Toscana Medica - Marzo 2020
3/2020 T OSCANA M EDICA 16 testatina quali à e professione disbiosi; b) non sono stati ancora ben definiti profili specifici di microbio- ta relativi a particolari patologie; c) è nota l’estrema variabilità del micro- biota nello stesso soggetto in base a variazioni di stili di vita, assunzione di farmaci, età. Inoltre, non sembra ancora opportuno suggerire lo studio del microbiota come esame routina- rio da cui trarre le conseguenti linee terapeutiche. Ciò anche in conside- razione del fatto che non è chiaro se il microbiota, che noi otteniamo da un campione di feci, rifletta la realtà fisiopatologica di ciò che si verifica all’interfaccia tra microorganismi e mucosa intestinale (microbiota ade- rente) ai vari livelli anatomici. È comunque possibile affermare che in molte condizioni patologiche un uso corretto di probiotici può es- sere efficace, in particolare tenendo conto di alcuni fattori cruciali, al fine di ottenere un risultato tera- peutico apprezzabile (Tabella IV). Inoltre, i sempre crescenti studi sul microbiota, associati a quelli di metabolomica e unitamente all’in- dividuazione sempre più precisa di ceppi specifici correlati a definite patologie, renderanno in futuro l’u- so dei probiotici una vera e propria terapia tailor made da affiancare ai trattamenti tradizionali. loredana.martiniani@gmail.com smo d’azione, dei processi alla base dell’interazione con l’ospite, nonché del loro ruolo quali target terapeutici per un sempre più crescente nume- ro di condizioni patologiche. Grazie allo sviluppo di nuove metodologie di messa in coltura e della capacità di modificare il genoma batterico, il passo successivo, quello che viene chiamato Next Generation Probioti- cs , è di estendere il range di micror- ganismi capaci di esplicare azione benefica a quelli che fanno parte del core microbiota . Con questo termine si intende quell’insieme di micror- ganismi residenti nel nostro organi- smo che rappresentano una sorta di primitivo nucleo individuale. I nuovi candidati sono il Bacteroides fragilis ZY-312 , il Faecalisbacterium prau- snitzii e l’ Akkermansia . In sintesi, l’uso terapeutico dei pro- biotici è ancora in parte empirico. Ciò dipende da numerosi fattori tra cui è importante ricordare che: a) non è ancora ben definibile il con- cetto di eubiosi e quindi di relativa la morte di molti di essi; la capsula permette di introdurre una mino- re quantità di batteri, inoltre non è adatta ai vegani e il rivestimento in collagene potrebbe creare problemi di reattività crociata in soggetti celia- ci. Inoltre, le capsule in blister sono più esposte all’umidità che attiva i batteri e ne provoca rapidamente la morte. La bustina probiotica ha costi di produzione notevolmente mag- giori rispetto alle altre formulazioni, non ha la protezione dall’umidità e il riscaldamento, durante la fase di sigillatura, potrebbe uccidere i bat- teri. La fialetta probiotica è un tipo di formulazione che non garantisce la liofilizzazione dei batteri per cui la sopravvivenza potrebbe non essere salvaguardata. Da queste considera- zioni, sembra che la compressa rap- presenti una delle formulazioni più valide al momento disponibili. Nel corso degli ultimi anni vi è stato un enorme progresso nell’identifica- zione dei microrganismi commensa- li, nella definizione del loro meccani- Integrazione probiotica, aspetti chiave • Tipologia e severità della condizione clinica da trattare • Tipologia di probiotico specifico per la condizione clinica • Durata del trattamento e dose di probiotico da assumere • Momento di assunzione del probiotico • Tipologia di formulazione più idonea Tabella IV – Aspetti chiave dell’integrazione probiotica.
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