Toscana Medica - Giugno 2020
5/2020 T OSCANA M EDICA 30 testatina La diffusione pandemica dell’in- fezione da COVID-19 ha rivolu- zionato le abitudini di vita e l’as- sistenza sanitaria nel mondo. Nel nostro Paese, in cui at- tualmente si contano più di 200.000 casi con una mortalità che si attesta intorno al 13%, il Sistema Sanitario Nazionale è stato messo a dura prova e tutte le realtà regionali e/o provinciali hanno dovuto ripensare i propri assetti organizzativi per garan- tire adeguati livelli di cura con risorse limitate. È stato differito il differibile, è stata rimandata la maggior parte delle prestazioni ambulatoriali, riducendo la presenza di persone in ospedale all’indispensabile. Per cercare di limitare il contagio, sono stati rivisti gli spazi, è stato chiesto a cardiologi, oncologi, ne- frologi di tornare a fianco di colle- ghi e pazienti per fare il mestiere del medico indipendentemente dalle iper-specializzazioni. Anche a Grosseto l’ospedale e la vita ospedaliera hanno subito di- versi cambiamenti: l’accettazione è stata affiancata da una tenda pre-triage per separare i sogget- ti sospetti dagli altri, sono stati disegnati percorsi specifici per il trasporto dei pazienti; ai reparti di degenza e alla rianimazione si sono aggiunte le aree COVID per adulti e per bambini. In questo contesto di emergenza sanitaria nazionale causata da un virus che ha morbidità e letalità evidentemente superiori per le diante la condivisione di espe- rienze e di idee, hanno permes- so di superare queste criticità in tempi brevi creando per lo staff della Pediatria le condizioni mi- gliori per provvedere al bambino COVID sospetto o confermato. Nella conduzione di questa fase è stato prezioso il contributo della Pediatria di Famiglia ed è stata vincente l’integrazione con il pe- diatra ospedaliero per la gestio- ne dei piccoli pazienti sospetti o positivi. Il pediatra di famiglia ha avvia- to un percorso di educazione all’utilizzo domiciliare dei DPI e alla messa in pratica di misure di prevenzione, ha limitato gli ac- cessi autonomi impropri al Pron- to Soccorso, fungendo da filtro attivo sul territorio, ed ha preso in carico i pazienti ricoverati per cui è stato possibile disporre di- missioni precoci. Questi interventi uniti alle mi- sure di contenimento, alla paura del contagio e alle modifiche del- lo stile di vita hanno ridotto il ri- La Pediatria ai tempi del Coronavirus. L’esperienza grossetana di Susanna Falorni, Mauro Breggia, Giulia Guerrini, Dario Marietti, Elisabetta Grande, Luca Bertacca Susanna Falorni U.O. Pediatria e Neonatologia, Ospedale “Misericordia”, Grosseto Mauro Breggia Direttore U.O.C Medicina e Chirurgia d’Urgenza, Accettazione e Pronto Soccorso, Ospedale “Misericordia”, Grosseto Giulia Guerrini, Elisabetta Grande, Luca Bertacca U.O. Pediatria e Neonatologia, Ospedale “Misericordia”, Grosseto Dario Marietti U.O.C Medicina e Chirurgia d’Urgenza, Accettazione e Pronto Soccorso, Ospedale “Misericordia”, Grosseto fasce d’età più avanzate, decide- re di creare spazi appositi per la gestione del paziente pediatrico e di impiegare risorse umane sup- plementari (garantendo un’unità di personale COVID 7/7 h 12) po- trebbe sembrare una scelta azzar- data, se non si guardasse il bambi- no con gli occhi del pediatra: oltre che un paziente che per peculia- rità fisiologiche e/o psicologiche richiede percorsi diagnostico-te- rapeutico-assistenziali dedicati, il bambino è l’ospite perfetto: asin- tomatico, può diffondere inconsa- pevolmente il virus. Riconoscere precocemente l’in- fezione nel 90% delle forme lievi non influenzerebbe in maniera significativa il decorso clinico, ma potrebbe ridurne indiretta- mente la contagiosità mediante l’uso di dispositivi individuali di protezione (DPI) e la limitazione dei contatti e degli spostamenti dal domicilio. Nelle scorse settimane non è sta- to, però, tutto facile. La strutturazione di un iter preci- so e la definizione degli items di scelta per la gestione dei pazienti hanno dovuto tener conto di un criterio epidemiologico in co- stante cambiamento, dell’estrema variabilità delle manifestazioni cliniche tipica delle infezioni vi- rali nei più piccoli e delle poche certezze che possono essere tratte dalla letteratura. La collaborazione con i medici dell’adulto e la creazione di una Rete Pediatrica Regionale, me-
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