Toscana Medica - Giugno 2020

5/2020 T OSCANA M EDICA 36 testatina 19 febbraio 2020: la rivoluzione del COVID-19 ha inizio. Da que- sto momento in poi i nostri ospe- dali non sarebbero più stati gli stessi. Nel giro di poche settimane interi reparti sono stati rivoluzio- nati, smembrati, riorganizzati. Entrati nella cosiddetta Fase 2, su- perata la criticità di una pandemia così rapida, si rende necessario un cambiamento profondo nelle nostre abitudini, negli spazi, nel- la nostra realtà lavorativa. Come possiamo ripartire con uno sguar- do nuovo sul futuro, dopo aver im- parato la dura lezione impartita da un virus così subdolo? Il punto di partenza è sicuramen- te la riorganizzazione dei servizi territoriali e del Pronto Soccor- so. Quest’ultimo non potrà più essere quello di prima, luogo di sovraffollamento e “assembra- mento forzato”. Tutta la casistica minore dovrà essere gestita dalla sanità territoriale e dai medici di famiglia, creando poi connessioni più strette e dirette con le attività ambulatoriali specialistiche degli ospedali. L’uso appropriato del Pronto Soccorso significherà tu- tela dei pazienti e degli operatori e quindi maggiore sicurezza per tutti i cittadini. A livello dei DEA sarà necessa- rio mantenere percorsi adeguati e differenziati per i pazienti con basso e alto sospetto di COVID-19 avvalendosi di una postazione di pre-triage dove individuare il pa- ziente “sospetto-COVID-19” sulla base della presentazione clinica e dei sintomi riferiti, indipenden- temente dal motivo della presen- tazione. I pazienti non sospetti potranno proseguire un percorso tuali esami ridondanti e spesso forse poco utili. Un altro punto estremamente de- licato, ma cruciale, è la gestione dei familiari. L’emergenza CO- VID-19 ha lasciato intorno a sé una solitudine disarmante. Gli smartphone e le videochia- mate in corsia hanno provato ad accorciare quella distanza, ad ab- battere quel muro di solitudine, ma senza il calore di una reale umanità. Il passaggio da un ospe- dale aperto 24 ore su 24 a una totale chiusura non è stato faci- le da affrontare. In futuro dovrà comunque essere mantenuto un maggiore controllo sull’accesso dei familiari, organizzando acces- si differenziati per orario e man- tenendo in parte la modalità di colloquio per via telefonica come sperimentato in questa fase. La sfida lanciata dal COVID-19 è soltanto all’inizio: spetta a noi cli- nici costruire il futuro dei nostri ospedali dialogando con le istitu- zioni. Perché dalla macerie rina- sca una nuova idea di sanità, in grado di reggere anche allo scon- volgimento esistenziale di una pandemia. nozzolic@aou-careggi.toscana.it COVID-19: esperienze e riflessioni dal DEA e dalla Medicina Ospedaliera di Carlo Nozzoli, Ombretta Para Carlo Nozzoli Direttore DEA e Direttore Medicina Interna 1 AOU Careggi, Firenze. Laureato presso l’Università degli Studi di Firenze nel 1981. Specialista in Medicina Interna. Ha lavorato per molti anni al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Careggi per poi diventare direttore di una Unità Operativa di Medicina Interna del medesimo ospedale nel 1999. Dal 2007 dirige il DEA dell’AOU di Careggi Ombretta Para Medicina Interna 1 AOU Careggi, Firenze separato, mentre i pazienti sospet- ti verranno trasferiti in un’area de- dicata per il successivo iter . È indicata l’esecuzione del tam- pone rinofaringeo in tutti i casi sospetti e in tutti i pazienti che devono essere ricoverati in ospe- dale. Sicuramente sarà fonda- mentale elaborare tamponi ra- pidi e accurati, in modo che i pazienti sospetti possano sostare il minor tempo possibile nel di- partimento di emergenza. Nella fase di inquadramento i pazienti sospetti devono necessariamente permanere in ambienti specifi- ci ed essere isolati e comunque anche tutti gli altri dovrebbero essere collocati in postazioni con adeguato distanziamento. Nessun paziente potrà più varcare la por- ta dell’ospedale privo di masche- rina chirurgica e guanti. Nell’ottica di una corretta gestio- ne dei dispositivi di protezione individuale e di una riduzione dell’esposizione sia del persona- le sanitario che dei pazienti, sarà necessario inoltre riorganizzare l’attività del nostro luogo di la- voro. La classica attività mattu- tina con medici, specializzandi e studenti che si alternano nella visita del paziente probabilmente andrà rivista e riorganizzata. Sarà necessaria una ridistribuzione di compiti, partendo dall’individua- re e diversificare le competenze di ciascun professionista. Fonda- mentale implementare l’utilizzo dell’ecografo in corsia, il nostro nuovo fonendoscopio, con l’istitu- zione di percorsi formativi e la di- sponibilità di dispositivi portatili e affidabili, in modo da ridurre gli spostamenti del malato ed even-

RkJQdWJsaXNoZXIy NTA4Njg=