Toscana Medica - Giugno 2020

T OSCANA M EDICA 5 / 2020 19 testatina Non è facile scrivere in poche ri- ghe il vissuto di una pediatra di fa- miglia che si è trovata impegnata in uno scenario sanitario mai spe- rimentato. E pensare al futuro in una situazione così fluida. Ma accolgo l’idea: riflessioni in libertà. È vero che in altri Paesi del mon- do la lotta alle malattie infettive, quelle che fanno paura, è ancora al primo posto nei pensieri dei medici (penso ai miei colleghi che hanno fatto esperienza in Afghanistan o in Burkina Faso, all’Ebola, alla SARS, alla MERS…), ma non era così da noi… e invece oggi ci siamo dentro, assieme all’intero pianeta. Sono una pediatra che vive in To- scana, lavoro in una Regione con numeri non drammatici, in cui il Governatore, l’Assessore, ma soprat- tutto il sindacato che ci rappresenta (la FIMP) ci hanno dato indicazioni su come muoverci come professioni- sti del Sistema Sanitario Nazionale, aggiustando il tiro in una situazione epidemiologica che cambia di giorno in giorno, e non poco. Delibere, flow chart , comunicati in continuazione. Ci abbiamo messo però anche del nostro, come professionisti in gioco: noi pediatri ci sentiamo, a gruppi ci scriviamo, ci scambiamo idee, leggia- mo articoli scientifici, ci informiamo su quello che succede anche negli ospedali pediatrici, in Toscana, in Italia. Perché ci sentiamo imprepa- rati, alle prese con un’infezione di cui sappiamo ancora molto poco, dove le esperienze nei bambini sono scarsis- sime anche dalla Cina, Nazione che per prima si è confrontata con questo virus anomalo. È vero che i bambini si ammalano poco, sembra, ma… le forme paucisintomatiche? E le forme obbligo abbiamo deciso di ridurre i nostri appuntamenti ambulatoriali secondo flow chart che si sono via via affinate. Abbiamo da subito dato disponibilità telefonica (regolamen- tata rapidamente da accordi sinda- cali) 7 giorni su 7, 8-20 invitando le famiglie anche a utilizzare altri mez- zi di comunicazione che ci potessero chiarire cosa fosse meglio fare. Mail e video, foto e whatsapp hanno so- stituito per molti casi le visite in pre- senza, senza che questo abbia dan- neggiato il rapporto di fiducia che ci sostiene nel nostro lavoro. Obiettivi sempre condivisi fra noi e i genito- ri: facciamo quello che è necessario per dare risposte adeguate al pro- blema presentato, sia una febbre ap- pena iniziata, che una tosse sospetta o una strana dermatite. Abbiamo dovuto far fronte anche a problemi assistenziali che non trovavano risposta per la chiusura degli ambulatori specialistici e dei servizi territoriali. Le vaccinazioni necessarie sono sta- te mantenute, così come i bilanci di salute inderogabili soprattutto nel primo anno di vita, con una regola- rizzazione maniacale degli accessi. Cartelli molto chiari al di fuori, sale di attesa contingentate, non più di un genitore, munito di mascherina, detergente all’ingresso. Non è mai venuto a mancare an- che il sostegno che stiamo dando ai genitori in difficoltà nella gestione quotidiana dei figli, in assenza del- la scuola e spesso anche dei nonni, genitori turbati anche dalle difficol- tà economiche. COVID-19: esperienze e riflessioni dalla Pediatria di Famiglia di Monica Pierattelli Monica Pierattelli Pediatra di Famiglia Campi Bisenzio, USL Toscana Centro. Presidente Sezione Toscana SICuPP (Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche) atipiche? Ci sono segnalazioni recenti che una sindrome grave tipo Kawa- saki abbia connessioni con il SARS- CoV-2 proprio in età pediatrica. La consapevolezza è che ci stiamo muovendo per analogie con quel- lo che succede agli adulti, ma non è così: dobbiamo affilare le nostre capacità per cogliere anche i primi segni, per limitare le complicanze e soprattutto i contagi. Una delle prime azioni che abbiamo messo in campo è cambiare il nostro approccio ambulatoriale. Coniugare necessità di sicurezza per noi (e i nostri cari), i nostri collaboratori di studio, i nostri assistiti e le loro fa- miglie e garantire un approccio pe- diatrico che ci permettesse di dare risposte anche agli altri problemi che continuano a esistere: non c’è solo l’infezione da SARS-CoV-2. In Pediatria c’è molto altro! Il personale di studio è stato in gene- re messo in sicurezza con l’astensio- ne dal lavoro, in attesa di chiarimen- ti per la tutela. Chi ha mantenuto il lavoro ha dovuto mettere in pratica gli accorgimenti richiesti: mascheri- na, guanti, distanza sociale. Le puli- zie si sono intensificate con l’utiliz- zo di procedure di sanificazione di strumenti e suppellettili, secondo le leggi in divenire. E noi? Va detto che i DPI sono arri- vati in ritardo, in pochissima quanti- tà, una decina di mascherine chirur- giche, un paio di occhiali all’inizio era tutto quello di cui disponevamo. Solo oltre la metà di marzo sono arri- vati sovracamici, 6 mascherine FFP2 e complessivamente due pacchi di guanti. Il resto ce lo siamo procura- to… in primis il detergente. Ma noi toscani come tutta l’Italia. Per scelta già prima che divenisse

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