essere particolarmente pu- liti, perciò è necessario controlla- re la qualità dell’aria, dell’acqua, delle superfici, dell’ outsourcer destinato alle pulizie, la sanifica- zione della struttura e i complessi processi di sterilizzazione. 5. Riorganizzare gli ospedali in CO- VID- Hospital e no-COVID- Ho- spital . Come indicato anche dal Ministero della Salute, è fonda- mentale per tutto l’anno e forse per una parte del 2021, almeno fino a quando il vaccino non sarà dispo- nibile. Appare rischioso mescolare i pazienti COVID-19 con malati di patologie diverse. In Toscana tutto questo è possibile, abbiamo ospe- dali che possono essere dedicati ai pazienti COVID-19, senza alterare la rete generale degli altri ospedali, tutti comunque da sanificare pro- fondamente e da dotare di disposi- tivi di protezione individuali per la ripresa delle attività di routine e di emergenza no-COVID. Per altro si riaprirà l’attività chirurgica che sarà una porta aperta al virus sia negli ambulatori che nei reparti. 6. Riorganizzare la Piattaforma In- formatica Regionale. Occorre partire da una revisione dell’in- comprensibile variabilità delle cartelle cliniche informatizza- te adottate dalle varie ASL e AOU. Oggi sarebbe opportuno avere un’unica cartella clinica informatizzata per tutta la Re- gione Toscana, anche codificata in modo da permettere l’estra- zione di dati clinici essenziali ai feed-back di cambiamento, ma soprattutto alle valutazioni clini- che diagnostiche e di trattamen- to. I dati sono il nutrimento delle conoscenze, domani saranno il

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