Toscana Medica - Luglio-Agosto 2020

6 / 2020 T OSCANA M EDICA 4 testatina edi or ale della lontananza forzata. Forse potreb- bero trovare un po’ di tranquillità dai proclami che da ogni parte parlano di grandi riforme per il futuro Sistema Sanitario Nazionale, di risorse mai vi- ste messe a disposizione dall’Europa, della volontà di cambiare radicalmente il modo di fare salute in Italia. Purtroppo però le buone intenzioni si schiantano ancora contro la realtà di sempre, fatta di affannosa ricerca di “scudi penali”, riconoscimenti econo- mici promessi e poi chissà dove finiti, migliaia di giovani Colleghi in attesa di futuro per entrare in una scuola di spe- cializzazione o tra le fila dei medici di famiglia, aggressioni e minacce come se COVID-19 non avesse insegnato niente a nessuno. Rimaniamo in attesa di quello che suc- cederà in autunno/inverno, quando le spiagge torneranno deserte, le scuole riapriranno tra mille problemi e inco- gnite, le Università dovranno decidere come ripartire e, tanto per restare in tema, ci sarà il problema di come gesti- re i concorsi per l’ammissione aMedici- na. Cosa farà COVID-19? Allenterà la presa o tornerà a essere nostro odiato compagno di strada? In assenza di risposte, proviamo alme- no a consolarci pensando che se le cose nei prossimi mesi dovessero veramente volgere al brutto, almeno sapremo cosa fare e come comportarci, senza magari ripetere gli errori dei mesi scorsi. Nien- te di nuovo sotto il sole, lo aveva già det- to Tucidide nel 430 avanti Cristo, quan- do raccomandava agli ateniesi di fare tesoro di quello che avevano vissuto du- rante la peste per essere pronti nel caso malaugurato di una nuova epidemia. e sui giornali e alla televisione sono di nuovo comparsi i volti noti degli esper- ti che nei giorni della chiusura erano diventati quasi persone di famiglia concedendoci tra l’altro di assistere con passione e interesse alle loro liti, scientifiche e non. I virologi da bar hanno ripreso campo e inevitabilmen- te i dubbi si sono ripresentati. Va bene che in Europa la situazione viene considerata per lo più sotto con- trollo, ma come si fa a sentirsi almeno relativamente sicuri quando Paesi come Stati Uniti, Brasile, Russia, India si tro- vano ancora in piena pandemia, con tas- si di crescita della malattia angoscianti e un numero drammaticamente crescen- te di morti e contagi? E che dire del- la situazione in Cina e, vicino a noi, in Germania alle prese con i focolai negli immensi mattatoi? Non c’è bisogno di essere dei grandi esperti per capire che i virus non ri- spettano i confini tra gli Stati e che la loro diffusione può avvenire anche se si blindano le frontiere e si cerca di rego- lamentare in qualche modo gli sposta- menti aerei, navali e terrestri. Da noi il ministro della Salute Speranza continua senza sosta a ricordare di non abbassare la guardia, talvolta considera- to forse anche un po’ troppo menagra- mo rispetto all’entusiasmo di altri mini- stri e presidenti di Regioni. In questo scenario di incertezza glo- bale i medici cercano di tornare lenta- mente ai propri ritmi usuali di lavoro, trovandosi alle prese con accessi agli ospedali ancora contingentati, con la faticosa ripresa delle attività intraospe- daliere e territoriali, con il recupero dei rapporti con i pazienti dopo i giorni Quando la lotta contro COVID-19 ha affrontato la fase 2 tanto attesa un senti- mento di innegabile e più che giustifica- ta euforia ha attraversato il Paese, in una sorta di rinascita globale che riportasse alla vita quotidiana tutti noi prigionieri del lockdown . Certo non si poteva pensare che tutto all’improvviso potesse tornare come prima però le timide uscite serali per un aperitivo o una riunione tra amici (op- portunamente mascherati e distanziati socialmente) in qualche modo facevano sperare che il peggio fosse finalmente passato e che si potesse tornare gradual- mente a programmare il futuro. Piano piano si è riaperto praticamente tutto e gli ombrelloni, seppure ridotti di nu- mero, sono comparsi anche quest’anno sulle spiagge in attesa di coloro che vo- lessero a tutti i costi immaginare questa estate il più possibile uguale alla passata. In mezzo ai variegati proclami dei go- vernatori di Regione e alle mille ordi- nanze dei sindaci, piano piano la par- venza di normalità ci ha fatto stupire del traffico tornato più o meno ai livelli conosciuti, arrabbiare per il rinvigorito teatrino della politica nostrana, guar- dare con sufficienza a cosa stava acca- dendo in Paesi lontani. È stato in questo periodo che i pro- fessionisti della Sanità hanno scoperto meravigliati di essere diventati “eroi” e che la gente si è accorta dell’importan- za fondamentale del Servizio Sanitario Nazionale, finalmente riscoperto come una preziosa risorsa per tutti e non più una sorta di deposito da continuare a impoverire sistematicamente. Con il passare dei giorni la situazione ha però iniziato a virare verso il grigio I dubbi del futuro prossimo venturo di Teresita Mazzei Riteniamo opportuno ricordare a tutti i colleghi che il ruolo di Toscana Medica è quello di diffondere informazione e stimolare il dibattito tra professionisti. Non si tratta di una Rivista con referaggio, ma vuole essere luogo di riflessioni utili alla cultura medica

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