Toscana Medica - Giugno 2020

T OSCANA M EDICA 5 / 2020 17 testatina In pochi mesi è avvenuto un cambia- mento che solo il futuro ci dirà se sia davvero epocale. Io ne sono convinto. Abbiamo alle spalle: una pandemia an- nunciata (la natura aveva fatto le prove all’inizio del millennio con la SARS) e ancora in corso; oltre trentamila deces- si (stando alle cifre ufficiali) dei quali 156 medici (nel momento in cui scri- vo); la consapevolezza dei profondi danni strutturali che la politica degli ultimi decenni ha prodotto nel Servizio Sanitario Nazionale (tagli lineari per 37 miliardi, riduzione dei posti letto e del personale, imbuto formativo ecc.). Verrà il momento di esaminare l’operato di tutti, certamente, ma adesso voglio porre l’accento sul- la lungimiranza dei nostri politici e amministratori. È stato approntato, su indicazione dell’OMS, un piano anti-pandemia dopo la SARS, ma poi non è stato fatto altro, forse per moti- vi economici: non sono stati acquista- ti e stoccati i dispositivi di protezione individuale (DPI), non sono stati in- crementati i posti letto nelle rianima- zioni, non è stato assunto personale, non è stata fatta formazione. Quanto a lungimiranza, però, c’è di peggio, perché la politica non ha riconosciuto la gravità del proble- ma neppure dopo alcune settimane che la Cina aveva messo in rigida quarantena 60 milioni di cittadini, cioè tanti quanti l’intera popola- zione italiana. I verosimili ritardi dell’OMS non hanno aiutato, ma anche molti cosiddetti esperti no- strani hanno sostenuto posizioni, opinioni e previsioni rapidamente e clamorosamente smentite. Aggiun- go che mi lascia perplesso il fatto che alcuni di questi “esperti” ven- gano ancora ascoltati dai decisori e blica, terapie intensive), assunzione di personale, piano di formazione conti- nua dello stesso, potenziamento della rete informatica, abbattimento della burocrazia e delle liste d’attesa. Poi c’è il territorio, che ha purtroppo mostrato tutti i suoi limiti in questa tragedia nazionale. Poiché nessu- na organizzazione ospedaliera, che non abbia potenzialità infinite, potrà mai reggere l’impatto assistenziale di un’intera popolazione (in questa fase due, ma anche nel futuro un po’ più lontano), è davvero il momento, a mio avviso, di dare forza al poten- ziamento strutturale del territorio perché sia l’ospedale a coadiuvare il territorio, e non il contrario, per le situazioni che richiedono prestazio- ni di elevata complessità e intensità di cura non erogabili in regime di domiciliarità. Sono irrinunciabili, dunque, molti interventi e tra questi voglio indicare lo sviluppo e l’implementazione dei team multidisciplinari di assisten- za primaria, comprendenti anche le Unità Speciali di Continuità Assi- stenziale (USCA), la rimozione delle limitazioni prescrittive ai medici di medicina generale in tema di farmaci innovativi, la strutturazione del col- legamento informatico tra ospedale e territorio, lo sviluppo ma anche la delimitazione e regolamentazione della telemedicina. ftom.toscana@gmail.com COVID-19: esperienze e riflessioni del Presidente della Federazione Toscana degli Ordini dei Medici di Lorenzo Droandi Lorenzo Droandi Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Arezzo. Presidente della Federazione Toscana degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Medico di Medicina Generale. Medico Tutor Valutatore in Medicina Generale. Membro del gruppo di lavoro FNOMCeO Professione Salute Ambiente e Sviluppo Economico invitati dai canali televisivi naziona- li a pontificare sulla materia. Ci siamo trovati catapultati, im- provvisamente, ad affrontare una situazione che mai avremmo im- maginato di vedere e per la quale nessuno di noi era stato preparato. Abbiamo dovuto farlo senza dispo- sitivi di protezione individuale, in un mare magnum di carenze, erro- ri, incapacità organizzativa, disposi- zioni diverse e talora confliggenti. Ma quello che mi preoccupa mag- giormente è non aver visto prima e non vedere oggi la strategia per an- dare in sicurezza (seppure relativa) verso una ripresa della vita normale e per mantenere un Sistema Sanitario Nazionale universale, equo e solidale. È necessaria una serie di azioni concrete. Costanti monitoraggio e conteni- mento del contagio, mediante map- patura e isolamento dei casi positivi e dei loro contatti, fino a raggiungere i soli contatti negativi. Ne consegue il necessario potenziamento dei servizi di igiene pubblica e la disponibilità di materiali diagnostici e di dispositivi di protezione individuale quali-quanti- tativamente adeguati. Un piano di riorganizzazione degli ospedali, con mantenimento di per- corsi separati ma altamente flessibili (rapida riconversione dall’uno all’al- tro settore), in grado di fare fronte a recrudescenze del COVID-19 ovve- ro a nuove emergenze. Non dovrebbe esserci bisogno di dire che a tutto questo dovrebbero affian- carsi provvedimenti di carattere an- cora più generale: minori condiziona- menti economici, predisposizione di piani per maxi-emergenze, potenzia- mento dei diversi servizi (igiene pub-

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