Toscana Medica - Luglio-Agosto 2020

2 / 2020 T OSCANA M EDICA 28 testatina Ricordo di Andrea Lopes Pegna Ho conosciuto Andrea giovanissimo medico impegnato nella politica della salute. Erano gli anni del dibattito sulla riforma sanitaria e Andrea aveva ben capito che non si discuteva di una mera riorganizzazione dei servizi medici ma dell’affermazione di un grande principio di civiltà, la lotta alle disugua- glianze. Il convincimento che l’universalità del diritto e l’uguaglianza delle prestazioni fossero un grande passo avanti per l’umanità era vivissimo nei sostenitori del Servizio Sanitario Nazionale. Da allora Andrea si è battuto per la sanità pubblica, non è mai stato un pentito della riforma, ha difeso i valori in cui ha sempre creduto. Così lo ricordo nei miei anni di presidenza dell’Ordine e del Consiglio Sanitario Regionale: un collega coltissimo ed esperto sul piano professionale e un convinto sostenitore del diritto dei cittadini, un laico pur nell’impegno religioso, sempre amichevole e sereno, portato a creare un clima disteso ma, nello stesso tempo, deciso e duro nel difendere l’interesse dei malati e la qualità della professione. La sua scomparsa dopo una lunga sofferenza è una grave perdita per la medicina e un grande dolore per me, che mi fa sentire vicino a Giovanna nella memoria di un amico e di un vero medico. Antonio Panti “Aiutatemi a capire”. Questo l’oggetto della sua ultima mail , dove Andrea non chiedeva aiuto per sopportare la sua crescente invalidità, a questo ci ha pensato per tanti anni la moglie Giovanna, fino all’ultimo minuto, con smisurata dedizione. Animato da quell’umiltà che solo i grandi possiedono, Andrea s’interrogava sulle ragioni delle marcate differenze di mortalità e letalità della COVID-19: consapevole della complessità del tema, invece che lanciarsi in conclusioni e giudizi affrettati, preferiva percorrere la strada della ricerca, della verifica delle ipotesi. Dotato di profonda onestà intellettuale, sostenuto da una cultura immensa, Andrea ha sempre proposto un metodo argomentativo che affondava le sue radici nella grande tradizione ebraica e sapeva trascendere la dimensione strettamente religiosa o spirituale per allargarsi ai diversi orizzonti che caratterizzano la nostra società plurale. Per questo soleva ricordarci che “dobbiamo essere sempre aperti verso l’altro come aperta in avanti è la lettera bet . Secondo le interpretazioni date dai cabbalisti, con la bet , la cultura ebraica pone a proprio fondamento un modello dialettico, che nega il dogmatismo e l’integralismo, affermando che la dimensione pluralistica e dialogica è fondamentale”. Negli anni Andrea ha sviluppato un’empatia cognitiva tanto maggiore quanto più è andata diminuendo la forza dei suoi muscoli: la sua disabilità gli ha permesso di sviluppare un’eccezionale sensibilità a riconoscere e comprendere le sofferenze dei pazienti, con i quali sapeva stabilire una relazione che andava ben oltre quella tecnico-professionale. Naturale conseguenza è stato il suo impegno come bioeticista, difensore convinto e appassionato del diritto delle persone all’autodeterminazione, soprattutto nell’ultima fase della vita. Finché non è giunto il tempo, an- che per se stesso, della scelta di quale dovesse essere la Cura più rispettosa e giusta. Alfredo Zuppiroli Ricordo

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