Toscana Medica - Luglio-Agosto 2020

6/2020 T OSCANA M EDICA 20 testatina quali à e professione sa, questo tipo di tumore è gravato da un’elevata mortalità. Colpisce tutte le età, ma con maggiore frequenza tra i 50 e i 65 anni. È tuttavia eviden- te come la prognosi delle pazienti con stadi iniziali di malattia sia enor- memente migliore rispetto a quelle che si presentano in una fase avanza- ta di malattia. Non esiste a oggi una strategia di screening come per le neoplasie della cervice uterina o del colon-retto, ma avendo identificato una parte della popolazione ad alto rischio per fattori genetico-familiari e avendo sviluppato dei criteri eco- grafici per la gestione delle formazio- ni pelviche, è d’obbligo diffondere la cultura di una strategia preventiva volta a minimizzare la diagnosi tardi- va di carcinoma ovarico. Questa breve trattazione affronta principalmente due aspetti di un percorso gestionale complesso, che racchiude ancora diverse criticità: • screening e prevenzione oncologi- ca del carcinoma ovarico; • percorso diagnostico della massa pelvica e diagnosi precoce del car- cinoma ovarico. Una razionalizzazione della strategia clinica, nelle sue componenti pre- ventiva, diagnostica e terapeutica è essenziale per il miglioramento dei risultati in termini di morbosità e mortalità legati a questa neoplasia. Screening e prevenzione oncologica Uno dei motivi del “fallimento” della terapia del carcinoma ovarico è la dia- gnosi in fase avanzata di malattia. Lo stadio di malattia al momento della diagnosi è il fattore prognostico più rilevante. La sopravvivenza a 5 anni delle pazienti con tumore epiteliale maligno dell’ovaio (il 90% di tutti i Il carcinoma ovarico è ancora oggi una sfida diagnostico-terapeutica e rappresenta la principale causa di morte per tumore ginecologico e la quinta per tumore nella popolazione di sesso femminile nei Paesi svilup- pati. Ogni anno si stima che siano diagnosticati in Europa 65.000 casi, dei quali quasi 5.000 in Italia. A fron- te di un’incidenza relativamente bas- tumori maligni) è per lo stadio I del 70-90%, per lo stadio II del 50-60%, per lo stadio III del 20-40% e per lo stadio IV del 10%. La sopravvivenza globale si attesta intorno al 50%. Le Società scientifiche nazionali e internazionali sono concordi nel ri- tenere che la reddittività delle pro- cedure attualmente disponibili non è sufficientemente forte da giustificare la realizzazione di un programma di screening nella popolazione femmi- nile generale. La trattazione affronta due aspetti di un percorso gestionale complesso: 1) screening e prevenzione oncologica del carcinoma ovarico; 2) percorso diagnostico della massa pelvica e diagnosi precoce del carcinoma ovarico. La razionalizzazione della strategia clinica, nelle componenti preventiva, diagnostica e terapeutica, è essenziale per la riduzione di morbosità e mortalità legate a questa neoplasia. Parole chiave: carcinoma ovarico, ecografia, prevenzione oncologica, diagnosi precoce Prevenzione oncologica e diagnosi precoce del carcinoma ovarico di Alberto Mattei, Gianni Bargelli, Federica Perelli, Francesca Ciccarone, Valentina Tosto, Antonia Testa Alberto Mattei Laureato in Medicina e Chirurgia con lode il 14/03/1984; Specialista in Ginecologia e Ostetricia nel 1989. Dal 2018 Direttore della SOS Dipartimentale di Chirurgia Ginecologica Mini Invasiva USL Toscana-Centro. Da marzo 2018 svolge attività chirurgica in campo oncologico ginecologico presso il Policlinico Gemelli di Roma. Dal 2017 membro del board di Chirurgia Ginecologica mini invasiva per la FIGO Gianni Bargelli Medico Ginecologo presso la SOS Dipartimentale di Chirurgia Ginecologica Mini Invasiva USL Toscana-Centro Federica Perelli Medico Ginecologo presso la Ginecologia e Ostetricia del Nuovo Ospedale di Prato Santo Stefano Francesca Ciccarone Medico Ginecologo presso Dipartimento di Scienze della Salute della Donna e del Bambino, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli - IRCSS Valentina Tosto Medico in Formazione specialistica presso Dipartimento di Ostetricia, Ginecologia, Centro di medicina Riproduttiva e Perinatale, Università di Perugia Antonia Testa Professoressa presso Dipartimento di Scienze della Salute della Donna e del Bambino, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli - IRCSS

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