Toscana Medica - Luglio-Agosto 2020

6/2020 T OSCANA M EDICA 18 testatina quali à e professione do di vedere ( Il re è nudo!), “man- dati o inviati dagli dei”, come “mol- te volte e in epoche diverse è stato detto”– l’espressione è dello storico della filosofia Paolo Rossi, da lui ri- portata nel bel testo dal titolo Bam- bini, sogni, furori –. In quanto persona piccola, il bambi- no è, questo sì, per sua natura, fragi- le, perché dipende, per i suoi biso- gni, anche quelli primari, dalle figure accudenti, che sono in genere i ge- nitori. Anche altre persone sono, per questo e altri motivi, fragili; i vecchi, ad esempio, sono per lo più persone fragili e così i malati e i disabili. “Un bambino solo non esiste” diceva Donald Winnicott. D’altra parte, che siamo creature relazionali lo sappia- mo da molti, moltissimi secoli. Ce lo ha insegnato la filosofia antica. Il “sé” di ciascuno di noi è creato in parte all’interno di relazioni. Se la spinta innata del bambino ad “attaccarsi” ai propri genitori trova l’adulto pronto a leggere i segna- li che il bambino stesso gli invia e a rispondere a essi altrettanto pronta- mente, si svilupperà un modello di attaccamento che John Bowlby alla fine degli anni ’60 del secolo scorso ha definito “base sicura” per affron- tare il mondo. La mole di lavori scientifici che da allora sino ai nostri giorni è stata pro- dotta in tutto il mondo a conferma dell’originaria concettualizzazione di Bowlby è enorme. Possiamo affermare quindi con suf- ficiente certezza che un bambino avrà buone possibilità di diventare un adulto che gode di buone con- dizioni di salute fisica e psichica se cresce in un ambiente in grado di riconoscerne i bisogni, materiali ed emotivi, e di rispondere a essi effi- cacemente. Con altrettanta sicurezza possiamo dire che, quando ciò non accade, cioè quando i genitori non riescono a “sintonizzarsi” con la sfera emotiva dei loro figli, tali possibilità inevita- bilmente si riducono. A un livello estremo, un grave disconoscimento dei bisogni del bambino, o una risposta a questi disfunzionale, può configurarsi come un trauma d’attaccamento. È noto che anche esperienze relazionali avverse apparentemente poco rilevanti, ma reiterate nel tempo, in fasi precoci della vita possono avere conseguenze negative, anche gravi, sullo sviluppo del bambino. Si parla di adverse childhood experiences (Studio ACE). Sappiamo che lo stress cronico pro- duce livelli tossici di ormoni e neuro- trasmettitori in grado di danneggiare il cervello ancora immaturo anatomi- camente e funzionalmente, agendo in particolare su ippocampo, cortec- cia prefrontale, soprattutto destra, e corpo calloso (Shin et al. ). Bisogna avere presente che anche la perdita di una figura d’attaccamento su cui il bambino faceva affidamen- to può assumere per lui una valenza traumatica. Secondo la nostra esperienza di ope- ratori di servizi pubblici di salute mentale dell’infanzia, forse in nessun Conflitti insanabili fra i partner della coppia genitoriale che trovano il proprio epicentro nell’aspra contesa del figlio possono costituire per i bambini un’esperienza traumatica che si mantiene nel tempo. Da questa, in assenza di interventi appropriati sia dell’area della salute mentale che dell’ambito legale, possono derivare gravi rischi per lo sviluppo psicologico della persona in crescita. Parole chiave: bambini, attaccamento, sviluppo traumatico, adolescenti, trauma psicologico Bambini contesi Una condizione di rischio per un sano sviluppo della persona in crescita di Riccardo Lo Parrino, Anna Maria Brizzi Riccardo Lo Parrino Neuropsichiatra Infantile. Coordinatore del Servizio Territoriale per lo Scompenso Psichico in Adolescenza dell’Unità Funzionale Salute Mentale Infanzia e Adolescenza di Firenze, Azienda USL Toscana Centro Anna Maria Brizzi Dirigente Psicologo. UF Salute Mentale Infanzia e Adolescenza e Consultorio Valdelsa. Azienda USL Toscana Sud-Est. Un bambino è una persona. Quest’af- fermazione può sembrare ovvia. Ovvia probabilmente lo è, ma non scontata. Un bambino è una persona piccola, ancora piccola; certamen- te non una piccola persona, ossia insignificante. In quanto persone, i bambini, è bene ricordarlo, non sono neppure angeli, esseri che vedono verità che gli adulti non sono in gra-

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