Toscana Medica - Luglio-Agosto 2020
6/2020 T OSCANA M EDICA 16 testatina quali à e professione L’esponente radicale, tesoriere dell’As- sociazione Luca Coscioni, ha accom- pagnato in Svizzera il signor Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo, che aveva manifestato il desiderio in piena libertà e capace di intendere e di vole- re di porre fine alla propria vita, trovan- dosi in una condizione clinica grave, irreversibile, incurabile: tetraplegico e cieco per un grave incidente stradale. La sentenza trasmessa alla Corte d’Assise di Milano che aveva posto il quesito di legittimità enuncia la non punibilità ai sensi dell’art. 580 del Codice Penale (istigazione o aiuto al suicidio che prevede pene da 5 a 12 anni), a determinate condizioni, di chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e libera- mente formatosi: • di un paziente tenuto in vita da trat- tamenti di sostegno vitale, • affetto da patologia irreversibile, • fonte di sofferenze fisiche e psicolo- giche che reputa intollerabili, • ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. La non punibilità è subordinata al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative, sulla sedazione profonda continua (artt. 1 e 2 della Legge 219 del 2017). Si devono veri- ficare sia le condizioni della richiesta sia le modalità di esecuzione in una struttura pubblica del Sistema Sani- tario Nazionale, sentito il parere del Comitato Etico territorialmente com- petente. Quindi si depenalizza l’aiuto al suicidio secondo il citato art. 580 del Codice Penale. Osserviamo la differenza tra eutanasia e suicidio assistito . La prima è atto il cui obiettivo è antici- pare la morte su richiesta, allo scopo di togliere la sofferenza ed è dall’ordina- Per un grave deficit legislativo del Par- lamento, dopo un anno di attesa, anco- ra una volta la Corte Costituzionale ha dovuto colmare il vuoto relativo a pro- blematiche del fine vita, in particolare per il processo istruito a Milano nei confronti di Marco Cappato. mento inquadrabile nell’omicidio del consenziente . Il secondo prevede che l’interessato compia l’ultimo atto che provoca la sua morte, atto reso possibile dalla de- terminante collaborazione di un terzo che potrebbe essere un medico, ma non necessariamente. Nell’ordinamento italiano è assente una disciplina specifica delle due pra- tiche trattate come aspetti generali dei delitti contro la vita. Nel lungo cammino di sofferenza da Welby, aEnglaro, aAntoniani – dj Fabo, morto il 20 febbraio 2017 in una clinica svizzera –, c’è un vuoto legislativo di tanti anni. In parte si è provveduto con la Legge 219 del 2017, cosiddetta del Biotestamento e Dichiarazione Antici- pata di Trattamento , DAT. In opportune sedi hospice , si posso- no applicare le terapie palliative e la sedazione profonda continua per richiesta del paziente o dei parenti. Sono stati 115 gli italiani a recarsi in Svizzera per morire con la metodica del Suicidio assistito. Giuseppe Battimelli, il Vice Presiden- te dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, di circa 4.000 iscritti, ha invo- cato il diritto all’obiezione di coscien- za, peraltro prevista nella sentenza. Il Presidente dell’OMCeO di Roma Antonio Magi ricorda di considerare il Codice Deontologico Medico che all’art. 17 recita che anche su richie- sta del paziente il medico non deve effettuare atti finalizzati a provocarne la morte; aggiunge che le infrazioni al La Corte Costituzionale ha emesso il 25/09/2019 la Sentenza che dichiara non punibile per l’art. 580 del Codice Penale chi, a determinate condizioni, agevola l’esecuzione del proposito suicidario. Il principio di autodeterminazione del cittadino riguarda la possibilità di disporre della propria vita. Richiama la Legge 219 del 2017. Necessario il dibattito tra medici portatori di differenti principi etici. Interessanti pensieri del Magistero Cattolico. Il Codice Deontologico richiede discussione per concordare con la Corte Costituzionale rispettando la Legge. Parole chiave: eutanasia, suicidio assistito, Legge 219\2017, Sentenza Corte Costituzionale 2019, fine vita Riflessioni sulla sentenza della Corte Costituzionale del 25 settembre 2019 di Franco Bellato Franco Bellato Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Pisa, specializzato in Psichiatria all’Università degli Studi di Firenze, psicoterapeuta analitico, docente di Fondamenti Storici ed Epistemologici della Psicologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Pisa
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