Toscana Medica - Giugno 2020
5/2020 T OSCANA M EDICA 8 testatina Voglio pensare a un diario di bordo per descrivere un viaggio, il mio, nei territori inesplorati della pandemia da nuovo COVID-19. Credo che un diario possa essere la voce di tanti medici e infermieri in prima linea, esprimere le loro ragioni e riflessioni, i sentimenti, le speranze e inquietu- dini; tutto questo nel procelloso mare della fase uno, attraverso lo straordi- nario uso dei contatti virtuali. Vorrei trarre da queste testimonianze i prin- cipali insegnamenti, ma anche espri- mere l’esperienza vissuta in tanti anni di professione nella medicina critica e dell’emergenza all’interno del Ser- vizio Sanitario della Regione Toscana che nel mare, apparentemente più calmo, della fase due desidera con- cedersi all’incantesimo del sogno, so- gnare il cambiamento reso possibile dagli insegnamenti delle riflessioni se- dimentate in questi giorni di viaggio. Come capitano di questa immaginaria nave non mi sono mai sentito sconfor- tato perché molto della rotta da tenere era conosciuto: l’incontro tra un pato- geno con la propria virulenza, rapidità di adattarsi e mutare e il suo ospite con le proprie comorbidità, i rischi e le capacità di risposta, così come le temibili complicazioni dell’infezione quali sepsi e shock settico, il problema della refrattarietà agli antibiotici da parte di batteri e funghi multiresisten- ti, la mortalità delle infezioni correlate all’assistenza, l’importanza assoluta in termini di appropriatezza diagnostica della Microbiologia e delle Virologie Cliniche e le nuove tecnologie rapide molecolari; ancora, il rischio clinico e organizzativo e la prevenzione, il con- trollo e la sorveglianza delle infezioni. Lo sguardo a questo nuovo virus, dap- prima disattento, si è poi fatto sempre più intenso nella navigazione, disve- latore straordinario di tutto ciò che si La pandemia poi, nella cornice di questi percorsi più generali di muta- mento, ci ha fatto riflettere sui cam- biamenti nelle singole e specifiche realtà cliniche territoriali e del loro governo clinico anche attraverso le inevitabili criticità. Si è bene evidenziata, in special modo nella fase uno, questa nuova concezione del tempo come velocità in cui gli eventi accadono e velocità di apprendimento che ne consegue. Una domanda nasce spontanea: il “tempo” dell’apprendimento, del mi- glioramento della qualità, della sicu- rezza delle cure e dell’assistenza sarà più veloce nella normalità “nuova” rispetto a prima? Dalla ricerca fino a oggi fatta sui servizi sanitari è evi- dente che innovazioni ben provate e favorevoli ci mettono anni per rag- giungere l’approvazione. Uno studio spesso citato lamenta che il ciclo me- dio in termini di tempo è di 17 anni. Ciò non è accaduto durante questa pandemia. Entro settimane dall’ar- rivo del COVID-19, i centri ospe- dalieri e universitari, senza conflit- ti, hanno prodotto dettagliate linee guida cliniche di grande valore per tutti; solo qualche tempo prima della comparsa del COVID-19 lo sviluppo di una linea guida avrebbe richiesto, per essere redatta, mesi o anni. Nelle settimane successive all’esplosione della epidemia in Cina, una serie di migliaia di casi clinici ha definito i fattori di rischio di base per la mor- talità e i differenti fenotipi clinici. Le compagnie impegnate nei farmaci Il racconto di un navigatore nei mari della pandemia di Giorgio Tulli Giorgio Tulli Medico-Chirurgo, Anestesista-Rianimatore. Già Direttore del Dipartimento delle Terapie Intensive e Medicina Perioperatoria dell’Azienda Sanitaria Fiorentina sapeva ma non si osava cambiare e il virus allora, pur nella sua minacciosa presenza, è diventato una luce illumi- nante. Quale luce ha generato? Il nuovo Coronavirus si è dimostrato e si sta dimostrando un severo maestro; con spavaldo coraggio ha scoperchia- to una pentola, quella della Sanità, dove l’acqua, a dire il vero, bolliva già da tempo, ma al cospetto dell’indiffe- renza o simulata indifferenza di tutti. Le risposte alle domande che CO- VID-19 ha sollevato possono ridise- gnare completamente la Sanità e la Società. Nessuno può dire con cer- tezza quali potranno essere le conse- guenze di questa pandemia entro l’an- no che corre, tra dieci o cent’anni. Da questa straordinaria esperienza può però emergere già da oggi una nor- malità del tutto “nuova”, una “nuova” normalità, in cui nuovi sistemi di con- cepire e integrare la Sanità e nuove ipotesi di lavoro rimpiazzeranno molti vecchi sistemi e ipotesi per lungo tem- po perseguiti perché dati per scontati. Oggi, in queste ancora precoci fasi di pandemia (inizio fase due), è più one- sto inquadrare la normalità dopo il COVID-19 non come sole predizioni, del tipo “nulla sarà come prima” per poi nulla cambiare, ma come una serie di scelte concrete. La pandemia ci indica molte strade da prendere per il cambiamento, ce le indica come più generali proprietà della cura e dell’assistenza orientate a un cambiamento durevole: una nuova concezione del tempo come velocità in cui gli eventi accadono; gli standard clinici di cura e di assistenza e l’elimi- nazione della variabilità delle cure e dell’assistenza nei differenti territori; le condizioni del lavoro sanitario; il nuovo concetto di prossimità in Sani- tà; l’essere preparati in Sanità; l’equità e cosa possa significare in Sanità. Il Sis ema Sanitario Toscano al tempo del COVID-19
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